Live Crisi in Medio Oriente
Sono almeno 161 gli ostaggi ancora a Gaza
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17 minuti fa
Tutti gli aggiornamenti sulla situazione in Medio Oriente nel nostro live.
11 minuti fa
Crisi in Medio Oriente
"Il 70% degli aiuti a Gaza viene dall'Egitto"
A dichiararlo è il capo dell'Ufficio statale dell'informazione egiziano, Diaa Rashwan.

"La tregua israelo-palestinese si è svolta senza ostacoli significativi il primo giorno dopo la sua estensione di due giorni": a dichiararlo è il capo dell'Ufficio statale dell'informazione egiziano, Diaa Rashwan, sottolineando anche che il 70% degli aiuti a Gaza è giunto dall'Egitto. Rashwan ha anche evidenziato che la tregua "ha richiesto sforzi continui da parte dell'Egitto in cooperazione con i fratelli del Qatar e con un serio sostegno americano". E che dal 21 ottobre "l'Egitto ha continuato i suoi intensi sforzi 24 ore su 24 per fornire aiuti umanitari alla Striscia di Gaza attraverso il terminal di Rafah", inviando il 70% degli aiuti a fianco di "decine di Paesi, organizzazioni ed enti umanitari e politici".

Aiuti medici

Il volume degli aiuti medici consegnati nella Striscia di Gaza a ieri sera, martedì 28 novembre - ha riferito - ammontava a 2'973 tonnellate, il volume degli aiuti alimentari a 11'972 tonnellate e il volume d'acqua a 9'111 tonnellate, oltre a 127 tende e teloni e altre 2'611 tonnellate di attrezzature di soccorso. Fino a martedì sera sono state trasportate 1'178 tonnellate di carburante e il numero totale di camion che hanno attraversato il valico di Rafah verso la Striscia di Gaza ha raggiunto i 2'670 camion durante questo periodo. Il capo dell'Ufficio d'informazione statale ha osservato inoltre che l'Egitto ha accolto, nello stesso periodo, 575 cittadini di Gaza feriti per essere curati negli ospedali egiziani, così come quasi 320 accompagnatori, oltre al passaggio di 8'691 cittadini stranieri e con doppia cittadinanza e di 1'258 egiziani provenienti da nella Striscia di Gaza e ha agevolato l'ingresso nella Striscia di Gaza di 421 palestinesi bloccati in Egitto. "L'Egitto - ha concluso Rashwan - continuerà tutti i suoi sforzi per accelerare il trasferimento di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, al fine di contribuire a limitare l'aggravarsi della crisi umanitaria per i nostri fratelli palestinesi".

12 minuti fa
Crisi in Medio Oriente
Onu: "Prorogare la tregua a Gaza e rilasciare gli ostaggi"
Lo ha detto l'Alto Commissario dell'Onu per i diritti umani (Unhcr) Volker Turk.

"L'accesso degli aiuti deve essere garantito in tutta la Striscia di Gaza e gli ostaggi vanno tutti rilasciati. Invito chiunque abbia l'influenza per chiedere una proroga del cessate il fuoco a chiederlo, sperando che ciò segni la fine delle violenze". Lo ha detto l'Alto Commissario dell'Onu per i diritti umani (Unhcr) Volker Turk parlando all'Eurocamera in occasione dei 75 anni della Dichiarazione dei diritti dell'uomo. "Sono avvenuti cambiamenti sociali e culturali profondi da allora, soprattutto in Europa. Le persone sono scese in strada in tutto il mondo per chiedere i loro diritti. La Dichiarazione afferma i valori di tutte le persone umane, non c'è discrezione, è una questione di legge. Ed è un percorso che oggi va riscoperto", ha sottolineato Turk.

14 minuti fa
Crisi in Medio Oriente
"L'Onu sostiene il popolo palestinese"
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"Sono inorridito dalla morte e dalla distruzione che si sono abbattute sulla regione, ora sopraffatta dall'angoscia e dal dolore" dice nel suo messaggio per la Giornata di solidarietà Guterres.

La Giornata Internazionale di Solidarietà con il Popolo Palestinese che si celebra oggi commemora il 75° anniversario dello sfollamento di massa dei palestinesi noto come "la Nakba" o "la Catastrofe", evento che si è verificato durante la guerra arabo-israeliana del 1948, quando più della metà del popolo palestinese è stato espulso o è fuggito dalle proprie case ed è diventato rifugiato. La commemorazione, rileva l'Onu, serve a ricordare che quasi 6 milioni di palestinesi sono ancora rifugiati e migliaia di loro sono stati uccisi nella guerra di Gaza del 2023, in una situazione descritta dal Segretario generale come "uno dei capitoli più bui della storia del popolo palestinese".

Le dichiarazioni

"Sono inorridito dalla morte e dalla distruzione che si sono abbattute sulla regione, ora sopraffatta dall'angoscia e dal dolore" dice nel suo messaggio per la Giornata di solidarietà Guterres. "I palestinesi di Gaza stanno subendo una catastrofe umanitaria. Quasi 1,7 milioni di persone sono state costrette a fuggire dalle loro case, ma senza un posto sicuro dove andare. Allo stesso tempo, nella Cisgiordania occupata, compresa Gerusalemme Est, la situazione rischia di aggravarsi" aggiunge. "Ho condannato inequivocabilmente gli attentati terroristici perpetrati da Hamas il 7 ottobre. Ma ho anche chiarito che questi attacchi non possono giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese" dice ancora Guterres. " Questa giornata dovrebbe essere un'occasione per riaffermare la solidarietà della comunità internazionale con il popolo palestinese e il diritto dei palestinesi a vivere in pace e dignità". "Dobbiamo chiedere all'unisono la fine dell'occupazione e del blocco di Gaza. E' giunto il momento di procedere con decisione e irreversibilità verso una soluzione a due Stati, basata sulle risoluzioni delle Nazioni Unite e sul diritto internazionale, con Israele e Palestina che vivano fianco a fianco in pace e sicurezza, con Gerusalemme come capitale di entrambi gli Stati". "Le Nazioni Unite - conclude il Segretario Generale - non vacilleranno nel loro impegno nei confronti del popolo palestinese. Oggi, come ogni giorno, siamo solidali con le aspirazioni del popolo palestinese a realizzare i suoi diritti inalienabili e a costruire un futuro di pace, dignità, giustizia e sicurezza per tutti".

19 minuti fa
Crisi in Medio Oriente
Sono almeno 161 gli ostaggi ancora a Gaza
Lo riporta la Cnn citando l'ufficio del primo ministro Netanyahu.

Israele ritiene che almeno 161 ostaggi presi il 7 ottobre siano ancora a Gaza. Lo riporta la Cnn citando l'ufficio del primo ministro Netanyahu. Tra questi 146 sono israeliani (alcuni dei quali con doppia nazionalità), 15 stranieri e almeno quattro sono i minori sotto i 18 anni, mentre nella lista figurano almeno 10 persone di oltre 75 anni. Finora sono stati rilasciati un totale di 86 ostaggi (di cui 66 israeliani): 60 israeliani nell'ambito dell'accordo con Hamas, alcuni dei quali hanno la doppia nazionalità, 20 stranieri e 4 donne rilasciate prima dell'accordo. I resti di due rapiti che sono stati uccisi sono stati localizzati dai soldati dell'Idf.

un'ora fa
Crisi in Medio Oriente
Oggi Hamas rilascerà gli ostaggi con passaporto russo
Lo ha detto, citato da Ynet, l'alto funzionario di Hamas Musa Abu-Marzouk.

Oggi saranno rilasciati ostaggi con cittadinanza russa. Lo ha detto, citato da Ynet, l'alto funzionario di Hamas Musa Abu-Marzouk sottolineando che il rilascio avviene "in segno di apprezzamento per le lodevoli posizioni del presidente Putin". Questi ostaggi - ha aggiunto Ynet - non fanno parte dell'intesa tra Israele e la fazione islamica. Hamas ha chiarito che gli ostaggi liberati oggi saranno "diversi".

6 ore fa
Crisi in Medio Oriente
La Svizzera in una task force internazionale anti Hamas
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Uno degli obiettivi principali di questa task force è quello di unire e rafforzare gli sforzi per combattere i flussi finanziari internazionali verso Hamas

La Svizzera è membro di una task force internazionale che combatte il finanziamento di Hamas. La Counter Terrorist Financing Taskforce - Israel (CTFTI), a cui partecipa anche Israele, è stata istituita dopo l'attacco dell'organizzazione islamista del 7 ottobre. La Svizzera è elencata come membro della task force in una nota diffusa lunedì dal Dipartimento del tesoro statunitense. Ne fanno parte anche Israele, Stati Uniti, Australia, Canada, Estonia, Francia, Germania, Liechtenstein, Lussemburgo, Paesi Bassi, Nuova Zelanda e Regno Unito.

Gli obiettivi

Uno degli obiettivi principali del CTFTI è quello di unire e rafforzare gli sforzi per combattere i flussi finanziari internazionali verso Hamas, secondo il dipartimento statunitense. Le autorità antiriciclaggio di ogni Paese membro sono attive nella task force. In Svizzera, questo compito è svolto dall'Ufficio di comunicazione in materia di riciclaggio di denaro (MROS), gestito dall'Ufficio federale di polizia (Fedpol). La partecipazione della Svizzera alla task force internazionale non era menzionata sul sito web del MROS mercoledì mattina.

17 ore fa
Estero
Liberati 12 ostaggi da Gaza
Si tratta di 10 cittadini israeliani e 2 stranieri, ha affermato il portavoce militare israeliano.

Dodici ostaggi sono stati rilasciati da Gaza e sono diretti verso il territorio israeliano. Lo ha reso noto il portavoce militare. Dal Qatar si apprende la liberazione in serata di 30 civili palestinesi.

12 ostaggi consegnati al valico di Rafah

Il quinto gruppo di ostaggi - 10 israeliani e due stranieri - è stato consegnato dalla Croce Rossa internazionale al valico di Rafah. La tv egiziana di Stato Al Qahera ne ha trasmesso le immagini. Saranno sottoposti a una visita medica nella parte egiziana del valico prima di essere trasferiti alla parte israeliana.

Rilasciati 30 civili palestinesi

Il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, Majed al Ansari, ha da parte sua affermato che stasera 30 civili palestinesi saranno rilasciati da Israele, 15 minorenni e 15 donne.

2 giorni fa
Estero
Saranno rilasciati 20 ostaggi israeliani
Ecco cosa prevede la nuova tregua tra Hamas e Israele.

Grazie alla mediazione di Qatar, Egitto e Usa, Israele e Hamas hanno raggiunto l'intesa che consentirà il rilascio di altri 20 ostaggi israeliani (10 per ogni giorno aggiuntivo di cessate il fuoco) in cambio di 60 detenuti palestinesi nel solito rapporto di 1 a 3.

Rilasciati 11 prigionieri del kibbutz di Nir Oz e 6 cittadini thailandesi

La proroga della tregua - che sarebbe altrimenti scaduta domani mattina - ha trascinato con sé anche lo sblocco della trattativa sulla quarta tranche di ostaggi che si era complicata. Alla fine in serata sono usciti da Gaza undici prigionieri - 9 bambini e 2 madri, tutti del kibbutz di Nir Oz - in cambio della scarcerazione di 30 minori e tre donne palestinesi: tra queste Yasmin Shaaban e Etaf Jaradat, entrambe di Jenin, e Nufouth Hamad, del quartiere di Sheikh Jaarh a Gerusalemme est. Assieme agli ostaggi israeliani Hamas ha liberato anche 6 cittadini thailandesi.

Il leader di Hamas ha parlato con gli ostaggi

Secondo quanto riferito da Haaretz, nelle settimane scorse il leader di Hamas nella Striscia Yahya Sinwar ha incontrato alcuni degli ostaggi tenuti nei tunnel e si è fermato con loro a parlare in ebraico. Una prova importante del fatto che il capo dei miliziani è ancora a Gaza.

Biden saluta con favore la proroga della tregua

La possibilità di estendere la pausa nei combattimenti - sono state ribadite tutte le condizioni contenute nell'intesa originaria, quindi anche l'ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia - era già prevista dal primo accordo che aveva come obiettivo la liberazione di 50 ostaggi in cambio di 150 palestinesi. Ma non era affatto scontato che questo poi sarebbe effettivamente avvenuto. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha salutato con favore la proroga rivendicando di aver "costantemente premuto" per un esito del genere, mentre il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres ha parlato di "un raggio di speranza".

I prossimi scambi

Hamas ha anche fatto sapere che i prossimi scambi potrebbero riguardare non solo donne e bambini ma anche altri ostaggi, in particolare i soldati israeliani rapiti il 7 ottobre. Una trattativa, ha spiegato Izzat Arshak dell'ufficio politico della fazione, da condurre però in maniera "separata" rispetto a quella portata avanti per i civili. Anche due beduini israeliani sconfinati nella Striscia sono da anni prigionieri di Hamas, che conserva inoltre i resti di due soldati caduti nel conflitto del 2014. I miliziani hanno poi informato l'Egitto e il Qatar di aver individuato altri ostaggi israeliani nella Striscia: si tratta di quelli nelle mani della Jihad islamica o anche di semplici cittadini entrati in Israele il 7 ottobre al seguito dei terroristi per razziare i kibbutz.

Lo stallo di questa mattina

Lo stallo nel rilascio di ostaggi e detenuti palestinesi che si era registrato in mattinata era stato causato da entrambi le parti. Israele ha accusato Hamas di violare quanto previsto dall'accordo separando le famiglie, ovvero di voler liberare i bambini ma non le madri. Da parte sua Hamas voleva che Israele scarcerasse sei detenuti arrestati prima del 7 ottobre invocando il principio di anzianità, ovvero la necessità di rilasciare per primi i prigionieri detenuti da più tempo. Altro intoppo riguardava proprio il nome di Nufouth Hamad, la ragazzina condannata una settimana fa a 12 anni per aver accoltellato una donna israeliana. La fumata bianca sul prolungamento della tregua ha consentito anche la soluzione di questi problemi.

La ripresa della guerra

Raggiunta l'intesa, Israele ha cominciato ad informare le famiglie dei rapiti: subito dopo la loro consegna alla Croce Rossa e l'uscita da Gaza, gli ostaggi - presi in consegna dalla sicurezza israeliana - sono stati portati negli ospedali dove saranno di nuovo visitati. Ma se i civili e gli sfollati di Gaza potranno contare ancora su qualche giorno di quiete, non vuol dire che la guerra non riprenderà. Il ministro della Difesa Yoav Gallant è stato chiaro: "I combattimenti - ha avvertito incontrando un gruppo di soldati - saranno ancora più grandi e si svolgeranno in tutta la Striscia di Gaza. Non ci fermeremo finché non avremo finito".

2 giorni fa
Estero
Altri due giorni di tregua a Gaza
Lo ha annunciato il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar.

Il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar Majed al Ansari ha annunciato che è stato raggiunto l'accordo per prorogare di altri due giorni la tregua tra Israele e Hamas a Gaza. Lo annuncia lo stesso al Ansari su X. La tregua è stata confermata anche da Hamas ed è stata concordata alle stesse condizioni di quella raggiunta quattro giorni fa. "Hamas ha annunciato che è stato raggiunto un accordo con i fratelli del Qatar e dell'Egitto per una proroga della pausa umanitaria temporanea per altri due giorni, alle stesse condizioni della tregua precedente", si legge in una nota del movimento.

3 giorni fa
Estero
Biden e Netanyahu vogliono "continuare il lavoro per il rilascio degli ostaggi"
Il presidente americano e il premier israeliano hanno avuto un colloquio telefonico.

Joe Biden e Benyamin Netanyahu hanno discusso "della situazione a Gaza", "della pausa nei combattimenti e dell'aumento dell'ulteriore necessaria assistenza umanitaria" nella Striscia. Lo rende noto in una nota la Casa Bianca riferendo della telefonata del presidente al premier israeliano.

"I due leader hanno convenuto che il lavoro non è ancora finito e che continueranno a lavorare per garantire il rilascio di tutti gli ostaggi", prosegue la nota, dove Biden plaude al rilascio degli ostaggi di Hamas negli ultimi tre giorni, compresa la bimba americana.

''Ho detto al presidente Biden: c'è un piano di intesa, prevede la liberazione di 10 ostaggi per ogni giorno ulteriore di tregua": lo ha detto stasera il premier d'Israele in una dichiarazione rilasciata al ministero della difesa, prima dell'inizio di una riunione del gabinetto politico di sicurezza.

''Ma ho anche detto - ha precisato - che alla fine di quel piano riprenderemo con tutta la forza per conseguire gli obiettivi della guerra''. In precedenza tali erano stati esaminati oggi di persona con i comandanti militari durante un sopralluogo a Gaza.

3 giorni fa
Svizzera
La presidente della Commissione federale contro il razzismo è preoccupata per gli atti antisemiti nel Paese
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Martine Brunschwig-Graf, la presidente della Commissione federale contro il razzismo (CFR), è preoccupata per l'aumento degli atti di antisemitismo in Svizzera.

La presidente della Commissione federale contro il razzismo (CFR), Martine Brunschwig-Graf, ha messo in guardia da un aumento degli atti antisemiti in Svizzera e ha sottolineato che il conflitto in Medio Oriente non deve essere esportato qui.

La recrudescenza di tali episodi in Svizzera non è una novità, ha dichiarato la ginevrina questa sera al programma "19:30" della televisione svizzera di lingua francese RTS. Brunschwig-Graf ha ricordato che una situazione analoga si era già presentata nel 2011 e nel 2014, due momenti in cui il conflitto in Medio Oriente si è aggravato.

"Il razzismo e l'antisemitismo ci riguardano tutti"

"Oggi sono l'intensità, il numero di atti e la polarizzazione a colpire, tendenze a cui dobbiamo prestare attenzione", ha detto. Oltre alla violenza contro gli ebrei, l'ex consigliera nazionale del PLR ha osservato anche tensioni contro i musulmani. "Il razzismo e l'antisemitismo ci riguardano tutti", ha ribadito.

Alla domanda sulle campagne d'odio dell'UDC, spesso denunciate dalla CFR, Brunschwig-Graf ha sottolineato che tutti i partiti politici sono liberi di affrontare le questioni che desiderano, senza però sfruttare gli appelli all'odio per difendere le loro posizioni.

In Svizzera si è sempre più consapevoli del razzismo

La presidente della FCR, che completerà il suo mandato a dicembre, ha assistito a una crescente consapevolezza del razzismo durante i suoi dodici anni di servizio. "Oltre il 60% delle persone ritiene che il razzismo in Svizzera debba essere preso sul serio e combattuto".

Anche i media sono diventati consapevoli della necessità di denunciare il razzismo e vi prestano particolare attenzione nel modo in cui trattano le storie, senza che ciò influisca sulla libertà di stampa.

Ursula Schneider-Schüttel, consigliera nazionale friburghese socialista non rieletta alle federali di ottobre, assumerà il posto di Brunschwig-Graf, la quale le ha riferito che quello trattato "è un tema difficile, ma molto interessante, per il quale vale la pena impegnarsi".

3 giorni fa
Estero
Cinque responsabili del Movimento nella Striscia sono stati uccisi
Lo ha confermato e ammesso Hamas.

Nel terzo giorno di cessate il fuoco, dopo aver scavato fra le macerie e nei bunker del settore nord di Gaza, Hamas conferma la morte di cinque responsabili militari fra cui uno dei fondatori della sua ala militare: Ahmed Randour (scritto anche: Ghandour), considerato braccio destro del leader politico del Movimento nella Striscia Yihia Sinwar.

Un corteo funebre dei sostenitori

Nella tarda mattinata è stato organizzato per loro un corteo funebre alla presenza di un migliaio di sostenitori che sventolavano le bandiere verdi del movimento. In tempi normali la cerimonia sarebbe iniziata in una moschea: ma nel corso dei combattimenti molte di esse sono state danneggiate da Israele, secondo cui spesso servivano da copertura per le attività militari di Hamas. Inoltre, diversamente dalla regola i corpi dei comandanti di Hamas non sono stati disposti su barelle, bensì dentro casse di legno: cosa che fa pensare che i loro corpi fossero decomposti.

"Tutte figure chiave di Hamas"

I cinque comandanti militari di Hamas uccisi a Gaza dall'esercito israeliano e dai suoi servizi segreti ''erano tutti figure chiave di Hamas. Erano al centro delle attività terroristiche condotte contro Israele e hanno avuto un ruolo determinante nelle stragi del 7 ottobre'': lo ha affermato il portavoce militare Daniel Hagari, riferendosi alle uccisioni di Ahmed Randour (o: Ghandour), Aiman Siam, Wael Rajeb, Farsan Khalifa e Rafat Salman.

In un messaggio di addio le Brigate Ezzedin al-Qassam, l'ala militare di Hamas, hanno confermato che Randour era il comandante del fronte nord nella Striscia di Gaza ed un membro del Consiglio superiore militare. "Ci impegniamo di fronte ad Allah - hanno aggiunto - che continueremo lungo la strada che ci ha indicato e che il suo sangue sarà una fonte di illuminazione per i combattenti ed un fuoco per gli occupanti".

Di Randour Israele ha affermato che aveva iniziato la sua attività militare già nel 1984, prima ancora della fondazione di Hamas (1988). Nel 2016 aveva preso parte al rapimento del soldato Gilad Shalit, che sarebbe stato tenuto in ostaggio per 5 anni. In seguito a quell'episodio (e al "putsch" di Hamas contro Abu Mazen) Israele avrebbe ordinato il blocco della striscia di Gaza. Randour era responsabile, secondo Israele, di una lunga serie di attentati, di lanci di razzi e anche della progressiva destabilizzazione della Cisgiordania.

Fra i comandanti uccisi figura anche Aiman Siam, il capo del progetto missilistico di Hamas che - dal 7 ottobre - ha prodotto i lanci di circa 10 mila razzi contro Israele, colpendo a nord fino a Haifa. Gli altri comandanti uccisi sono Wael Rajeb (Comadandante del Battaglione di Beit Lahia, nel nord della Striscia), Farsan Khalifa (responsabile della organizzazione militare di Hamas nel capo profughi di Tulkarem, in Cisgiordania) e Rafet Salman, un responsabile della "Brigata Gaza City".

Israele intende portare le operazioni "fino alla vittoria: niente ci fermerà"

All'inizio di ottobre, secondo l'esercito israeliano, Hamas disponeva di 24 battaglioni, ciascuno forte di circa 1000 uomini. I più colpiti sono quelli che erano dislocati nel nord della Striscia, mentre gli altri risultano essere ancora organizzati. Oggi il premier Benyamin Netanyahu, in un sopralluogo alle forze armate a Gaza, ha ribadito che Israele intende portare le operazioni "fino n fondo, fino alla vittoria, niente ci fermerà.

Distruggere Hamas non solo nella Striscia: alcuni giorni fa, in una conferenza stampa, Netanyahu aveva anche detto di aver ordinato al Mossad di colpire i leader dell'organizzazione terroristica ovunque si trovino al mondo. Ma il numero uno di Hamas, Ismail Haniyeh, risiede a Doha, nel Qatar: ossia nella capitale dove il capo del Mossad David Barnea si è recato più volte nelle ultime settimane nel contesto della mediazione del Qatar per la liberazione degli ostaggi.

Due giorni fa il quotidiano francese Le Figaro ha appreso da una fonte qualificata israeliana che "il Qatar ha ricevuto da Israele l' assicurazione che il Mossad non intende attaccare Hamas sul suo territorio". Oggi il Jerusalem Post ha confermato quella informazione.

3 giorni fa
Stati Uniti
Feriti tre studenti palestinesi con un'arma da fuoco in Vermont
© Twitter / @hzomlot
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Tre studenti universitari presumibilmente di origine palestinese sono stati feriti con un'arma da fuoco sabato sera nel Vermont.

Tre studenti universitari di presunta origine palestinese sono stati feriti con arma da fuoco sabato sera a Burlington, nel Vermont, mentre si recavano a una cena di famiglia. Lo scrive il Guardian, riferendo che il capo della missione palestinese nel Regno Unito, Husam Zomlot, ha identificato i tre come Hisham Awartani, Tahseen Ahmed e Kinnan Abdalhamid, iscritti agli atenei Brown, Haverford e Trinity. Zomlot ha affermato su X che ciascuno di loro indossava la kefiah palestinese al momento dell'aggressione, anche se le autorità non hanno indicato pubblicamente un possibile motivo per la tripla sparatoria.

Nel frattempo, il Comitato antidiscriminazione arabo-americano ha scritto su X di aver "motivo di credere che la sparatoria sia stata motivata dal fatto che i tre sono arabi", ricordando che indossavano la kefiah e parlavano arabo". "Un uomo ha urlato e vessato le vittime", ha aggiunto. Gli studenti sono stati portati al centro medico dell'Università del Vermont per essere curati.

Dei tre studenti, ha riferito la polizia, "due sono stabili, mentre uno ha riportato lesioni molto più gravi." I tre giovani stavano camminando su Prospect Street mentre facevano visita a un parente a Burlington per la festa del Ringraziamento quando "si sono trovati di fronte a un uomo bianco armato di pistola che, senza parlare, ha sparato almeno quattro colpi di pistola fuggendo probabilmente a piedi", hanno reso noto gli investigatori. Due sono stati colpiti al torso e uno alle "estremità inferiori".

Le autorità hanno affermato che "non ci sono ulteriori informazioni che suggeriscano il movente". Due degli studenti sono cittadini statunitensi, uno è residente legale. L'FBI si e' detta pronta ad indagare sull'incidente.

3 giorni fa
Estero
"Liberati 39 detenuti palestinesi"
Lo ha dichiarato il Servizio carcerario israeliano.

Il Servizio carcerario israeliano ha dichiarato che 39 detenuti palestinesi sono stati liberati sulla base dell'accordo con Hamas.

Secondo quanto constatato dall'Afp, gli autobus hanno lasciato la prigione israeliana di Ofer, in Cisgiordania, dove i detenuti erano stati trasferiti prima del loro rilascio. I palestinesi sono quindi arrivati a Beitunia.

3 giorni fa
Estero
"Il mio obiettivo è estendere la tregua oltre domani"
Lo ha detto il presidente statunitense Joe Biden.

"Il mio obiettivo è estendere la pausa dei combattimenti oltre domani": lo ha detto Joe Biden in una conferenza stampa improvvisata. Il presidente statunitense ha confermato che a breve parlerà col premier israeliano Netanyahu.

"Penso che tutti gli attori nella regione vogliano solo la liberazione di tutti gli ostaggi e che, come dire, Hamas non controlli più nessuna porzione della Striscia di Gaza", ha aggiunto Biden, dopo aver confermato in una conferenza stampa la liberazione della piccola Abigail Edan, 4 anni, con doppia cittadinanza israeliana e statunitense.

3 giorni fa
Estero
"Hamas consegna gli ostaggi alla Croce Rossa"
Lo riferiscono i media israeliani.

Diciotto ostaggi sono stati consegnati da Hamas alla Croce Rossa: 14 sono israeliani, tra cui 9 bambini, e 4 thailandesi. Lo riferisce la tv israeliana Canale 13.

3 giorni fa
Estero
Un palestinese è rimasto ucciso a Gaza durante la tregua
Lo scrive sulla piattaforma X (ex Twitter) la Mezzaluna rossa palestinese.

"Nonostante la tregua umanitaria sia entrata nel suo terzo giorno, le forze di occupazione israeliane hanno recentemente preso di mira due contadini a est del campo di Al-Maghazi, provocando il martirio di uno e il ferimento dell'altro". Lo scrive sulla piattaforma X (ex Twitter) la Mezzaluna rossa palestinese, spiegando che "la squadra dell'ambulanza" dell'organizzazione "si è occupata di due casi oggi, a est del campo profughi di Al-Maghazi, situato nel centro della Striscia di Gaza".

3 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Funzionari Croce Rossa: "liberazione ostaggi di oggi non è sicura"
L'ha affermato Pascal Hundt. Israele accusa Hamas di aver liberato una bambina senza la madre, mentre in Cisgiordania le vittime continuano ad aumentare.

Secondo fonti israeliane citate dal sito di informazioni pure israeliano Ynet, Hamas ha fornito a Israele un elenco di tredici ostaggi che saranno rilasciati oggi. Secondo le stesse fonti, in questo caso Hamas non ha separato componenti di stessi nuclei familiari, come invece sarebbe accaduto nel secondo gruppo di rilasciati: Israele accusa Hamas di aver violato i termini dell'accordo e di aver rilasciato una 13enne senza la madre. Hamas si difende e spiega di non aver violato l'accordo con Israele, secondo cui madri e figli in ostaggio non vengano separati nel momento del rilascio. L'organizzazione afferma di non aver trovato la donna, riporta l'emittente israeliana N12.
Gli entusiasmi sono frenati dalle affermazioni dell'alto funzionario della Croce Rossa Pascal Hundt, il quale ha dichiarato alla rete britannica Sky News che non è sicuro che oggi verranno rilasciati altri ostaggi.

L'elenco includerebbe anche cittadini statunitensi

La maggior parte di coloro che dovrebbero venir liberati provengono da una stessa comunità. L'elenco includerebbe anche cittadini statunitensi.
In precedenza vari media avevano indicato che l'ufficio del primo ministro israeliano aveva ricevuto una nuova lista di ostaggi che sarebbero stati rilasciati oggi. Il governo si sarebbe già attivato mettendo al corrente le famiglie delle persone che saranno liberate.

Si continua a morire in Cisgiordania: due palestinesi perdono la vita

Intanto, secondo il Ministero della sanità palestinese, citato dall'agenzia di stampa britannica Reuters sul suo sito, due palestinesi sono stati uccisi dalle forze israeliane a Nablus e Jenin nelle prime ore di questa mattina, portando a sei il numero dei palestinesi morti in Cisgiordania nella notte.

3 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Israele, liberati i 39 detenuti palestinesi
La situazione, dopo ore di tensione, si è finalmente sbloccata grazie anche alla mediazione di Egitto e Qatar.

Le autorità israeliane hanno annunciato il rilascio di 39 detenuti palestinesi in cambio degli ostaggi liberati da Hamas. La situazione si è sbloccata grazie alla mediazione di Qatar ed Egitto. Tredici ostaggi israeliani sono stati liberati e consegnati alla Croce Rossa insieme a quattro cittadini thailandesi dopo ore di incertezza e di angoscia per i parenti in attesa.

Presa in consegna degli israeliani, liberazione dei palestinesi

Subito dopo il passaggio del valico di Rafah e l'entrata in Egitto gli ostaggi sono stati presi in consegna dalle forze speciali dell'Esercito e dalle forze di sicurezza israeliani che li hanno trasferiti in territorio israeliano. Lì sono stati sottoposti a un primo controllo medico. Continueranno ad essere accompagnati dai soldati dell'Idf mentre si dirigono verso gli ospedali israeliani, dove si riuniranno alle loro famiglie.
In contemporanea è iniziata la liberazione dei 39 detenuti palestinesi dal carcere di Ofer. I 13 ostaggi israeliani sono tutti del kibbutz Beeri, uno dei più colpiti lo scorso 7 ottobre. Gli ostaggi liberati sono Emily Hand (9), Hila Rotem (13), Maya Regev (21), Noam e Alma Or, fratello e sorella (17 e 13), Shiri e Noga Weiss, madre e figlia (53 e 18), Sharon e Noam Avigdori, madre e figlia (52 e 12 ), Shoshan Haran (67), Adi, Yahel e Neveh Shoham (38, 3 e 8).

Il ritardo nel rilascio

A ritardare il rilascio era stata Hamas che l'aveva motivato con il fatto che "Israele non ha attuato gli elementi dell'intesa". L'accusa è stata rigettata in toto da Israele che aveva minacciato "la ripresa dei combattimenti dalle 24 di stasera se gli ostaggi non saranno liberati". Lo stop all'accordo è arrivato dalle Brigate al Qassam, l'ala militare di Hamas, che ha messo nel mirino il mancato rispetto "dell'accordo sull'ingresso di camion umanitari nel nord della Striscia di Gaza e il mancato rispetto degli standard concordati per il rilascio dei prigionieri". La contestazione di Hamas, secondo quanto si è appreso, si riferiva ai nomi e all'ordine temporale con il quale Israele ha scadenzato la liberazione dei detenuti palestinesi. Fonti politiche israeliane, citate dai media, hanno risposto che "non c'è stata alcuna violazione degli accordi. Così come Hamas decide in ogni fase chi rilasciare dalla sua lista degli ostaggi, altrettanto decidiamo noi quali detenuti di sicurezza palestinesi devono essere liberati in cambio".

Gli aiuti umanitari

Secondo fonti della sicurezza sono stati trasferiti "nel nord della Striscia di Gaza ben 61 camion di aiuti umanitari sui 200 passati oggi, tra cui cisterne di carburante e gas". Hamas ha ribattuto che "340 camion sono entrati a Gaza da venerdì scorso, 65 dei quali hanno raggiunto il nord della Striscia. Un numero che è meno della metà di quanto Israele ha concordato". Per la Mezzaluna Rossa Palestinese (l'equivalente della Croce Rossa) oggi sono stati consegnati "con successo aiuti umanitari alla città di Gaza e al governatorato settentrionale di Gaza nel più grande convoglio" dall'inizio della guerra nella Striscia.

Gli sforzi diplomatici internazionali

I canali di comunicazione indiretta tra le parti si sono subito mossi per risolvere lo stallo. Il Qatar - suoi funzionari sono arrivati in aereo in Israele - ha mosso le sue pedine cercando di arrivare ad una mediazione "il più presto possibile". Anche l'Egitto ha fatto sapere di aver compiuto "intensi sforzi" per portare a compimento la seconda tranche dello scambio tra ostaggi e detenuti palestinesi. Il presidente Usa Joe Biden ha fatto anch'egli la sua parte, parlando con il Qatar, per sbloccare lo stallo.

I presupposti e gli sviluppi possibili della tregua

All'inizio della giornata, prima che tutto si bloccasse, lo scenario e i segnali erano apparsi anche migliori del previsto. Fonti egiziane hanno rivelato che erano in corso ulteriori trattative per allungare di uno o più giorni la tregua in atto fino a lunedì. E da entrambe le parti avevano ricevuto "indicazioni positive". Lo sforzo è quello di favorire uno scambio di ostaggi e detenuti il più largo possibile fino ad arrivare, come detto fin dal primo momento,- a 100 ostaggi liberati (su 230 tenuti a Gaza) per 300 detenuti palestinesi, mentre l'attuale intesa ne prevede 50 per 150. Il ministro della difesa Yoav Gallant, oggi entrato a Gaza nella parte sotto il controllo israeliano, ha ammonito che i militari resteranno nella Striscia finché tutti gli ostaggi non saranno restituiti ed eventuali futuri negoziati con Hamas verranno condotti durante i combattimenti. Se a Gaza tacciono le armi, in Cisgiordania, considerata il 'fronte interno della guerra', gli scontri con l'esercito israeliano proseguono. A sud di Jenin sono stati uccisi due palestinesi, secondo quanto ha riportato l'agenzia Wafa.

4 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
"Se Hamas non libera gli ostaggi entro le 24, è guerra"
Lo hanno detto funzionari della sicurezza israeliana, citati da Ynet.

"Hamas sa che se gli ostaggi non saranno rilasciati entro la mezzanotte, l'esercito riprenderà le operazioni di guerra. E quindi sta cercando di controllare la narrativa". Lo hanno detto funzionari della sicurezza israeliana, citati da Ynet.

Le stesse fonti hanno detto che nelle ultime ore, prima che avvenisse lo scambio concordato, Hamas "ha cambiato il percorso del viaggio e del trasferimento dei rapiti contrariamente al piano" prestabilito. Poi - a fronte delle denunce di Hamas sull'ingresso degli aiuti a Gaza - hanno sottolineato che Israele "ha trasferito nel nord della Striscia di Gaza ben 61 camion di aiuti umanitari sui 200 passati oggi, tra cui cisterne di carburante e gas".

4 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Ritardo tecnico nel processo di rilascio degli ostaggi
Il processo avrebbe dovuto iniziare alle 15 ora Svizzera.

C'è un "leggero ritardo" nel rilascio del secondo gruppo di ostaggi israeliani rapiti nella Striscia di Gaza il 7 ottobre. Lo ha fatto sapere Times of Israel (Toi) ricordando che il processo avrebbe dovuto iniziare alle 16.00 (le 15 in Svizzera). Il sito ha citato una fonte anonima israeliana che ha definito "tecnico" il ritardo, causato forse dai negoziati sul numero di 13 o 14 ostaggi israeliani da liberare oggi.

4 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Ostaggi consegnati da Hamas alla Croce Rossa
I detenuti palestinesi non sono tuttavia ancora stati rilasciati dalle forze israeliane.

Gli ostaggi israeliani sono stati consegnati da Hamas alla Croce Rossa. Lo ha fatto sapere l'esercito citato da Haaretz. Una fonte della sicurezza egiziana ha affermato che potrebbe esserci un ritardo nello scambio, dovuto al fatto che i detenuti palestinesi non sono ancora stati rilasciati dalle forze di occupazione israeliane e che, secondo l'accordo, il rilascio di ostaggi e prigionieri deve avvenire in contemporanea.

4 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Ritardo tecnico nel processo di rilascio degli ostaggi
Il problema potrebbe consistere nel disaccordo sul numero degli ostaggi israeliani da liberare oggi.

C'è un "leggero ritardo" nel rilascio del secondo gruppo di ostaggi israeliani rapiti nella Striscia di Gaza il 7 ottobre. Lo ha fatto sapere Times of Israel (Toi) ricordando che il processo avrebbe dovuto iniziare alle 16.00 (le 15 in Svizzera). Il sito ha citato una fonte anonima israeliana che ha definito "tecnico" il ritardo, causato forse dai negoziati sul numero di 13 o 14 ostaggi israeliani da liberare oggi.

4 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Gaza: primo convoglio con aiuti umanitari verso nord
La Croce Rossa ha affermato che cibo, acqua e materiale medico stanno per arrivare dopo settimane.

Il primo convoglio con gli aiuti umanitari è partito da Khan Younis, a Sud Gaza, verso il nord della Striscia.

Dopo settimane stanno per arrivare i primi nuovi rifornimenti necessari: cibo, acqua e materiale medico sanitario. Lo si apprende dalla Croce Rossa.

4 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Israele: oggi scambio di 14 ostaggi per 42 detenuti palestinesi
I rapiti israeliani liberati oggi potrebbero essere 14.

Il servizio penitenziario israeliano ha ricevuto una lista di 42 detenuti palestinesi, donne e minori, da liberare oggi in vista dello scambio con gli ostaggi israeliani trattenuti di Hamas a Gaza.

Secondo media internazionali, i rapiti israeliani a essere liberati oggi potrebbero essere 14, sulla base del rapporto di un ostaggio per tre detenuti palestinesi.

5 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Due svizzeri tra le vittime dell'attacco terroristico di Hamas
© Shutterstock
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Secondo il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), entrambi avevano il doppio passaporto svizzero-israeliano.

Sono due i cittadini svizzeri uccisi negli attacchi terroristici compiuti dal gruppo islamico radicale Hamas il 7 ottobre in Israele. Secondo il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), entrambi avevano il doppio passaporto svizzero-israeliano. Il DFAE ha riferito stasera all'agenzia di stampa Keystone-ATS di aver ricevuto ieri la conferma ufficiale del secondo decesso. Per motivi di protezione dei dati e della personalità, non è possibile fornire ulteriori dettagli, ha aggiunto il DFAE, confermando una notizia della "NZZ". Cinque giorni dopo l'attacco terroristico di Hamas, il ministro degli Esteri Ignazio Cassis aveva confermato la prima vittima svizzera. Si trattava di un uomo con doppia nazionalità svizzero-israeliana di quasi 70 anni. Non si è saputo molto del decesso. Tuttavia, è risultato chiaro che la morte dell'uomo fosse dovuta a uno "sfortunato incontro" con i terroristi. L'uomo si era trasferito in Israele nel 2004 e abitava in un kibbuz preso di mira dagli islamisti radicali. Nello Stato ebraico, vive una delle più grandi comunità di svizzeri all'estero.

L'attacco

Il 7 ottobre 2023, l'organizzazione radicale palestinese Hamas e altri gruppi estremisti hanno compiuto il peggior massacro della storia di Israele, partendo dalla Striscia di Gaza. Più di 1'200 israeliani sono state uccisi, tra cui almeno 850 civili. Circa 240 ostaggi sono stati portati a Gaza, tra cui diversi cittadini tedeschi. In risposta all'attacco, l'esercito israeliano ha quindi lanciato un'operazione militare nella Striscia di Gaza. Stando a Hamas, il bilancio delle vittime nel territorio palestinese ha raggiunto quasi quota 15'000, tra cui oltre 6'100 minorenni, da quando è iniziata la guerra tra le forze israeliane e i militanti di Hamas. Questa mattina, ora svizzera, è entrato in vigore un cessate il fuoco scandito dallo scambio di ostaggi, che durerà almeno quattro giorni. Mercoledì, invece, il Consiglio federale ha deciso che la Svizzera debba dotarsi di una legge ad hoc per vietare Hamas. Il Governo aveva già deciso lo scorso 11 ottobre che Hamas dovesse essere considerata un'organizzazione terroristica.

5 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Entrati a Gaza 137 camion con aiuti umanitari
Lo hanno reso noto le Nazioni Unite.

Un totale di 137 camion che trasportavano cibo, acqua, medicine e altri beni di prima necessità sono stati scaricati a Gaza da quando è iniziata oggi la tregua tra Israele e Hamas. Lo hanno reso noto le Nazioni Unite. Si è trattato del più grande convoglio umanitario entrato a Gaza dall'inizio della guerra, il 7 ottobre, ha affermato in una nota l'ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari.

5 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Israele ha rilasciato 39 detenuti palestinesi
Lo riferisce al Jazeera.

Il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, Majed al-Ansari, annuncia che 39 donne e minori palestinesi imprigionati da Israele sono stati rilasciati in linea con gli impegni sulla tregua. Lo riferisce al Jazeera. Si tratta di 24 donne e 15 minorenni. Due autobus della Croce rossa - ha riferito la televisione Kan - hanno lasciato il carcere militare di Ofer e si sono diretti verso due località: il posto di blocco di Bitunya (Ramallah) - dove saranno liberati quanti fra loro sono residenti in Cisgiordania - ed il Comando centrale della polizia di Gerusalemme, per quanti vivono a Gerusalemme est. Questa operazione è stata condotta fuori dalla vista di telecamere "per impedire che le ex detenute ostentassero segni di vittoria".

5 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
I 13 ostaggi liberati sono arrivati in Israele
Lo ha fatto sapere il portavoce militare.

I 13 ostaggi israeliani liberati sono ora in Israele. Lo ha fatto sapere il portavoce militare secondo cui sono accompagnati da un'unità speciale e portati negli ospedali a loro destinati, dove poi potranno vedere i familiari. Sono tre bambine, un bambino e 9 donne. La tv pubblica israeliana Kan ha diffuso la lista ufficiale dei nomi. Si tratta di Doron Katz Asher, 34 anni; Aviv Asher, 2 anni; Raz Asher, 4 anni; Daneil Alloni, 45 anni; Emilia Alloni, 6 anni; Keren Monder, 54 anni; Ohad Monder, 9 anni; Ruthi Monder, 78 anni; Yaffa Aadar, 85 anni; Margalit Mozes, 77 anni; Hanna Katzir, 77 anni; Adina Moshe, 72 anni; Hanna Perri, 79 anni.

Anche 10 thailandesi e un filippino

Oltre ai 13 israeliani, anche 10 tailandesi e un filippino sono stati consegnati venerdì alla Croce Rossa di Gaza da Hamas, secondo quanto riporta il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar. "Tra i rilasciati ci sono 13 cittadini israeliani, alcuni dei quali hanno la doppia cittadinanza, oltre a 10 cittadini thailandesi e un cittadino filippino", ha dichiarato Majed Al Ansari.

5 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Croce Rossa: "Gli ostaggi stanno bene"
Lo ha reso noto la Croce Rossa al Magen David Adom

Gli ostaggi rilasciati oggi da Hamas ''stanno bene''. Lo ha reso noto la Croce Rossa al Magen David Adom, il suo equivalente israeliano. Il direttore del Magen David Adom Ely Bin ha detto alla televisione israeliana che in tutto la Croce rossa ha ricevuto 24 ostaggi: 13 di cittadinanza israeliana e altri 11 con cittadinanze diverse.

5 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
I 13 ostaggi israeliani consegnati alla Croce Rossa
Sono partiti da Khan Younis per dirigersi verso il valico.

La tv israeliana Kan, che ha citato fonti egiziane, ha riferito che i 13 ostaggi israeliani da liberare sono stati consegnati alla Croce Rossa. Secondo quanto riferito in precedenza dalla tv CAnale 12, dodici dei 13 ostaggi sono del kibbutz di Nir Oz. Va ricordato che del totale dei rapiti, circa 75 appartengono a quel kibbutz e 13 di questi sono bambini. In precedenza la Cnn aveva riferito che non ci si attende che fra i primi 13 ostaggi rilasciati da Hamas ci siano americani.

5 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
12 dei 13 ostaggi rilasciati sono del kibbutz Nir Oz
Lo ha detto la tv Canale 12.

Dodici dei 13 ostaggi israeliani che saranno rilasciati a momenti sono del kibbutz di Nir Oz. Lo ha detto la tv Canale 12. Va ricordato che del totale dei rapiti, circa 75 appartengono a quel kibbutz e 13 di questi sono bambini. In precedenza la Cnn aveva riferito che non ci si attende che fra i primi 13 ostaggi rilasciati da Hamas ci siano americani.

5 giorni fa
Estero
A Rafah centinaia di persone premono per passare il valico
Lo riferiscono fonti del valico e della Mezzaluna Rossa.

Fonti del valico di Rafah e della Mezzaluna Rossa hanno riferito che per la prima volta dall'inizio della guerra, centinaia di persone si stanno riversando al valico di Rafah, sia dal lato egiziano che da quello palestinese, e senza un elenco preventivo. Tra queste ci sono stranieri ed egiziani rimasti bloccati nella Striscia e che vogliono passare in Egitto, e palestinesi bloccati nel Sinai e in altre città egiziane che lasciano l'Egitto per tornare a Gaza.

Camion con aiuti iniziano a entrare a Gaza

Intanto continuano ad attraversare il valico i camion con gli aiuti, in coordinamento con l'Unrwa e la Mezzaluna Rossa egiziana e palestinese. Stando all'Ufficio stampa del governo egiziano 200 camion carichi di cibo, medicine e acqua per la Striscia di Gaza e cisterne di carburante dovrebbero entrare oggi dal valico di Rafah. 

5 giorni fa
Estero
L'esercito agli sfollati: "Non tornate nel nord della Striscia"
Le truppe israeliane hanno lanciato un appello alla popolazione di Gaza ora che è in corso la tregua.

L'esercito israeliano ha avvertito le masse di palestinesi sfollati nel sud della striscia di Gaza di astenersi dal cercare di tornare nella zona nord, malgrado l'inizio di alcuni giorni di cessate il fuoco. "La guerra non è ancora terminata - ha affermato in arabo il portavoce militare Avichay Adraee - la pausa umanitaria è temporanea. La zona nord resta un'area di guerra. È molto pericolosa, non andate verso nord. Resta permesso invece il transito da nord verso sud, sulla arteria Sallah a-Din. Gli spostamenti verso nord sono vietati e pericolosi".

5 giorni fa
Estero
Distrutto il tunnel Hamas sotto l'ospedale Shifa
L'esercito israeliano lo ha fatto esplodere questa mattina.

L'esercito israeliano ha fatto esplodere stamattina, prima dell'inizio della tregua, un lungo tunnel scavato sotto all'ospedale Shifa di Gaza. Lo ha riferito la radio militare. Secondo un portavoce dell'esercito, Hamas aveva allestito sotto al nosocomio "un centro nevralgico per lo svolgimento di attività terroristiche". Ieri i militari israeliani hanno arrestato il direttore dell'ospedale Shifa, Mohammad Abu Salmiya.

5 giorni fa
Estero
Egitto, con tregua in arrivo 130mila litri di diesel al giorno
Lo riportano i media locali e internazionali.

L'Egitto afferma che 130'000 litri di diesel e quattro camion di gas verranno consegnati ogni giorno a Gaza durante la tregua, il cui inizio è avvenuto questa mattina. Lo riportano i media locali e internazionali.

5 giorni fa
Estero
Entrato in vigore il cessate il fuoco fra Israele e Hamas
La tregua dovrebbe durare almeno quattro giorni.

Un cessate il fuoco di almeno quattro giorni fra Hamas ed Israele è entrato in vigore a Gaza. Lo ha reso noto la radio militare. Nel pomeriggio è attesa la liberazione di 13 ostaggi israeliani, per lo più donne e bambini. In seguito torneranno in libertà anche una trentina di donne e di minorenni palestinesi detenuti in Israele. La sospensione temporanea delle ostilità dovrebbe riguardare anche il confine settentrionale di Israele, dopo ripetuti scontri a fuoco fra l'esercito e gli Hezbollah libanesi.

Intercettato razzo sparato da Gaza

Tuttavia sempre la radio militare ha riferito che un razzo sparato da Gaza dopo l'inizio del cessate il fuoco è stato intercettato da una batteria Iron Dome di difesa aerea nei pressi dei kibbutz israeliani di frontiera di Kissufim ed Ein Ha-Shlosha'. In precedenza erano risuonate in quella zona le sirene di allarme. Non si segnalano danni né vittime

6 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Ucciso il comandante delle forze navali di Hamas
Lo rende noto il portavoce militare di Israele.

Aerei da combattimento delle forze di difesa israeliane Idf, diretti dall'intelligence insieme alle forze della sicurezza (Isa), hanno ucciso Amar Abu Jalalah, comandante delle forze navali di Hamas a Khan Yunis, e un altro agente delle forze navali di Hamas. Lo rende noto il portavoce militare di Israele. Amar Abu Jalalah era un agente di alto livello delle forze navali di Hamas e coinvolto nella direzione di diversi attacchi terroristici via mare che sono stati sventati dalle forze di difesa. Nel corso della guerra sono stati individuati e distrutti depositi di armi, siti di tunnel vicino alla spiaggia, complessi di addestramento.

6 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
"Previsti altri 2 mesi di guerra dopo la breve pausa"
Lo ha detto il ministro della difesa Yaov Gallant parlando ai soldati.

Quella dei prossimi giorni, "sarà una breve tregua", poi la guerra riprenderà e si prevedono "altri due mesi di guerra". Lo ha detto il ministro della difesa Yaov Gallant parlando ai soldati. "Sarà - ha spiegato - una breve pausa alla fine della quale i combattimenti riprenderanno con intensità e creeremo pressione per portare indietro altri ostaggi. Si prevedono altri due mesi di guerra".

6 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Tra 300 palestinesi rilasciabili 33 donne e 123 persone sotto i 18 anni
Tra questi detenuti 49 sono membri di Hamas, 28 della Jihad islamica, 60 del movimento Fatah del presidente palestinese Mahmoud Abbas e 17 del Fronte popolare per la liberazione della Palestina (Fplp).

Nell'elenco diffuso da Israele dei 300 prigionieri che potrebbero essere rilasciati, in più fasi, sulla base all'accordo con Hamas per lo scambio degli ostaggi e la tregua ci sono 33 donne, 123 adolescenti sotto i 18 anni e 144 giovani sui 18 anni. Tra questi detenuti 49 sono membri di Hamas, 28 della Jihad islamica, 60 del movimento Fatah del presidente palestinese Mahmoud Abbas e 17 del Fronte popolare per la liberazione della Palestina (Fplp).

6 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
I primi ostaggi sono 13 tra donne e bambini della stessa famiglia 
Lo ha riferito il portavoce del ministero degli Esteri qatarino, Majed Al-Ansari.

I 13 ostaggi che saranno rilasciati da Hamas domani dovrebbero essere donne e bambini della stessa famiglia, tenuti in prigionia a Gaza. Lo ha riferito il portavoce del ministero degli Esteri qatarino, Majed Al-Ansari. Israele ha deciso di non diffondere i nomi.

6 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Domani scambio tra 13 israeliani e 39 palestinesi
"L'Egitto invita entrambe le parti ad impegnarsi ad attuare l'accordo di tregua secondo quanto previsto e concordato".

Diaa Rashwan, capo dell'ufficio stampa del governo egiziano, ha confermato che la tregua concordata nella Striscia di Gaza inizierà alle 7 di domani mattina e che l'Egitto ha ricevuto gli elenchi dei detenuti e dei prigionieri palestinesi e israeliani, il cui rilascio è previsto nel pomeriggio. Una fonte ufficiale ha poi precisato alla tv statale Al-Qahera che domani saranno liberati 13 ostaggi contro 39 prigionieri palestinesi. "L'Egitto invita entrambe le parti ad impegnarsi ad attuare l'accordo di tregua secondo quanto previsto e concordato".

6 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
"La tregua a Gaza inizierà domani"
Lo ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar. I primi 13 ostaggi nelle mani di Hamas saranno liberati alle ore 15 svizzere.

Il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar ha dichiarato che la tregua tra Hamas e Israele e il rilascio degli ostaggi inizieranno domani. Il braccio armato di Hamas, le brigate Ezzedine al-Qassam, ha confermato con un comunicato che la tregua a Gaza mediata dal Qatar "inizierà venerdì mattina alle 7 locali", le 6 in Svizzera. "Durerà quattro giorni a partire da venerdì mattina e comprende un arresto completo delle attività militari", afferma Hamas. Durante questo periodo, precisa la nota, "50 prigionieri sionisti (ostaggi, ndr.) donne e bambini sotto i 19 anni saranno rilasciati". In cambio, per ciascuno di loro, dovranno essere rilasciati "tre prigionieri palestinesi, donne e bambini".

La lista

L'ufficio del premier israeliano Benyamin Netanyahu ha annunciato di aver ricevuto una lista preliminare degli ostaggi che saranno liberati domani. Funzionari israeliani stanno controllando i dettagli e contattando le famiglie interessate.

 

6 giorni fa
Estero
"Ritardo tregua non deriva da rottura"
Stando a una fonte israeliana non c'è motivo di preoccuparsi.

"Il ritardo (nella tregua e nello scambio di prigionieri, ndr) non deriva da una rottura dei colloqui, ma piuttosto dalla necessità di risolvere le questioni amministrative, che sono in fase di risoluzione". Lo ha detto una fonte israeliana citata dai media. "Non c'è motivo - ha aggiunto - di preoccuparsi". Anche il ministro Israel Katz - alto esponente del Likud, il partito del premier Benyamin Netanyahu - ha detto alla Radio Militare che "al momento l'ipotesi è che l'accordo sarà attuato". "Va ricordato - ha aggiunto - con chi stiamo lavorando: Sinwar (il capo di Hamas, ndr) è un uomo pazzo che ha dato ordini di uccidere, stuprare, abusare".

6 giorni fa
Estero
USA: ritardo nella tregua dovuto a cause logistiche
Stando alla portavoce del consiglio di Sicurezza nazionale americano Adrienne Watson le parti stanno elaborando gli ultimi dettagli logistici.

L'amministrazione Biden spera che il processo di rilascio degli ostaggi inizi domani mattina, mentre le parti elaborano "gli ultimi dettagli logistici", ha detto ieri sera in una dichiarazione la portavoce del consiglio di Sicurezza nazionale americano Adrienne Watson. "L'accordo è stato concordato e resta concordato. Le parti stanno elaborando i dettagli logistici finali, in particolare per il primo giorno di implementazione - ha affermato la Watson, citata dai media Usa: "Crediamo che nulla debba essere lasciato al caso quando gli ostaggi iniziano a tornare a casa. Il nostro obiettivo primario è garantire che vengano riportati a casa sani e salvi. Tutto ciò è sulla buona strada e speriamo che l'implementazione inizi venerdì mattina".

Un giorno in più

Un alto funzionario statunitense ha spiegato che si è reso necessario più tempo per appianare i dettagli relativi alla posizione e al percorso di ciascuno degli ostaggi, nonché alla logistica del loro spostamento ed è stata presa la decisione di aspettare un giorno in più per minimizzare il rischio che le cose andassero male. Ha aggiunto che Israele ha preso la decisione insieme a Qatar ed Egitto, e che gli Stati Uniti sono stati consultati e hanno concordato. Il funzionario ha anche affermato che il fatto che Israele non abbia ancora ricevuto i nomi del primo gruppo di ostaggi da liberare non è un problema serio, ma ha aggiunto che sarebbe preoccupante se entro stasera non fosse ancora disponibile un elenco. 

6 giorni fa
Estero
Rimandata la tregua tra Israele e Hamas
Lo afferma una fonte israeliana al quotidiano Haaretz.

Una fonte israeliana ha riferito al quotidiano Haaretz che non ci sarà una tregua nella striscia di Gaza fino a quando non verranno finalizzati i tempi per l'attuazione dell'accordo con Hamas. Il giornale israeliano cita inoltre una fonte politica israeliana che spiega che il ritardo nell'attuazione dell'accordo sul cessate il fuoco è dovuto al fatto che Hamas non ha ancora presentato l'elenco dei cittadini israeliani che intende rilasciare, né ha ratificato l'accordo raggiunto con il Qatar, che dovrebbe garantire che tutte le parti rispettino i termini concordati.

Il rilascio degli ostaggi non prima di venerdì

Hamas aveva annunciato che lo stop ai raid israeliani sarebbe iniziato oggi alle 10.00 (le 09.00 in Svizzera) anche se mancavano conferme ufficiali da parte del governo di Gerusalemme. Il ministro degli esteri Eli Cohen aveva solo fatto sapere che "secondo il piano concordato il processo del rilascio dei primi ostaggi" sarebbe iniziato anch'esso oggi. Ore dopo, il consigliere della sicurezza nazionale di Israele, Tzachi Hanegbi, ha però reso noto che l'inizio della liberazione degli ostaggi "non avverrà prima di venerdì", assicurando che "i contatti per il rilascio dei nostri prigionieri procedono e avanzano costantemente", ma senza aggiungere altro. Secondo fonti israeliane a "Haaretz", però, Hamas non ha ancora ratificato l'accordo Per questo motivo, l'attuazione dell'accordo è stata rinviata di almeno un altro giorno.

Lo scambio tra ostaggi israeliani e detenuti palestinesi

La "pausa nei combattimenti", come la definisce Israele, è la cornice nella quale si concretizzerà il rilascio di 50 ostaggi israeliani (bambini e donne) in cambio di 150 detenuti palestinesi (anche in questo caso donne e minori). Lo scambio - secondo quanto si è appreso da fonti di sicurezza egiziane - dovrebbe avvenire attraverso il valico di Rafah, tra l'Egitto e la Striscia. Questa è considerata dalle parti come la "prima fase" dell'intesa, che verte sulla liberazione di circa 10 rapiti al giorno. Ma i 4 giorni di tregua potrebbero diventare 5 se sarà possibile - come prevede l'accordo raggiunto con la mediazione del Qatar, dell'Egitto e degli Usa - scambiare ulteriori 50 ostaggi nelle mani di Hamas e delle altre fazioni palestinesi a fronte di altri 150 detenuti palestinesi, portando così a 100 il numero complessivo dei rapiti rilasciati contro 300 che si trovano nelle carceri israeliane. Questa sarebbe la "seconda fase".

Cosa stabilisce l'accordo

L'accordo stabilisce infatti la possibilità di estendere la "pausa nei combattimenti" di alcuni ulteriori giorni, se necessario, in base a una decisione del premier Benyamin Netanyahu e del ministro della difesa Yoav Gallant. Il ministero della Giustizia israeliano ha già individuato 300 palestinesi candidabili per essere liberati, escludendo quelli che si sono macchiati del reato di omicidio. Hamas, nell'ipotesi che lo scambio vada avanti, deve individuare a sua volta gli altri 50 ostaggi da rilasciare che siano sotto il suo controllo o quello di altre fazioni, a cominciare dalla Jihad palestinese. L'accordo prevede inoltre il passaggio di almeno 300 camion dal valico di Rafah di aiuti al giorno diretti a Gaza, compreso il carburante, il divieto per i palestinesi sfollati al sud di tornare al nord della Striscia e anche lo stop, da parte di Israele, del sorvolo dei droni di ricognizione per 6 ore nei 4/5 giorni di tregua. Allo scadere di questo termine, l'esercito israeliano - è stato spiegato - riprenderà in pieno la sua offensiva nella Striscia.

7 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Israele ha ricevuto lista dei primi ostaggi da rilasciare
La lista - ha aggiunto la tv - è stata data al capo del Mossad David Barnea che si trova in Qatar.

Israele ha ricevuto la lista degli ostaggi che saranno rilasciati nel primo giorno di tregua. Lo ha riportato la tv Canale 12 secondo cui Israele non pubblicherà i nomi prima che siano rilasciati per "evitare fase speranze tra i familiari se l'accordo non dovesse concretizzarsi". La lista - ha aggiunto la tv - è stata data al capo del Mossad David Barnea che si trova in Qatar.

7 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
A Rafah si intensifica il flusso di aiuti, pronti 200 camion per Gaza
Nella Striscia sono entrate oggi da Rafah 4 autocisterne, che trasportavano in tutto circa 120.000 litri di carburante. Nel vicino porto sono approdate 4 petroliere.

Mentre il terminal di Rafah attende la finalizzazione dell'accordo per lo scambio tra ostaggi di Hamas e prigionieri di Israele, si va intensificando il flusso di aiuti in uscita dal valico. Duecento camion con aiuti umanitari si stanno preparando ad entrare domani nella Striscia di Gaza - ha affermato Raed Abdel Nasser, segretario generale della Mezzaluna Rossa egiziana nel Nord Sinai - mentre oggi sono riuscite ad entrare in Egitto 448 persone tra stranieri ed egiziani e 18 feriti. Nella Striscia sono entrate oggi da Rafah 4 autocisterne, che trasportavano in tutto circa 120.000 litri di carburante. Nel vicino porto sono approdate 4 petroliere.

7 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
"Il bilancio dei morti sale a 14'532"
Lo riferisce il ministero della Sanità di Hamas citato dal Times of Israel.

Sale a 14'532 il bilancio delle vittime a Gaza da quando Israele ha iniziato a colpire la Striscia in risposta agli attacchi del 7 ottobre compiuti dai miliziani di Hamas. Lo riferisce il ministero della Sanità di Hamas citato dal Times of Israel. Sempre secondo Hamas, 35'000 palestinesi sono stati feriti e 7'000 sono ancora dispersi.

7 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Cosa prevede l'accordo tra Israele e Hamas
La tregua potrebbe partire alle 10 di domani con il primo rilascio di una decina di ostaggi alle 12. Ecco i principali punti dell'intesa raggiunta dopo serrate trattative, mediate dal Qatar.

L'accordo tra Hamas e Israele prevede una tregua di quattro giorni e la liberazione graduale di 50 ostaggi detenuti a Gaza in cambio di 150 prigionieri palestinesi. La tregua potrebbe partire alle 10 di domani con il primo rilascio di una decina di ostaggi alle 12. Ecco i principali punti dell'intesa raggiunta dopo serrate trattative, mediate dal Qatar.

"Tre palestinesi per ogni israeliano"

Israele ha detto che lo scambio avverrà in due fasi. La prima si svolgerà nei quattro giorni concordati di tregua e prevede che 50 ostaggi israeliani (almeno 10-12 al giorno) e 150 prigionieri palestinesi siano rilasciati. Se il meccanismo funzionerà, ci potrebbe essere una seconda fase - uno o più giorni di proroga della tregua - con il rilascio di altri 150 prigionieri palestinesi in cambio di altri ostaggi, "fino a 50".

Chi verrà rilasciato

A ritrovare la libertà saranno per primi donne e bambini israeliani, mentre tra i palestinesi verrà liberato solo chi non si è macchiato di omicidio. Secondo le stime, sarebbero 240 gli ostaggi rapiti da Hamas il 7 ottobre. Israele ha pubblicato i nomi di 300 detenuti palestinesi che potrebbero essere liberati, la stragrande maggioranza adolescenti. Di quelli sulla lista, 49 sono identificati come membri di Hamas, 60 come appartenenti a Fatah, il partito che guida l'Autorità palestinese in Cisgiordania, e 17 come affiliati al Fronte popolare per la liberazione della Palestina (Fplp). Non tutte le persone rapite il 7 ottobre sono nelle mani di Hamas: alcuni sono stati presi dalla Jihad islamica palestinese o da altre organizzazioni di miliziani.

La pausa dai combattimenti

Dopo varie trattative nelle quali si oscillava tra 3 e 5 giorni di pausa dei combattimenti, alla fine si è arrivati a 4. Mentre gli ostaggi saranno trasferiti, la ricognizione israeliana di Gaza tramite droni e altri mezzi verrà temporaneamente sospesa per sei ore al giorno.

Aiuti umanitari e carburanti

Previsto un aumento degli aiuti nella Striscia, compreso il carburante. Almeno 200-300 camion umanitari al giorno, di cui otto con carburante e gas. Anche l'Ue farà la sua parte. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha annunciato un aumento delle consegne di aiuti. Previsto anche che la Croce Rossa possa visitare gli ostaggi che resteranno a Gaza.

"La guerra non finisce"

I combattimenti riprenderanno dopo la fine della pausa umanitaria. L'accordo, infatti, non è un cessate il fuoco definitivo e Israele ha promesso che tornerà a dare la caccia ad Hamas finché non sarà sradicato da Gaza, con l'obiettivo di "riportare a casa tutti gli ostaggi". "Non appena avremo esaurito questa fase", le operazioni di sicurezza "proseguiranno a pieno ritmo", ha avvertito il ministro della Difesa Yoav Gallant.

7 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
A Gaza ora si sogna la fine della guerra
In primo luogo cercano di sapere quanti aiuti umanitari potranno entrare da domani nella Striscia (in tempi normali dall'Egitto arrivavano centinaia di camion quotidianamente, ridottisi adesso a poche decine) e se Israele abbia finalmente accettato di introdurre quantità significative di carburante, senza il quale la loro vita resta paralizzata.

Un'atmosfera di cauto ottimismo si è diffusa fra le centinaia di migliaia di sfollati confluiti in queste settimane a Khan Yunis dal nord della Striscia di Gaza alla vigilia del cessate il fuoco fra Hamas ed Israele. "Speriamo che regga, speriamo che significhi la fine della guerra", dicono in tanti, tutti peraltro impegnati oggi nel cercare di comprendere le implicazioni dirette sulle loro condizioni di vita. In primo luogo cercano di sapere quanti aiuti umanitari potranno entrare da domani nella Striscia (in tempi normali dall'Egitto arrivavano centinaia di camion quotidianamente, ridottisi adesso a poche decine) e se Israele abbia finalmente accettato di introdurre quantità significative di carburante, senza il quale la loro vita resta paralizzata.

Edifici bombardati

"In molte città ci sono edifici bombardati da Israele e le macerie devono essere rimosse con urgenza", affermano responsabili del municipio. Secondo le autorità locali, i dispersi sono stimati in 3.000 in tutta la Striscia ed una parte di loro potrebbero trovarsi ancora sepolti sotto i detriti. La loro rimozione è uno degli impegni prioritari con la sospensione dei combattimenti. Fra gli edifici più significativi demoliti nei bombardamenti ci sono il palazzo del parlamento ed il lussuoso Hotel al-Mashtal, nonché numerose moschee ritenute da Israele luoghi di copertura per le attività militari di Hamas.

Sfollati da nord a sud

Dal nord è poi proseguito anche oggi il flusso di migliaia di sfollati verso il sud, passando per l'arteria Sallah-a-Din che attraversa la Striscia in tutta la sua lunghezza. "Carri armati israeliani sono stati dislocati lungo un tratto - hanno riferito al loro arrivo a Khan Yunis - e Israele ha eretto posti di blocco. Se qualcuno progettava domani di sfruttare il cessate il fuoco per tornare a nord, meglio che riveda i progetti". Nelle lunghe ore trascorse in casa, spesso le riunioni familiari si sono trasformate in accese discussioni. Specialmente i più giovani, dopo settimane di guerra, si dicono in grado di stabilire da un rumore di sottofondo se esso sia da attribuire ad un aereo, a un drone o ad un 'quadricottero', cioè un drone tattico di piccole dimensioni in grado di volare agilmente anche all'interno di vie strette. "Se lo sentite e lo distinguete - consigliano - allontanatevi subito dalle finestre. Può essere pericoloso". In altri salotti si parla invece di politica. Uno degli scenari che vanno per la maggiore riguarda una Gaza non più gestita da Hamas ma forse dall'Autorità nazionale palestinese o dall'uomo d'affari Mohammad Dahlan.

Cessate il fuoco

Settimane di attento ascolto dei notiziari alla radio o in tv hanno accresciuto l'apertura di molti sfollati agli scenari internazionali. Alcuni ipotizzano una sorta di mandato Onu per la Striscia, o anche un intervento diretto dell'Unione Europea. I più anziani tornano col pensiero agli anni Settanta, quando a Gaza c'era un'amministrazione militare israeliana. "Allora - racconta qualcuno ai nipoti increduli - potevamo prendere l'autobus da Gaza e andare a Tel Aviv o a Tiberiade, o anche in vacanza ad Eilat, sul mar Rosso. Gli israeliani facevano acquisti da noi, e noi da loro". Altri tempi. Domani a Khan Yunis si torna alla realtà, con un cessate il fuoco impegnato a compiere i primi passi.

7 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Una bimba di 3 anni tra i tre ostaggi americani che saranno liberati
Lo ha fatto sapere un funzionario dell'amministrazione Biden, ripreso dai media israeliani.

Tra i circa 50 ostaggi che saranno rilasciati ci sono 3 americani e tra questi una bambina di 3 anni Avigail Mor Idan, i cui genitori Roee e Smadar sono stati uccisi da Hamas il 7 ottobre scorso. Lo ha fatto sapere un funzionario dell'amministrazione Biden, ripreso dai media israeliani. Gli altri due sono entrambe donne che hanno doppio passaporto: israeliano e americano.

7 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
A Gaza 5'500 donne devono partorire il mese prossimo
Ogni giorno, circa 180 donne partoriscono in condizioni spaventose, il futuro dei loro neonati è in pericolo ed incerto", ha detto la direttrice del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione.

La direttrice del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (Unfpa), Natalia Kanem, ha espresso preoccupazione per la sorte delle donne incinte a Gaza e per i nascituri. "Tra i combattimenti e la devastazione, a Gaza ci sono attualmente 5'500 donne incinte che dovrebbero partorire nel prossimo mese. Ogni giorno, circa 180 donne partoriscono in condizioni spaventose, il futuro dei loro neonati è in pericolo ed incerto", ha detto Kanem.

7 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Netanyahu stasera terrà una conferenza stampa a Tel Aviv
Insieme a lui ci saranno il ministro della Difesa Yoav Gallant e quello del governo di emergenza nazionale Benny Gantz.

Il premier Benyamin Netanyahu terrà stasera una conferenza stampa al ministero della Difesa a Tel Aviv alle 21.15 (le 20.15 in Svizzera). Insieme a lui ci saranno il ministro della Difesa Yoav Gallant e quello del governo di emergenza nazionale Benny Gantz.

7 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Da Rafah a Gaza due autocisterne e 4 aerei di aiuti
Lo ha detto Khaled Zayed, presidente della Mezzaluna Rossa egiziana.

Due autocisterne di carburante sono entrate a Gaza trasportando 60.000 litri di carburante, portando il totale di trasporti del genere a 13 mezzi. Lo ha detto Khaled Zayed, presidente della Mezzaluna Rossa egiziana, aggiungendo che all'aeroporto internazionale di al-Arish sono arrivati 4 voli di aiuti umanitari, provenienti da Indonesia, Emirati, Arabia Saudita e Kuwait. A bordo degli aerei anche numerosi operatori umanitari. Una fonte della sicurezza e una fonte della Mezzaluna Rossa al posto di frontiera di Rafah hanno poi riferito che oggi sono entrati in Egitto 300 stranieri e 9 palestinesi feriti sono arrivati al valico di Rafah, accompagnati da 9 loro parenti. Per oggi erano sono attesi 20 feriti, oltre a 336 stranieri e 112 egiziani di origine palestinese, hanno sottolineato.

7 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
A Gaza almeno 191 persone sono morte nelle strutture per rifugiati
È quanto segnala l'ultimo rapporto dell'Unrwa.

Almeno 191 profughi nelle scuole gestite dall'Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi sono stati uccisi negli attacchi a Gaza e 798 sono rimaste ferite, secondo quanto segnala l'ultimo rapporto dell'Unrwa. "Due scuole, nel nord e nel centro dell'enclave assediata, sono state completamente demolite dalle esplosioni", riferisce il report. L'Unrwa segnala inoltre che almeno in cinque occasioni le strutture dell'agenzia delle Nazioni Unite sono state utilizzate dall'esercito israeliano, "compreso l'ingresso di carri armati nelle strutture, l'uso da parte di cecchini e interrogatori e arresti all'interno delle strutture". L'Unrwa ha verificato 89 incidenti che hanno avuto un impatto su 69 delle sue installazioni. Almeno in 23 casi con effetti diretti prolungati.

7 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
"A fine mese è previsto un nuovo scambio di prigionieri"
Lo scrive la Reuters sul proprio sito web, citando un funzionario palestinese.

L'accordo Israele-Hamas concordato ieri per la liberazione di 50 ostaggi tenuti a Gaza in cambio del rilascio di 150 prigionieri palestinesi sarà ripetuto alla fine di questo mese. Lo scrive la Reuters sul proprio sito web, citando un funzionario palestinese. "Il secondo gruppo seguirà il primo. Ci vorranno quattro o cinque giorni per organizzarlo" e "coinvolgerà 50 israeliani (ostaggi) in cambio di 150 palestinesi (prigionieri)", ha detto il funzionario a condizione di anonimato, sottolineando che tra i prigionieri ci saranno anziani, donne e bambini e che le condizioni saranno le stesse.

7 giorni fa
Estero
Qatar: "Raggiunto un accordo tra Israele e Hamas"
Prevista una tregua di quattro giorni e il rilascio di 50 ostaggi.

Il Qatar ha annunciato formalmente un accordo tra Israele e Hamas che prevede la pausa nei combattimenti e il rilascio di 50 tra donne e bambini tenuti in ostaggio da Hamas. "L'orario di inizio della pausa sarà annunciato entro le prossime 24 ore; durerà quattro giorni e sarà soggetta a proroga", ha affermato Doha in un comunicato citato dai media internazionali.

All'accordo si è giunti grazie alla mediazione da parte di Egitto, Stati Uniti e Qatar. "L'accordo - si legge nel comunicato di Doha - prevede il rilascio di 50 donne e bambini civili in ostaggio attualmente detenuti nella Striscia di Gaza in cambio del rilascio di un certo numero di donne e bambini palestinesi detenuti nelle carceri israeliane; il numero dei rilasciati sarà aumentato nelle fasi successive dell'attuazione dell'accordo".

Il Qatar aggiunge che il cessate il fuoco "permetterà l'ingresso di un numero maggiore di convogli umanitari e aiuti, compreso il carburante destinato ai bisogni umanitari". "Lo Stato del Qatar - conclude la nota - afferma il proprio impegno negli sforzi diplomatici in corso per allentare le tensioni, fermare gli spargimenti di sangue e proteggere i civili. A questo proposito, il Qatar apprezza gli sforzi della Repubblica araba d'Egitto e degli Stati Uniti d'America nel raggiungere questo accordo".

8 giorni fa
Estero
Vicino l'accordo per la liberazione di donne e bimbi
Lo ha rivelato una fonte israeliana.

Una fonte israeliana ha detto all'emittente tv Canale 12: "siamo molto vicini ad un accordo" per il rilascio di alcuni ostaggi a Gaza. Ad essere liberati dovrebbero essere i bambini, le loro madri e altre donne. Dopo aver sottolineato che ci sono ancora aspetti tecnici da risolvere, secondo la fonte c'è un'intesa in base a cui almeno 50 persone saranno liberate, mentre decine di altre lo potrebbero essere in cambio di un'estensione del cessate il fuoco dopo i primi pochi giorni iniziali.

8 giorni fa
Estero
Israele, parenti degli ostaggi abbandonano incontro con gabinetto di guerra
I parenti hanno lasciato la sala dopo che è stato detto loro che gli obiettivi di liberare gli ostaggi e rovesciare Hamas sono ugualmente importanti.

I parenti degli israeliani tenuti in ostaggio da Hamas nella Striscia di Gaza hanno abbandonato ieri sera un incontro con i membri del gabinetto di guerra dopo che è stato detto loro che gli obiettivi di liberare gli ostaggi e rovesciare Hamas sono ugualmente importanti. Lo riporta "Haaretz".

Udi Goren, il cui cugino Tal Chaimi, 42 anni, è tra gli ostaggi, ha detto a Channel 12 News che lo scopo dell'incontro era che i ministri spiegassero gli obiettivi di Israele nella guerra. "Qualche giorno fa ci siamo incontrati solo con Gantz e Eisenkot", ha detto Goren. "Ci hanno detto inequivocabilmente che l'obiettivo primario della guerra era garantire il rilascio degli ostaggi e ora ci viene detto, in risposta a una domanda molto concreta, che gli altri membri del gabinetto di guerra dicono che ci sono due obiettivi ugualmente importanti". "Cento membri della Knesset ci hanno promesso che credono che lo scopo supremo della guerra debba essere innanzitutto la liberazione degli ostaggi. Netanyahu ha detto che entrambi gli obiettivi sono ugualmente importanti", ha aggiunto Goren. "È una delusione enorme. Se lo Stato di Israele vuole dimostrare che santifica la vita sopra ogni cosa, che crede davvero nel valore della vita umana, le parole non bastano. Deve essere l'obiettivo primario della guerra. Santifichiamo la vita e riportiamo a casa viva la nostra gente".

Su X il premier Benyamin Netanyahu ha scritto che "insieme al gabinetto di guerra ho incontrato stasera le famiglie dei rapiti che sono sempre nel mio cuore e guidano le mie azioni. Recuperare i nostri rapiti è un compito sacro e supremo e mi impegno a farlo. Non abbiamo rinunciato al compito di restituirli, e questa è la mia responsabilità e quella del gabinetto di guerra". "Ho ascoltato il dolore delle famiglie. Abbiamo parlato cuore a cuore, ho condiviso con loro quanto più ho potuto gli sforzi politici, di intelligence e operativi che conduciamo 24 ore su 24. Ho detto alle care famiglie: i nostri rapiti sono sempre davanti ai miei occhi - dal momento in cui mi alzo la mattina fino a quando vado a letto la sera tardi - in ogni momento. Non smetteremo di combattere finché non riporteremo a casa i nostri ostaggi, non distruggeremo Hamas e non ci assicureremo che non ci siano più minacce da Gaza".

8 giorni fa
Estero
17 morti in raid Israele su campo profughi
Lo riporta l'agenzia di stampa palestinese Wafa.

Almeno 17 persone sono rimaste uccise e diverse altre ferite stanotte in un attacco israeliano sul campo profughi di Nuseirat, a sud di Gaza City: lo riporta l'agenzia di stampa palestinese Wafa, affermando che tra le vittime ci sono anche donne e bambini.

8 giorni fa
Estero
Hamas: "Siamo vicini a un accordo per una tregua con Israele"
Lo ha dichiarato il leader Ismail Haniyeh.

"Siamo vicini a raggiungere un accordo per una tregua" con Israele, dichiara stanotte il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, con un messaggio su Telegram. "Il movimento (Hamas, ndr.) ha dato la sua risposta ai fratelli del Qatar e ai mediatori", prosegue Haniyeh nel suo post. Funzionari di Hamas hanno detto all'emittente Al-Jazeera che i dettagli della tregua saranno annunciati dal Qatar quando e se sarà finalizzata. I colloqui in corso - spiegano le fonti - riguarderebbero una tregua di "un certo numero di giorni" e includerebbero accordi per l'ingresso di aiuti nella Striscia a Gaza e lo scambio tra ostaggi presi da Hamas con persone imprigionate da Israele. In particolare, il rilascio dovrebbe riguardare donne e bambini israeliani in cambio di donne e bambini palestinesi.

L'annuncio di un accordo atteso a ore

L'annuncio di un possibile accordo di cessate il fuoco e uno scambio di prigionieri tra Israele e Hamas potrebbe essere annunciato "a ore" da funzionari del Qatar, ha detto ad al-Jazeera l'esponente della fazione islamica Izzat el-Reshiq. "L'atteso accordo includerà il rilascio di ostaggi donne e bambini israeliani in cambio di donne a bambini palestinesi nelle prigioni dell'occupazione", ha aggiunto.

9 giorni fa
Estero
Entrato a Gaza il primo ospedale da campo
Lo hanno reso noto funzionari palestinesi

È entrato oggi a Gaza il primo ospedale da campo dall'inizio della guerra. Lo hanno reso noto funzionari palestinesi. L'attrezzatura per l'ospedale da campo è stata trasportata a Gaza da quaranta camion attraverso il valico di Rafah. A bordo anche 17 operatori sanitari e tecnici giordani Secondo il bilancio di Hamas, da inizio guerra, i feriti sono 30.000 a Gaza e 13.000 i morti, due terzi dei quali donne e bambini.

9 giorni fa
Estero
Ventotto bimbi prematuri giunti in Egitto da Gaza
Lo riporta l'emittente statale egiziana al Qahera.

Ventotto bambini prematuri provenienti dall'ospedale al-Shifa di Gaza sono arrivati al valico di Rafah. Lo riporta l'emittente statale egiziana al Qahera. Intanto due cisterne di carburante sono entrate nella Striscia di Gaza portando il totale a 9.

Attesi in Egitto centinaia di feriti e stranieri da Gaza

Il ministro della Sanità egiziano è oggi al valico di Rafah per accogliere centinaia di feriti che saranno curati in Turchia, negli Emirati e negli ospedali egiziani, tra cui diversi bambini prematuri. Da questa mattina sono intanto entrati in Egitto - secondo l'Ufficio stampa del governo - 280 stranieri o persone con doppia nazionalità che erano rimasti bloccati nella Striscia. A Gaza sono anche entrati 50 camion di aiuti, tra cui un ospedale da campo fornito dalla Giordania, e due camion di carburante.

9 giorni fa
Estero
Gaza: 12 morti in raid su ospedale Indonesiano
lo ha reso noto oggi il portavoce del ministero della Sanità di Hamas

Almeno "12 pazienti e loro parenti" sono stati uccisi e "decine (sono rimasti) feriti" in attacchi israeliani contro l'ospedale Indonesiano a nord di Gaza City: lo ha reso noto oggi il portavoce del ministero della Sanità di Hamas, Ashraf al-Qidreh. "L'esercito israeliano sta assediando l'ospedale Indonesiano e temiamo che lì accada la stessa cosa che ad al-Shifa", un altro ospedale recentemente evacuato, ha aggiunto Qidreh. I notiziari locali affermano che è andata via la corrente nel nosocomio e che le forze israeliane sparano a chiunque cerchi di lasciare la struttura.

11 giorni fa
Medio Oriente
Hamas: "12'300 morti a Gaza, più di 5mila sono minorenni"
È il bilancio diramato da Hamas dal 7 ottobre ad oggi.

Il governo del movimento islamista Hamas ha annunciato che 12'300 palestinesi sono stati uccisi nei bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza dall'inizio della guerra il 7 ottobre. Tra i decessi registrati finora ci sono più di 5000 minorenni e 3300 donne, ha precisato.

Inoltre, 30'000 persone sono rimaste ferite. Il ministero della Sanità di Hamas ha aggiunto che decine di corpi sono disseminati per le strade del nord della Striscia di Gaza e che è impossibile contarli perché l'esercito israeliano "prende di mira le ambulanze e gli operatori sanitari" che cercano di avvicinarsi.

11 giorni fa
Medio Oriente
Israele, l'esercito espande le operazioni nel nord di Gaza
Lo ha detto il portavoce militare israeliano.

L'esercito israeliano sta espandendo "la sua offensiva nella parte nord della Striscia". Lo ha detto il portavoce militare, riferendosi alle aree di Zaitun e Jabalya. Per quanto riguarda quest'ultima, il portavoce ha ricordato che nella zona "ci sono il comando e il centro di controllo della Brigata nord di Gaza di Hamas. E dove c'è una delle più significative roccaforti del terrore con quattro battaglioni operativi di Hamas". A Jabalya - ha proseguito - i soldati "hanno affrontato terroristi che operano intenzionalmente da aree civili e hanno tentato di attaccare le truppe utilizzando missili anticarro e ordigni esplosivi".

"Colpita Hamas"

"Durante gli scontri - ha sostenuto - sono stati uccisi numerosi terroristi e le truppe hanno colpito un gran numero di infrastrutture terroristiche, comprese infrastrutture sotterranee e obiettivi importanti dell'organizzazione terroristica". L'esercito ha poi aggiunto che "reparti della 36esima Divisione stanno operando contro il battaglione 'Zaytun', uno dei principali battaglioni di Hamas, nel quartiere di Zaytun a Gaza City". "Parallelamente - ha specificato - altre truppe stanno operando alla periferia di Zaytun, tra cui Sheikh Ijlin e Rimal, liberando le aree dai terroristi e colpendo le infrastrutture terroristiche".

11 giorni fa
Medio Oriente
Israele, le famiglie dei rapiti davanti gli uffici di Netanyahu: "Liberateli ora"
Si tratta della tappa finale della marcia organizzata dai familiari degli ostaggi e partita da Tel Aviv martedì scorso.

"Liberateli adesso". È il grido che arriva dalla folla di migliaia di persone che, arrivate in corteo a Gerusalemme davanti agli uffici del premier israeliano Benyamin Netanyahu, chiedono maggiore impegno per la liberazione degli ostaggi rapiti da Hamas il 7 ottobre. "Non abbiamo il privilegio di poter aspettare ancora che i nostri cari vengano liberati per buon cuore e buona volontà, perché questa cosa non avverrà mai", ha detto nel suo intervento in piazza, Yuval Haran, che aspetta il ritorno a casa di sette membri della sua famiglia portati nella Striscia di Gaza.

Una marcia partita martedì

Si tratta della tappa finale della marcia organizzata dai familiari degli ostaggi e partita da Tel Aviv martedì scorso. Decine di migliaia di persone - questi i numeri degli organizzatori - hanno sfilato in corteo dopo aver percorso a piedi 63 chilometri sulle autostrade di Israele. I partecipanti, arrivati a Gerusalemme, hanno intonato l'inno nazionale israeliano, issato bandiere e le foto degli ostaggi.

11 giorni fa
Medio Oriente
Unrwa: "Da Israele solo la metà del carburante necessario"
Lo denuncia in una nota Philippe Lazzarini, capo dell'Unrwa, l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi.

"Dopo settimane di rinvii, Israele ha approvato l'ingresso solo della metà del carburante necessario per le operazioni umanitarie a Gaza, si è molto lontani dal garantire il funzionamento ininterrotto di ospedali, pompe idrauliche per i rifugi, ambulanze, sistema di comunicazioni". Lo denuncia in una nota Philippe Lazzarini, capo dell'Unrwa, l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi.

"Senza tutto il carburante che serve la popolazione avrà solo due terzi del fabbisogno giornaliero di acqua potabile, mentre il sistema fognario rischia di collassare ed essere fonte di epidemie", afferma il responsabile con doppia cittadinanza svizzera e italiana.

11 giorni fa
Medio Oriente
Gaza: Von der Leyen contro "lo sgombero forzato" dei palestinesi
È quanto affermato dalla presidente della Commissione europea dopo un incontro avuto con il presidente egiziano.

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen si è detta "contraria" alla "evacuazione forzata" dei palestinesi da Gaza, dopo l'incontro avuto al Cairo con il presidente egiziano, Abdel Fattah al-Sisi. "Ho discusso della crisi umanitaria in corso a Gaza con il presidente al-Sisi. Ho ringraziato l'Egitto per il suo ruolo nella fornitura e la facilitazione dell'invio di aiuti umanitari ai palestinesi vulnerabili", ha detto la 65enne. "Siamo d'accordo sul principio di non sgomberare con la forza i palestinesi, in un orizzonte politico fondato su una soluzione a due Stati", ha quindi aggiunto.

11 giorni fa
Medio Oriente
Gaza, in centinaia lasciano l'ospedale al Shifa
Lo ha riferito il quotidiano israeliano Haaretz che cita notizie palestinesi sul posto.

Centinaia di persone starebbero lasciando l'ospedale al Shifa di Gaza City diretti a piedi verso la parte sud della Striscia. Lo ha riferito il quotidiano israeliano Haaretz che cita notizie palestinesi sul posto. Stamane si sono ricorse varie notizie secondo cui l'esercito israeliano avrebbe ordinato l'evacuazione del nosocomio. Lo stessos esercito, per il tramite di un portavoce, ha smentito queste voci.

11 giorni fa
Medio Oriente
Faisal: "Il mondo arabo chiede una tregua immediata"
Lo ha detto il ministro degli Affari Esteri saudita, principe Faisal bin Farhan Al Saud.

"Siamo d'accordo sull'importanza della pace ma noi nel mondo arabo crediamo nella necessità di una tregua immediata per alleviare la sofferenza della popolazione di Gaza. Lo ha detto il ministro degli Affari Esteri saudita, principe Faisal bin Farhan Al Saud. Il principe si esprimeva da Riad, dove ha accolto l'alto rappresentante Ue, Josep Borrell. "Non c'è abbastanza attenzione per la necessità di un cessate il fuoco: se vogliamo chiamarla pause va bene ma le armi devono tacere, non vogliamo vedere civili morire ogni giorno".

11 giorni fa
Medio Oriente
Gaza, Israele: "Mai chiesto di evacuare l'ospedale di Shifa"
Lo ha dichiarato stamane un portavoce militare israeliano.

L'esercito israeliano "non ha ordinato in nessun momento l'evacuazione dei pazienti o dei medici" dall'ospedale Shifa. Lo ha dichiarato stamane un portavoce militare spiegando che l'esercito ha invece accolto "una richiesta del direttore dello Shifa per consentire ad altri abitanti di Gaza che erano in ospedale e che vorrebbero evacuare, di farlo attraverso un percorso sicuro". "Il personale medico rimarrà in ospedale - ha aggiunto - per assistere i pazienti che non si possono allontanare".

Gli attacchi odierni

Intanto, in seguito ad una serie di attacchi verso la Alta Galilea sferrati stamane dagli Hezbollah, l'artiglieria israeliana ha colpito obiettivi situati nel Libano meridionale. In precedenza sirene di allarme erano risuonate in diverse località israeliane di confine, fra cui Sasa e Shtulà. In tutto sono state registrate 25 esplosioni, che non hanno provocato vittime. Gli attacchi lanciati ieri dagli Hezbollah nella stessa zona hanno provocato il ferimento di quattro persone, una delle quali versa in condizioni gravi.

11 giorni fa
Medio Oriente
Gaza, l'esercito israeliano opera attorno a tre ospedali
Oltre all'ospedale al-Shifa, l'esercito israeliano ha stretto d'assedio anche l'ospedale al-Ahli e ha bombardato un'area vicina all'ospedale indonesiano", riportano alcune fonti locali.

Una intensa attività delle forze armate israeliane è segnalata oggi vicino a tre ospedali di Gaza. Nell'area dell'ospedale Shifa reparti dell'esercito proseguono ed estendono le ispezioni all'interno e sotto le strutture. In parallelo, riferiscono fonti locali, l'esercito ha stretto d'assedio l'ospedale al-Ahli e ha bombardato un'area vicina all'ospedale indonesiano", nel nord della Striscia.

Decine di vittime

Bombardamenti pesanti si sono verificati nelle ultime ore, secondo le fonti, nel nord della Striscia (a Beit Hanun e Jabalya) e a Nusseirat, nella zona centrale. In questa località si è avuta notizia di decine di vittime.

11 giorni fa
Medio Oriente
Israele ordina evacuazione dell'ospedale al-Shifa
Attualmente, secondo le Nazioni Unite, nella struttura sanitaria si trovano 2.300 pazienti, operatori sanitari e sfollati.

L'esercito israeliano avrebbe ordinato l'evacuazione "entro un'ora" dell'ospedale al-Shifa di Gaza, secondo l'Afp.

All'interno 2'300 persone

I soldati israeliani, che per il quarto giorno consecutivo tengono in assedio l'ospedale, questa mattina ne hanno ordinato l'evacuazione tramite altoparlante "entro un'ora", ha riferito un giornalista dell'AFP sul posto. Attualmente, secondo le Nazioni Unite, nella struttura sanitaria si trovano 2.300 pazienti, operatori sanitari e sfollati.

Blitz israeliano

Frattanto, cinque palestinesi sono stati uccisi, e altri 7 feriti, in un'operazione dell'esercito israeliano nel campo profughi di Balata, vicino a Nablus, in Cisgiordania. Secondo l'agenzia Wafa, "un drone israeliano ha preso di mira con un missile il quartier generale di Fatah" nel campo. A detta dell'esercito israeliano, è stato colpito "un nascondiglio usato dai terroristi coinvolti nella preparazione di un imminente attacco terroristico a civili e soldati israeliani". Secondo la stessa fonte, tra gli uccisi " c'è Muhammad Zahed, un importante terrorista di Nablus".

12 giorni fa
Estero
Tel Aviv, l'operazione si estenderà nel sud Striscia
Lo ha detto il portavoce militare Daniel Hagari.

L'operazione condotta da Israele a Gaza, ''su terra, in cielo, e dal mare'', proseguirà ovunque si trovi Hamas: ''Poiché Hamas si trova anche nel Sud della Striscia, la operazione si estenderà anche là'': lo ha detto il portavoce militare Daniel Hagari. 'Ciò avverrà nel tempo, nel luogo e nelle condizioni che stimeremo più favorevoli. Ma avverrà''.

12 giorni fa
Estero
Sudafrica e altri 4 Stati chiedono un'indagine alla Cpi
Lo ha fatto sapere il procuratore Karim Khan, che ha confermato di aver aperto un'indagine sui crimini commessi dopo l'attacco di Hamas del 7 ottobre.

Cinque stati, firmatari del trattato che istituisce la Corte penale internazionale (Cpi), hanno chiesto un'indagine sulla "situazione nello Stato di Palestina", ha annunciato il procuratore, che ha confermato di aver aperto un'indagine sui crimini commessi dopo il sanguinoso attacco di Hamas del 7 ottobre. "Il mio Ufficio ha ricevuto una segnalazione sulla situazione nello Stato di Palestina dai seguenti cinque Stati parte: Sud Africa, Bangladesh, Bolivia (...), Comore e Gibuti", ha dichiarato Karim Khan. "Nel ricevere il deferimento, il mio ufficio conferma che sta attualmente indagando sulla situazione", ha aggiunto in una nota.

La Corte penale internazionale, creata nel 2002 per processare gli autori delle peggiori atrocità nel mondo, ha aperto un'indagine nel 2021 su presunti crimini di guerra nei territori palestinesi, compresi presunti crimini commessi dalle forze israeliane, da Hamas e da altri gruppi armati palestinesi. Khan ha riferito che il suo mandato si applicherà ai presunti crimini commessi durante l'attuale guerra. Ma le sue squadre non sono riuscite a entrare a Gaza né in Israele, che non è membro della Corte penale internazionale. Esperti legali hanno detto all'agenzia di stampa France-Presse (Afp) che entrambe le parti potrebbero essere accusate di crimini di guerra.

12 giorni fa
Estero
"Hamas presente in tutti gli ospedali"
A dirlo il comandante israeliano del fronte sud dell'esercito Yaron Finkelman.

"Vediamo la presenza di Hamas in tutti gli ospedali: è una definitiva e chiara presenza". Lo ha detto il comandante del fronte sud dell'esercito Yaron Finkelman, che ha visitato l'ospedale Shifa. "Hamas - ha spiegato - usa cinicamente questi ospedali come si può vedere qui allo Shifa. Questo è quello che vediamo: si stanno nascondendo sotto gli ospedali con le armi, con i centri di comando, con le loro capacità. E questo tunnel - ha aggiunto indicando un imbocco sotterraneo, come mostra un video dell'esercito - ne è l'ulteriore prova". 

12 giorni fa
Estero
Hamas, ostaggi portati in ospedali per salvargli vita
Lo sostengono le Brigate al Qassam.

Hamas annuncia di aver trasferito ostaggi in "centri di cura a causa della gravità delle loro condizioni di salute e per preservare la loro vita". Lo sostengono sul servizio di messaggistica Telegram le Brigate al Qassam - braccio armato del movimento islamista - "in risposta alle menzogne di (Benyamin) Netanyahu (il premier israeliano) e del portavoce dell'esercito" dello Stato ebraico. Intanto, il direttore generale della sanità di Gaza, citato dalla rete televisiva qatariota al Jazeera, ha affermato che "l'esercito israeliano ha trafugato 130 salme" dall'ospedale al Shifa di Gaza City "e ha fatto esplodere la maggior parte dei macchinari medici dell'ospedale".

12 giorni fa
Il sondaggio
Guerra in Medio Oriente, gli svizzeri sono divisi
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Il 40% degli interpellati vede la responsabilità dell'attuale conflitto chiaramente o piuttosto da parte palestinese, il 33% da quella israeliana.

Gli svizzeri sono in parte divisi sulla questione delle responsabilità nell'attuale conflitto in Medio Oriente. C'è però un chiaro sostegno al diritto di Israele all'autodifesa, alla cessazione degli aiuti, così come al divieto di Hamas, ma anche a un cessate il fuoco umanitario. È quanto emerge da un sondaggio pubblicato oggi, realizzato dall'istituto Sotomo per conto del Blick.

Il pensiero degli svizzeri

Il 40% degli interpellati vede la responsabilità dell'attuale conflitto chiaramente o piuttosto da parte palestinese, il 33% da quella israeliana. Circa un quarto, ovvero il 27%, considera entrambe le parti ugualmente responsabili. Il 72% è d'accordo con l'affermazione che Israele ha sicuramente o in qualche modo il diritto di combattere Hamas nella Striscia di Gaza con mezzi militari. Solo il 28% è contrario. Allo stesso tempo, il 58% è d'accordo o quasi con il sostegno svizzero alla risoluzione delle Nazioni Unite a favore di un cessate il fuoco umanitario, mentre il 36% è in disaccordo o quasi. Circa due terzi degli intervistati (67%) sono dell'opinione che lo stanziamento di aiuti svizzeri ai territori palestinesi dovrebbe essere interrotto per il momento. D'altro canto però, l'84% ritiene che i palestinesi abbiano diritto a un proprio Stato.

Simpatia per l'una o l'altra parte

Le opinioni differiscono anche quando si tratta di simpatia per i gruppi di persone coinvolte: una stretta maggioranza del 52% ha sentimenti positivi per la popolazione in Israele, mentre solo il 24% ne ha una visione negativa. Il 24% si colloca nel mezzo della valutazione. Allo stesso tempo, anche la popolazione della Striscia di Gaza gode di sostegno: il 45% esprime sentimenti positivi nei suoi confronti, il 30% negativi, mentre un quarto del totale è indeciso. Le opinioni sono più chiare quando si tratta di coloro che sono al potere e dei gruppi estremisti di entrambe le parti: Il 62% ha un atteggiamento negativo o piuttosto negativo nei confronti del governo israeliano e solo il 18% positivo. Anche i coloni in Cisgiordania godono di scarsa simpatia: il 66% degli intervistati ha sentimenti molto negativi o negativi nei loro confronti, mentre il 15% positivi o leggermente positivi. Il rifiuto di Hamas, che governa la Striscia di Gaza, è ancora più netto: il 92% ha un atteggiamento negativo o piuttosto negativo nei suoi confronti, mentre solo il 3% dice di provare simpatia per l'organizzazione. L'80% è favorevole a vietare Hamas in Svizzera. Il 70% è d'accordo di proibire le manifestazioni in Svizzera dove sono attesi slogan antisemiti.

Libertà di espressione limitata

È interessante il fatto che oltre la metà degli intervistati ritiene di non poter più esprimere liberamente la propria opinione in Svizzera sulla guerra in Medio Oriente: il 33% sostiene che non è più possibile criticare Israele, mentre il 18% che non si possa criticare la Palestina. Il 7% dice di non saperlo. Il sondaggio è stato realizzato interpellando 16'157 aventi diritto di voto della Svizzera tedesca e romanda tra il 10 e il 15 novembre tramite "blick.ch". Il margine di errore è di +/-2,6 punti percentuali.

12 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Israele approva l'ingresso di autocisterne diesel a Gaza
Quel carburante, secondo la fonte, non potrà essere utilizzato da Hamas.

Il gabinetto di guerra israeliano ha accolto la richiesta statunitense di autorizzare l'ingresso quotidiano nel sud della Striscia di Gaza di due autocisterne di diesel destinato alle necessità dell'Onu, in particolare per quanto riguarda il sostegno alla rete idrica e alle fognature. Lo ha detto una fonte politica israeliana, citata dai media. Le autocisterne passeranno dal valico di Rafah. L'intento, ha aggiunto la fonte, è di impedire che nel sud della Striscia di Gaza si diffondano epidemie. Quel carburante, secondo la fonte, non potrà essere utilizzato da Hamas.

12 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Una base statunitense in Siria è sotto attacco dalle milizie filo iraniane
Lo si apprende da un comunicato diffuso sugli account social della Resistenza islamica in Iraq.

Combattenti filo-iraniani presenti in Siria hanno annunciato poco fa di aver preso di mira la base militare statunitense di Tell Baydar, nella Siria nord-orientale. Lo si apprende da un comunicato diffuso sugli account social della Resistenza islamica in Iraq, sigla che raccoglie una serie di gruppi armati operativi in Siria e in Iraq e sostenuti da Teheran.

12 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Ucciso a Gaza Ahmed Bahar, l'ex presidente del Parlamento di Hamas
Lo riportano report palestinesi.

Secondo report palestinesi - ripresi da Haaretz - nei combattimenti a Gaza è stato ucciso da Israele Ahmed Bahar, membro di rilievo dell'ala politica di Hamas. Bahar - è stato ricordato - era il presidente del parlamento di Hamas quando nel 2006 la fazione islamica prese il controllo della Striscia.

12 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
In migliaia in marcia verso Gerusalemme per il rilascio degli ostaggi
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La marcia - che dura da 4 giorni ed è partita da Tel Aviv - si concluderà domani sera con una manifestazione davanti all'ufficio del premier Benyamin Netanyahu a Gerusalemme.

In migliaia sono in marcia verso Gerusalemme in una iniziativa per chiedere il rilascio degli ostaggi israeliani tenuti a Gaza. La marcia - che dura da 4 giorni ed è partita da Tel Aviv - si concluderà domani sera con una manifestazione davanti all'ufficio del premier Benyamin Netanyahu a Gerusalemme. Alla marcia - secondo i media - si è unito l'ambasciatore tedesco in Israele Steffen Seibert che ha lanciato l'appello per una liberazione senza condizioni di tutti gli ostaggi.

12 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Da Rafah a Gaza arrivati quasi 150 mila litri di gasolio
Lo riferisce l'emittente statale al Qahera citando un suo corrispondente sul posto.

Quasi 150 mila litri di gasolio destinati agli ospedali della Striscia di Gaza sono usciti dal valico di Rafah. Lo riferisce l'emittente statale al Qahera citando un suo corrispondente sul posto. Una fonte della Croce Rossa al valico di Rafah ha rivelato che il valico è stato aperto sul lato egiziano per il passaggio di 606 persone, tra cui 132 egiziani provenienti dalla Striscia di Gaza, e per accogliere un certo numero di palestinesi feriti, tra cui diversi bambini, da curare in Egitto.

12 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Preso il controllo di una roccaforte della Jihad islamica nel nord della Striscia
Inoltre, i soldati hanno operato all'interno di una scuola - dove erano nascoste molte armi - in "cui si erano celati terroristi di Hamas" e molti sono stati uccisi.

I soldati israeliani hanno continuato ad operare nella Striscia durante la notte. Lo ha detto il portavoce militare, secondo cui aerei israeliani hanno colpito "numerosi obiettivi" nell'enclave palestinese. I soldati - ha continuato - hanno preso il controllo di una roccaforte del comandante della Jihad islamica nel nord della Striscia. "La roccaforte conteneva gli uffici di capi terroristi dell'organizzazione e un sito per la produzione di armi". Inoltre, i soldati hanno operato all'interno di una scuola - dove erano nascoste molte armi - in "cui si erano celati terroristi di Hamas" e molti sono stati uccisi. Durante il raid nella roccaforte della Jihad, secondo il portavoce militare, i soldati hanno trovato "razzi pesanti, droni e altre armi" che sono state poi distrutte. Le truppe - ha continuato - hanno poi condotto "raid mirati in numerose aree della Striscia in cui sono stati trovati equipaggiamento tecnologico, nascondigli di armi, inclusi fucili Kalashnikov, ordigni esplosivi, lanciagranate, lanciagranate, giubbotti e lancia missili anticarro".

12 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Blinken: "Non può esserci occupazione di Gaza"
Lo riportano i media Usa.

Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha dichiarato di aver detto al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu che "non può esserci una rioccupazione di Gaza da parte" dello Stato ebraico, ma ha ammesso che "potrebbe essere necessario un periodo transitorio in cui venga garantita la sicurezza" nella Striscia. Lo riportano i media Usa.

"Capacità di governarsi da soli"

Parlando alla Abc, Blinken ha affermato che "quando si tratta del futuro di Gaza, a nostro giudizio deve essere sotto il governo palestinese e deve esserci anche sicurezza. È imperativo, se vogliamo che ci sia pace e sicurezza durature, andare effettivamente avanti per garantire che i palestinesi abbiano diritti politici, la capacità di governarsi da soli e di prendere decisioni per il proprio futuro nel proprio Stato", ha aggiunto il capo della diplomazia Usa. Il capo della diplomazia americana ha poi chiesto a Israele di adottare misure "urgenti" per porre fine alla violenza dei coloni contro i palestinesi in Cisgiordania. Blinken, che si trova a San Francisco per un vertice Asia-Pacifico, ha lanciato questo appello in una conversazione telefonica con Benny Gantz, un leader dell'opposizione israeliana che si è unito al gabinetto di guerra del primo ministro Benjamin Netanyahu. Blinken "ha sottolineato l'urgente necessità di adottare misure concrete per disinnescare le tensioni in Cisgiordania, anche affrontando i crescenti livelli di violenza da parte dei coloni estremisti", ha detto il portavoce del dipartimento di Stato americano, Matthew Miller. Blinken ha anche parlato con Gantz degli sforzi diplomatici per liberare gli ostaggi di Hamas.

12 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Oggi nessuna operazione umanitaria a valico di Rafah
Lo ha annunciato ieri sera l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa).

Oggi "non ci sarà un'operazione di aiuto transfrontaliero al valico di Rafah" tra la Striscia di Gaza e l'Egitto: lo ha annunciato ieri sera l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa). "La rete di comunicazioni a Gaza è interrotta perché non c'è carburante. Ciò rende impossibile gestire o coordinare i convogli di aiuti umanitari", si legge nel messaggio pubblicato su X.

12 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Raid a Jenin, 2 morti e 7 feriti
Lo riportano i media locali.

Fonti palestinesi nella città di Jenin, in Cisgiordania, affermano che tre persone sono state uccise e sette ferite durante un'operazione militare israeliana nelle prime ore di oggi. Lo riportano i media locali. Secondo il rapporto, alcune persone sono rimaste ferite in un attacco aereo e altre da colpi di arma da fuoco. I rapporti affermano inoltre che le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno circondato l'ospedale Ibn Sina della città. L'esercito di Israele ha arrestato due paramedici e ordinato l'evacuazione del nosocomio, riferisce l'agenzia di stampa palestinese Wafa. Le Idf hanno circondato l'ospedale da tutti i lati e perquisito le ambulanze, secondo fonti palestinesi. In un breve post su Telegram, le Brigate Qassam, braccio armato di Hamas, hanno affermato che stanno combattendo "insieme a tutti gli altri gruppi di resistenza nel campo" profughi di Jenin, in Cisgiordania. Lo riferisce Al Jazeera online, aggiungendo che secondo quanto si legge nel post, i combattenti palestinesi stanno prendendo di mira le forze israeliane "con fuoco pesante e ordigni esplosivi".

12 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Netanyahu: "Non riusciamo a ridurre le vittime civili"
Il premier israeliano ha ribadito che l'obiettivo della sua campagna militare è distruggere Hamas.

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha accusato Hamas per gli sforzi "infruttuosi" volti a ridurre al minimo le morti civili a Gaza. In una intervista alla Cbs, Netanyahu ha affermato che Israele sta facendo tutto il possibile per tenere i civili lontani dal pericolo mentre combatte Hamas nella Striscia, anche "lanciando volantini" che li avvertono di fuggire, ma che i suoi tentativi di ridurre al minimo le vittime "non hanno avuto successo". Il premier israeliano ha ribadito che l'obiettivo della sua campagna militare è distruggere Hamas: "Cercheremo di portare a termine il lavoro con perdite civili minime. Questo è ciò che stiamo cercando di fare: ridurre al minimo le vittime civili. Ma sfortunatamente non ci siamo riusciti". Netanyahu ha aggiunto che non ci potrà essere un ritorno alle "strategie fallite" nel trattare con Hamas a Gaza e ha ribadito che Israele non sta cercando di occupare Gaza ma vuole che vi sia una responsabilità militare complessiva per "prevenire il riemergere del terrorismo: dobbiamo smilitarizzare e deradicalizzare" la Striscia. "Abbiamo bisogno di un cambiamento culturale", ha continuato il premier aggiungendo che deve esserci un "futuro diverso sia per gli israeliani che per i palestinesi".

13 giorni fa
Estero
Israele, tutti contro Netanyahu: "Deve essere destituito"
Nella speranza che con la guerra qualcosa si sia messo in moto nella politica interna, il leader centrista Yair Lapid ha suggerito di sostituire con un nuovo esecutivo quello attuale che si poggia su partiti di estrema destra.

Contestato nelle strade, indebolito nei sondaggi, criticato sovente in alcuni studi televisivi, il premier israeliano Benyamin Netanyahu adesso deve vedersela anche con i venti di fronda nel suo partito. Ad esprimere sentimenti di delusione nei suoi confronti è stata una ex ministra, Galit Distal Atbaryan. "Provo una collera enorme nei suoi confronti", ha sbottato in uno scambio di messaggi su Whatsapp che doveva restare privato e che è invece rimbalzato con clamore sui siti. Di recente Atbaryan si era dimessa sentendosi superflua nella veste di ministro dell'informazione. "È da mesi che fremo nei suoi confronti, perché ha consentito a quei mostri (Hezbollah e Hamas, ndr) di prosperare durante i suoi governi, a nord e a sud. E dire che si presentava come Mister Sicurezza".

"Netanyahu ha perso la fiducia dei cittadini"

Nella speranza che con la guerra qualcosa si sia messo in moto nella politica interna, il leader centrista Yair Lapid ha quindi suggerito di sostituire con un nuovo esecutivo quello attuale che si poggia su partiti di estrema destra. "Netanyahu - secondo Lapid - ha perso la fiducia dei cittadini, della comunità internazionale e perfino dei nostri responsabili alla sicurezza". Mentre l'esercito combatte a Gaza, ha ammesso Lapid, sarebbe una follia andare a nuove elezioni. Ma a suo parere sarebbe possibile coagulare in parlamento un sostegno di 90 deputati su 120 per un nuovo governo "concentrato solo sulla conduzione della guerra": dovrebbe essere ancora guidato dal Likud, il partito di maggioranza, ma senza più Netanyahu. Nel giro di pochi minuti il Likud ha però respinto al mittente la proposta, indignandosi nel vedere che Lapid "indulge in bassa politica mentre il paese è in stato di emergenza".

Il banco di prova per il premier

Eppure Netanyahu - che da gennaio a settembre è stato molto contestato nel paese per la sua riforma giudiziaria concepita per indebolire per sempre il potere giudiziario - non può ignorare un fenomeno sociale che sta prendendo piede nelle strade di Israele. Si tratta del movimento organizzato dai familiari di 240 ostaggi catturati da Hamas, che chiedono a gran voce che vengano riportati indietro i loro congiunti. In migliaia hanno intrapreso nei giorni scorsi una marcia che da Tel Aviv li porterà fino a Gerusalemme. Le strade di molte città sono tappezzate con le fotografie degli ostaggi, agli specchietti delle automobili sono allacciati nastri gialli di solidarietà con le famiglie. Si tratta di una protesta popolare molto vasta, non allineata con la destra o la sinistra. Il futuro politico di Netanyahu potrebbe dipendere, in definitiva, propria da questo inaspettato banco di prova.

13 giorni fa
Estero
Onu: "I civili di Gaza rischiano di morire di fame"
Con l'inverno che si avvicina velocemente, i rifugi insicuri e sovraffollati e la mancanza di acqua pulita, i civili si trovano ad affrontare l'immediata possibilità di morire di fame,

I civili di Gaza rischiano di morire di fame poiché cibo e acqua sono diventati "praticamente inesistenti". Lo afferma il Programma alimentare mondiale dell'Onu (Pam). "Con l'inverno che si avvicina velocemente, i rifugi insicuri e sovraffollati e la mancanza di acqua pulita, i civili si trovano ad affrontare l'immediata possibilità di morire di fame", ha indicato in una nota la direttrice esecutiva del Pam, Cindy McCain.

13 giorni fa
Estero
Altro svizzero lascia la Striscia di Gaza
Si tratta dell'ultima persona con doppia cittadinanza che ha manifestato il desiderio di andarsene. Altre 7 erano già partite il 2 novembre.

Un altro svizzero con doppia cittadinanza ha potuto lasciare la Striscia di Gaza stamane. Ciò significa che tutte le persone con passaporto elvetico che lo desideravano hanno lasciato l'enclave palestinese. Sette di loro erano già partite il 2 novembre. Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha reso noto oggi di essere a conoscenza di altre quattro persone che desiderano rimanere volontariamente nella Striscia di Gaza. L'uomo che ha lasciato il territorio stamane, recandosi in Egitto attraverso il valico di Rafah, è stato ricevuto e assistito dal personale dell'ambasciata svizzera al Cairo. Il ministro degli Esteri Ignazio Cassis ha espresso il suo "sollievo" su X (ex Twitter).

13 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Dal valico di Rafah sono rientrati 193 egiziani e sono usciti 66 camion
Lo riferiscono la Mezzaluna Rossa e una fonte della sicurezza egiziana.

Il terminal egiziano del valico di Rafah anche questa mattina era regolarmente aperto, riferiscono la Mezzaluna Rossa e una fonte della sicurezza egiziana. Sono rientrati 193 egiziani, usciti 66 camion di aiuti e 4 ambulanze. Si attende ancora - aggiungono le fonti all'ANSA - un elenco preciso delle nazionalità di altre persone che attendono di lasciare la Striscia di Gaza per consentire il loro ingresso in Egitto. Le due fonti hanno indicato che più di 100 camion umanitari si stanno preparando per entrare nella Striscia di Gaza attraverso il meccanismo istituito dal valico di Rafah.

13 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Cisgiordania, morti e feriti in un agguato armato
Lo ha riferito la polizia israeliana.

Tre palestinesi armati sono stati uccisi dopo che avevano ferito otto israeliani - sei membri delle forze di sicurezza e due civili - in un agguato armato condotto aun check-point nella zona di Betlemme, in Cisgiordania. Lo ha riferito la polizia israeliana. Secondo una prima ricostruzione riferita dalla radio pubblica Kan, tre palestinesi giunti in automobile da Hebron (Cisgiordania meridionale) sono arrivati ad un posto di blocco militare e hanno aperto il fuoco da distanza ravvicinata con un fucile M-16 e con due pistole. Il personale di guardia ha risposto al fuoco e li ha uccisi. Artificieri hanno poi ispezionato l'automobile, nel timore che ci fosse un ordigno. In seguito allo scontro a fuoco sei membri delle forze di sicurezza israeliane e due civili sono rimasti feriti. Uno di essi versa in condizioni gravi. La polizia ha fatto confluire rinforzi nella zona dell'attentato, nel timore che l'attacco non sia ancora concluso. Il capo della polizia Yaakov Shabtai, dopo aver esaminato il luogo della sparatoria, ha affermato che i tre palestinesi intendevano probabilmente raggiungere Gerusalemme per compiervi una strage. Il capo della polizia di Gerusalemme Doron Tugeman ha detto da parte sua che oltre ad armi da fuoco, i palestinesi avevano provveduto anche a munirsi di due scuri. Nell'automobile c'erano centinaia di proiettili e diversi caricatori.

13 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
L'Onu chiede un'inchiesta internazionale sui crimini di guerra
L'ambasciatore della Palestina all'Onu Ibrahim Khraishi ha invece fatto appello ai paesi a "svegliarsi" e a reagire per fermare "il genocidio israeliano" sulla Striscia di Gaza.

Il capo delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Türk ha denunciato gravi accuse di violazione del diritto internazionale nella guerra tra Israele e Hamas, sostenendo la necessità di un'indagine internazionale. "Accuse estremamente gravi di violazioni multiple e profonde del diritto internazionale umanitario, chiunque le abbia commesse, richiedono indagini rigorose e piena responsabilità", ha dichiarato Türk in una riunione degli Stati membri delle Nazioni Unite a Ginevra, aggiungendo che "è necessaria un'indagine internazionale".

"Un patto suicida"

L'ambasciatore israeliano presso le Nazioni Unite Meirav Eilon Shaha ha subito replicato che il diritto internazionale non è "un patto suicida": se uno Stato non può difendersi "o se viene criticato per averlo fatto in conformità con il diritto internazionale, le organizzazioni terroristiche diventeranno inevitabilmente più audaci e continueranno a usare i loro metodi, confidando nel costante sostegno internazionale", ha affermato. L'ambasciatore della Palestina all'Onu Ibrahim Khraishi ha invece fatto appello ai paesi a "svegliarsi" e a reagire per fermare "il genocidio israeliano" sulla Striscia di Gaza. "Dovreste svegliarvi in questa stanza. Questo è un massacro, un genocidio, e lo vediamo in tv. Non può continuare", ha dichiarato l'ambasciatore palestinese. Commentando i volantini lanciati dall'esercito israeliano su Khan Younis, nel sud della Striscia, che ordinano ai palestinesi di spostarsi nella parte occidentale della città per la loro sicurezza, Türk ha anche dichiarato che "siamo stati assolutamente chiari sul fatto che al momento non consideriamo sicura alcuna parte di Gaza". Il funzionario delle Nazioni Unite, secondo quanto riporta Al-Jazeera, ha aggiunto che l'esercito israeliano è obbligato a garantire che coloro che sono stati evacuati ricevano un avvertimento efficace e possano trovare sicurezza, riparo e cibo.

13 giorni fa
Medio Oriente
Gaza, ucciso un altro dipendente Unrwa. Il totale sale a 103
Lo ha reso noto la stessa agenzia delle Nazion Unite per i rifugiati palestinesi.

L'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) ha reso noto che un altro suo operatore è stato ucciso in un attacco nel conflitto tra Hamas e Israele. La vittima si trovava nell'area di Gaza City. Dall'inizio delle ostilità, il 7 ottobre scorso, 103 "colleghi dell'Unrwa" hanno perso la vita (dato aggiornato al 14 novembre) nella Striscia, vale a dire il numero più alto di operatori umanitari delle Nazioni Unite uccisi in un conflitto nella storia dell'organizzazione, si legge in un comunicato.

13 giorni fa
Medio Oriente
Israele: "Colpita la casa di Haniyeh, il capo di Hamas a Gaza"
Lo ha reso noto l'esercito israeliano.

Aerei israeliani hanno colpito la scorsa notte la casa di Ismail Haniyeh, capo dell'Ufficio politico di Hamas, nel campo profughi di al-Shati, a nord di Gaza City. Lo ha fatto sapere l'esercito. La casa "era usata come infrastruttura del terrore e spesso ha ospitato riunioni dei leader di Hamas per dirigere atti terroristici contro civili e militari israeliani", ha affermato l'esercito. Quest'ultimo ha aggiunto che nella presa del campo profughi di al-Shati i soldati hanno localizzato e distrutto un deposito di armi della forza navale di Hamas "contenente attrezzatura subacquea, ordigni esplosivi e armi". Le truppe - ha proseguito il portavoce riferendosi sempre all'operazione ad al-Shati - hanno anche "colpito i terroristi e localizzato armi tra cui cinture esplosive, barili esplosivi, lancia granate, missili anticarro, apparecchiature di comunicazione e documenti di intelligence.

Haniyeh si è trasferito nel Qatar nel 2019. Al momento non è noto se l'attacco abbia provocato vittime.

13 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
13 feriti e 400 cittadini stranieri sono arrivati ieri in Egitto
Lo ha riferito ieri sera il presidente della Mezzaluna Rossa Khaled Zayed, ribadendo che il valico di Rafah non ha mai chiuso i battenti.

Tredici feriti e 400 cittadini stranieri sono arrivati ieri dalla Striscia di Gaza in Egitto, mentre all'aeroporto di Al-Arish sono atterrati finora 130 aerei di aiuti. Lo ha riferito ieri sera il presidente della Mezzaluna Rossa Khaled Zayed, ribadendo che il valico di Rafah non ha mai chiuso i battenti. "Abbiamo portato 110 nuovi camion di aiuti e stiamo aspettando che i camion arrivino al posto di frontiera commerciale di Al-Awja con Israele. Sono arrivati anche 13 feriti e stiamo aspettando 36 bambini dall'ospedale Al-Shifa nel caso in cui riescano a raggiungere il valico di Rafah", ha detto, aggiungendo che è arrivato un secondo gruppo di stranieri e titolari di doppia nazionalità, per un totale di 400 persone.

5 aerei di aiuti umanitari

L'aeroporto internazionale Al-Arish ha ricevuto ieri 5 aerei di aiuti umanitari provenienti da Arabia Saudita, Giordania, Kuwait, Emirati e Qatar. Allo scalo di Al-Arish è giunto anche l'ambasciatore saudita al Cairo Osama bin Ahmed Nuqli, che ha ispezionato gli aiuti sauditi. Il diplomatico si è poi diretto al terminal di Rafah e con la delegazione che lo ha accompagnato ha ispezionato il terminal. Il presidente della Mezzaluna Rossa ha precisato che il numero totale di aerei con aiuti umanitari arrivati all'aeroporto internazionale di Al-Arish finora è di 130, provenienti da vari paesi del mondo, che hanno trasportato 3'300 tonnellate di aiuti da 31 Stati diversi e da 14 organizzazioni internazionali.

13 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Uccisi 200 tra medici e infermieri da inizio guerra
Lo riferisce l'emittente Al Jazeera citando le autorità dell'enclave palestinese.

Almeno 200 operatori sanitari sono stati uccisi nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre, riferisce l'emittente Al Jazeera citando le autorità dell'enclave palestinese. Secondo il rapporto il bilancio delle vittime comprende medici, infermieri e paramedici. Un totale di 25 ospedali, 52 centri ospedalieri e 55 ambulanze sono stati messi fuori servizio dai bombardamenti israeliani sulla Striscia, secondo Hamas.

13 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu approva la bozza sulle pause umanitarie a Gaza
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Il testo chiede anche il rilascio degli ostaggi e che tutte le parti si astengano dal privare i civili di Gaza dei servizi di base e dell'assistenza umanitaria.

Il consiglio di sicurezza dell'Onu adotta una bozza di risoluzione che chiede "pause umanitarie urgenti e prolungate e corridoi in tutta Gaza per un certo numero di giorni per consentire l'accesso agli aiuti ai civili" e il rilascio degli ostaggi. Il via libera sblocca l'impasse al consiglio e segue i quattro falliti tentativi precedenti del consiglio di rispondere alla guerra fra Israele e Hamas da quando è iniziata.

12 voti a favore

L'approvazione è arrivata con 12 voti a favore, zero contrari e tre astenuti, ossia Russia, Gran Bretagna e Stati Uniti. E ha incassato l'immediata bocciatura di Israele, secondo il quale non c'è bisogno di misure come questa finché gli ostaggi sono nelle mani di Hamas. "Riterrete Israele responsabile per la bocciatura della risoluzione? L'ha già bocciata, ora che fate?", ha attaccato al Palazzo di Vetro l'ambasciatore palestinese all'Onu Riyad Mansour parlando di distruzione e devastazione a Gaza. Nella Striscia - ha detto - nulla è stato risparmiato, neanche gli ospedali", in quello che è un "grande fallimento dell'umanità". Pur accogliendo positivamente la bozza, gli Usa - ha spiegato l'ambasciatrice Linda Thomas-Greenfield - "non hanno potuto votare sì a un testo che non condanna Hamas e non afferma il diritto di tutti gli stati membri di proteggere i loro cittadini dagli attacchi terroristico". Anche se "profondamente delusi per quello" che la bozza "non contiene", ne sosteniamo molte delle disposizioni, ha aggiunto Thomas-Greenfield osservando come il testo per la prima volta almeno nomina Hamas.

Gran Bretagna e Russia

Analoga la posizione della Gran Bretagna: Barbara Woodward, l'ambasciatrice britannica all'Onu, ha definito al risoluzione "assolutamente necessaria" ma si è astenuta perché "non condanna chiaramente gli attacchi del 7 ottobre. Continueremo a lavorare con i membri del consiglio di sicurezza per risolvere questa crisi e creare un nuovo orizzonte politico in modo da poter mantenere la promessa di pace e rendere realtà la soluzione dei due stati". La Russia si è invece astenuta perché la risoluzione non chiede un cessate il fuoco, che "era e resta un imperativo". Poco prima del voto sul testo presentato da Malta, l'ambasciatore di Mosca Vassily Nebenzia aveva proposto di votare un emendamento per chiedere una "tregua umanitaria durevole che porti ad una cessazione delle ostilità". L'emendamento è stato però bocciato ottenendo solo 5 voti a favore, 9 astenuti e uno contrario, quello degli Stati Uniti.

Una bozza "più morbida"

Nelle scorse settimane il consiglio di sicurezza si è riunito più volte sul Medio Oriente senza però mai produrre un'azione. Dopo quattro tentativi (una bozza del Brasile è stata bocciata dagli Usa, una americana ha incassato il veto di Russia e Cina e due russe non hanno ottenuto i 'sì' minimi) è stata ora approvata una bozza di risoluzione più morbida dei testi precedentemente presentati. Nel testo non si fa riferimento all'attacco del 7 ottobre e non si citano neanche le azioni intraprese da Israele a Gaza. La bozza chiede "a tutte le parti di rispettare gli obblighi previsti dalla legge internazionale, soprattutto per la tutela dei civili". Nessun accenno a un cessate il fuoco, ipotesi che gli Stati Uniti ritengono inadeguata in quanto favorirebbe Hamas. Joe Biden da giorni ribadisce invece la necessità di pause su più giorni, almeno tre, per favorire il rilascio degli ostaggi e la consegna di aiuti.

14 giorni fa
Estero
Hamas, 'le armi in ospedale una menzogna di Israele'
Il gruppo chiede all'ONU di formare un comitato internazionale per valutare le condizioni degli ospedali di Gaza e determinare la falsità della narrativa dell'occupazione.

"L'affermazione dell'occupazione israeliana secondo cui le armi sono state stoccate all'ospedale di Al Shifa è una palese menzogna che non dovrebbe più ingannare nessuno". Lo afferma Hamas in una dichiarazione riportata da Sky News. "L'affermazione dell'occupazione sionista di aver trovato armi e attrezzature militari nel complesso medico di al Shifa - ribadisce Hamas nella nota - non è altro che una continuazione delle sue bugie e della propaganda a buon mercato che cerca di giustificare i suoi crimini genocidi che distruggono il settore sanitario a Gaza."

Il gruppo ha ribadito la richiesta alle Nazioni Unite e ad altre organizzazioni di formare un comitato internazionale per valutare le condizioni degli ospedali di Gaza e "determinare la falsità della narrativa dell'occupazione". "Noi palestinesi siamo consapevoli del livello di bugie e inganni che l'occupazione ha architettato per coprire i suoi crimini contro bambini, donne e civili indifesi", conclude la dichiarazione.

14 giorni fa
Estero
Preso avamposto 'Palestina' di Hamas nel nord di Gaza
Lo ha fatto sapere l'esercito israeliano.

Soldati israeliani hanno preso il controllo dell'avamposto 'Palestina' di Hamas nel nord della Striscia. Lo ha fatto sapere l'esercito secondo cui era la base per gli attacchi della fazione islamica contro Israele. Sebbene fosse mascherata da posto di addestramento, "le attività terroristiche partivano" da lì. Nella presa di possesso dell'avamposto - ha aggiunto l'esercito - sono stati scoperti tunnel, esplosivi e mine destinate a colpire i soldati. Decine - ha concluso - "i terroristi uccisi".

14 giorni fa
Estero
Fatto saltare in aria parlamento Hamas a Gaza
Lo riferisce il sito Ynet.

L'esercito israeliano ha fatto saltare il palazzo del parlamento di Hamas a Gaza, conquistato nei giorni scorsi. Lo ha riferito il sito Ynet.

14 giorni fa
Estero
"I neonati a Shifa in grave pericolo"
Lo ha detto ad Al Jazeera il direttore generale degli ospedali di Gaza Mohammad Zaqout.

I neonati ricoverati nell'ospedale di Al Shifa sono in "grave pericolo" poiché le condizioni nella struttura medica peggiorano ulteriormente: lo ha detto ad Al Jazeera il direttore generale degli ospedali di Gaza Mohammad Zaqout, come riporta la Cnn. "Durante l'evacuazione dell'ospedale abbiamo detto numerose volte che non c'è posto dove spostare 40 incubatrici fuori dall'ospedale", ha detto Mohammad Zaqout.

Il trasferimento

Il ministero della Sanità egiziano sta cercando di coordinare il trasferimento di 36 neonati, ha detto martedì alla Cnn il ministro della Sanità egiziano Khaled Abdel-Ghaffar aggiungendo che l'Egitto ha ambulanze dotate di ventilatori portatili in attesa al confine per ricevere i bambini da trasferire immediatamente negli ospedali. Ma Zaqout sostiene che "il meccanismo (per trasferire i pazienti in Egitto) è estremamente lento", perché "le liste dei pazienti da trasferire vengono respinte (da Israele)". La CNN non ha potuto confermare in modo indipendente la situazione perché non è sul posto.

Mancano acqua e luce

Stando ad Muhammad Abu Salmiya le forniture di acqua, elettricità e ossigeno sono completamente interrotte dentro l'ospedale. "L'esercito israeliano si trova nell'edificio di dialisi senza preoccuparsi di portare il carburante per aiutare i pazienti. Non possiamo raggiungere la farmacia per curare i pazienti perché l'occupazione spara a chiunque si muova. Le ferite dei pazienti hanno iniziato a putrefarsi in modo significativo. L'odore di morte si diffonde ovunque".

14 giorni fa
Estero
Entro stasera senz'acqua il 70% della popolazione Gaza
A lanciare l'allarme il capo dell'UNRWA.

Le operazioni umanitarie delle Nazioni Unite a Gaza sono "sull'orlo del collasso", esponendo i civili assediati a un'imminente carenza di acqua potabile a causa della mancanza di rifornimenti di carburante. È l'allarme di Philippe Lazzarini, capo dell'UNRWA, l'Agenzia della Nazioni Unite per i profughi palestinesi in Medio Oriente, su X: "Avere carburante solo per i camion non salverà altre vite", perché "entro la fine della giornata, circa il 70% della popolazione di Gaza non avrà accesso all'acqua potabile".

14 giorni fa
Medio Oriente
Hamas, "Sì all'accordo di massima che prevede 50 ostaggi per 3 giorni tregua"
Israele, per contro, dovrebbe rilasciare alcuni prigionieri palestinesi.

Hamas ha accettato le linee generali di un accordo con Israele che prevede il rilascio di circa 50 ostaggi in cambio di una tregua di tre giorni nella Striscia di Gaza. Lo riporta la Reuters. In linea con l'accordo, Israele dovrà anche rilasciare alcune donne e bambini palestinesi dalle carceri israeliane e aumentare la quantità di assistenza umanitaria consentita nell'enclave palestinese.

14 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Ad Al Shifa prove concrete di un comando terroristico
Lo ha detto il portavoce militare Daniel Hagari.

"In un'area specifica dell'ospedale Shifa abbiamo visto prove concrete che i terroristi di Hamas hanno utilizzato l'ospedale come un comando del terrorismo". Lo ha detto il portavoce militare Daniel Hagari aggiungendo che l'esercito "pubblicherà queste prove in seguito".

14 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
L'ingresso di Israele ad Al Shifa "è un crimine di guerra"
© Shutterstock
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Lo ha detto, citato dalla agenzia Wafa, l'Olp.

"L'assalto delle forze di occupazione israeliane al complesso Shifa a Gaza City è una continuazione della guerra genocida che sta conducendo contro il nostro popolo palestinese". Lo ha detto, citato dalla agenzia Wafa, l'Olp (Organizzazione per la Liberazione della Palestina, ndr.) secondo cui "questa intrusione è un nuovo crimine di guerra che si aggiunge ad una serie di crimini commessi dall'occupazione contro il nostro popolo nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania

14 giorni fa
Medio Oriente
Esercito entrato a Shifa solo quando ha saputo cosa c'era
Lo ha detto una fonte di sicurezza alla Radio militare.

La decisione di entrare nell'ospedale Al-Shifa è stata presa solo quando l'esercito ha saputo "cosa esattamente c'è e dove si trova" nell'ospedale. Lo ha detto una fonte di sicurezza alla Radio militare, citata dai media. "È lo stesso che abbiamo fatto all'ospedale Rantisi in cui siamo entrati - ha aggiunto - quando abbiamo saputo cosa c'era esattamente nel seminterrato". "Abbiamo cominciato in piccolo - ha poi spiegato - ma se necessario l'operazione sarà estesa".

Operazione in corso

L'operazione nell'ospedale Shifa sta continuando questa mattina sempre "in maniera mirata", ha dal canto suodetto il portavoce militare israeliano, Daniel Hagari, confermando che si svolge "in un complesso specifico nel quale secondo informazioni di intelligence si riscontra attività terroristica" da parte di Hamas. Hagari ha poi aggiunto che prima dell'ingresso ci sono stati combattimenti e sono stati uccisi miliziani. "I soldati - ha sottolineato - hanno consegnato forniture mediche, incubatrici e viveri per i bambini".

14 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
"Non prendiamo deliberatamente di mira i civili"
Lo scrive sui X il premier israeliano, Benyamin Netanyahu, in risposta al premier canadese Justin Trudeau, il quale aveva affermato che l'uccisione di donne, bambini e neonati da parte di Israele a Gaza deve finire.

"Non è Israele a prendere deliberatamente di mira i civili, ma Hamas che ha decapitato, bruciato e massacrato i civili nei peggiori orrori perpetrati sugli ebrei dopo l'Olocausto. Mentre Israele fa di tutto per tenere i civili lontani dal pericolo, Hamas fa di tutto per tenerli in pericolo". Lo scrive sui X il premier israeliano, Benyamin Netanyahu, in risposta al premier canadese Justin Trudeau, il quale aveva affermato che l'uccisione di donne, bambini e neonati da parte di Israele a Gaza deve finire. "Israele offre ai civili di Gaza corridoi umanitari e zone sicure, Hamas impedisce loro di uscire sotto la minaccia delle armi. È Hamas, non Israele, a dover rispondere di aver commesso un doppio crimine di guerra: colpire i civili e nascondersi dietro di loro - prosegue il messaggio -. Le forze della civiltà devono sostenere Israele nello sconfiggere la barbarie di Hamas".

14 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Morti 40 pazienti nell'ospedale Al Shifa
Lo rende noto l'Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari umanitari (Ocha), che cita il ministero della Sanità della Striscia.

Quaranta pazienti sono morti nella giornata di ieri nell'ospedale al Shifa di Gaza: lo rende noto l'Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari umanitari (Ocha), che cita il ministero della Sanità della Striscia. L'Ocha aggiunge che solo uno degli ospedali a Gaza City e nel nord di Gaza è ancora operativo, sia pur a "livello minimo": tutti gli altri hanno cessato le operazioni a causa della mancanza di energia elettrica, farmaci, ossigeno, cibo e acqua, aggravata dai bombardamenti e dai combattimenti nelle loro vicinanze. Si tratta dell'ospedale al Ahli di Gaza City, precisa l'Ufficio dell'Onu per gli Affari umanitari, che ospita oltre 500 pazienti ed è l'unica struttura medica in grado di ricoverare pazienti nel nord della Striscia.  "Tuttavia - sottolinea -, anch'esso deve far fronte a crescenti carenze e sfide".

Operazione mirata

L'esercito israeliano nell'area dell'ospedale al Shifa ha eseguito "un'operazione", hanno annunciato le Forze di difesa israeliane (Idf) su Telegram. "Sulla base delle informazioni di intelligence e di una necessità operativa, le forze dell'Idf" hanno portato avanti un'operazione precisa e mirata contro Hamas in un'area specifica dell'ospedale Shifa", si legge nella nota.  Israele è in guerra con Hamas, non con i civili di Gaza, ha scritto ancora l'Idf. L'esercito ricorda poi che "nelle ultime settimane, l'Idf ha avvertito pubblicamente e ripetutamente che il continuo uso militare dell'ospedale Shifa da parte di Hamas mette a rischio il suo status di protezione ai sensi del diritto internazionale, e ha concesso tutto il tempo necessario per porre fine a questo abuso illegale dell'ospedale. Ieri l'Idf ha ribadito alle autorità competenti di Gaza che tutte le attività militari all'interno dell'ospedale dovevano cessare entro 12 ore. Purtroppo, ciò non è avvenuto". "L'Idf ha anche facilitato l'evacuazione su larga scala dell'ospedale e ha mantenuto un dialogo regolare con le autorità ospedaliere. Chiediamo a tutti i terroristi di Hamas presenti nell'ospedale di arrendersi", conclude.

14 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
"Israele ci ha dato 30 minuti di preavviso"
Lo ha detto alla Cnn un medico dell'ospedale, Khaled Abu Samra, come riporta l'emittente statunitense sul suo sito.

L'esercito israeliano ha dato all'amministrazione dell'ospedale Al Shifa di Gaza un preavviso di 30 minuti prima che iniziasse l'operazione militare nel complesso: lo ha detto alla Cnn un medico dell'ospedale, Khaled Abu Samra, come riporta l'emittente statunitense sul suo sito. "Ci è stato chiesto di stare lontani dalle finestre e dai balconi. Possiamo sentire i veicoli blindati, sono molto vicini all'ingresso del complesso", ha affermato il medico prima dell'inizio dell'operazione.

14 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Operazione militare mirata nell'ospedale Al Shifa
lo hanno annunciato le Forze di difesa israeliane (Idf) su Telegram.

L'esercito israeliano sta eseguendo un'operazione mirata in un'area dell'ospedale al Shifa di Gaza: lo hanno annunciato le Forze di difesa israeliane (Idf) su Telegram. "Sulla base delle informazioni di intelligence e di una necessità operativa, le forze dell'Idf stanno portando avanti un'operazione precisa e mirata contro Hamas in un'area specifica dell'ospedale Shifa", si legge nel comunicato. "Invitiamo tutti i terroristi di Hamas presenti nell'ospedale ad arrendersi", conclude la nota.

15 giorni fa
Estero
Da Rafah giunti in Egitto 220 stranieri e 4 palestinesi feriti
Sono inoltre dirette a Gaza 20 ambulanze fornite dalla Turchia arrivate su una nave umanitaria e 80 tonnellate di aiuti umanitari da Arabia Saudita, Kuwait e Qatar.

Proseguono attraverso i valichi tra Egitto e Striscia di Gaza l'evacuazione degli stranieri e dei feriti e l'invio di aiuti verso la Striscia di Gaza. Secondo fonti della Mezzaluna Rossa e della sicurezza raggiunte dall'ANSA, da questa mattina sono arrivati in Egitto, attraverso il valico di Rafah, 220 tra cittadini stranieri e persone con doppia nazionalità, 4 palestinesi feriti e 4 loro accompagnatori.

In direzione opposta sono transitati, dal valico di Al-Awja, 117 camion con aiuti umanitari. Sono dirette a Gaza 20 ambulanze fornite dalla Turchia arrivate su una nave umanitaria e 80 tonnellate di aiuti umanitari da Arabia Saudita, Kuwait e Qatar arrivate in aereo all'aeroporto di Al-Arish, capoluogo del Sinai.

15 giorni fa
Estero
Hamas: "Abbiamo il controllo della situazione nella Striscia"
Lo ha affermato oggi a Beirut Osama Hamdan, rappresentante di Hamas in Libano.

"Hamas e le Brigate Izzeddin al Qassam hanno il controllo della situazione operativa e di combattimento nella Striscia di Gaza e rispondono agli attacchi del nemico 24 ore su 24, seguendo i piani di difesa preparati attentamente": è quanto ha detto oggi a Beirut Osama Hamdan, rappresentante di Hamas in Libano, durante una conferenza stampa.

"Siamo ancora all'inizio della battaglia e il meglio deve ancora venire", ha aggiunto Hamdan. "Le perdite degli occupanti terroristi sionisti sono centinaia tra soldati morti e feriti, ufficiali e sottufficiali, e oltre 180 tra carri armati e veicoli militari distrutti in sole due settimane", ha detto il rappresentante di Hamas.

15 giorni fa
Gaza
Direttore ospedale al-Shifa: "179 corpi sepolti in fossa comune"
Secondo quanto riferito dal direttore della struttura, nella fossa ci sono anche i corpi di 7 neonati prematuri morti a causa dello spegnimento delle incubatrici per mancanza di energia.

Il direttore dell'ospedale Al-Shifa di Gaza, vicino al quale si combatte, ha affermato che "179 corpi" sono stati sepolti in una "fossa comune" all'interno della struttura.

Il direttore di Al-Shifa, Mohammed Abu Salmiya, ha detto che la fossa comune, scavata all'interno della struttura, ospita anche i 7 neonati prematuri morti dopo lo spegnimento delle incubatrici per mancanza di energia.

"Siamo stati obbligati a seppellirli in una fossa comune. C'erano corpi che bloccavano i corridoi del complesso ospedaliero e le celle frigorifere degli obitori non hanno più corrente", perché ormai l'ospedale è privo di carburante, ha spiegato Abu Salmiya.

15 giorni fa
Gaza
Funzionari Usa: "Hamas ha un centro di comando sotto l'ospedale al-Shifa"
Lo riferisce la Cnn.

Hamas ha un centro di comando sotto l'ospedale al-Shifa. Lo riporta Cnn citando un funzionario americano a conoscenza delle informazioni di intelligence statunitense.

15 giorni fa
Gaza
Israele: "Stiamo trasferendo incubatrici all'ospedale al-Shifa"
Uno dei portavoce del governo israeliano ha dichiarato che l'obiettivo è la consegna delle incubatrici in modo sicuro.

L'esercito israeliano ha iniziato a trasferire incubatrici dagli ospedali israeliani all'ospedale al-Shifa nella Striscia di Gaza: lo scrive su X uno dei portavoce del governo israeliano per la stampa estera, Eylon Levy, come riporta Haaretz. Levy ha affermato che le Forze di difesa israeliane lavoreranno con "qualsiasi parte mediatrice affidabile" per garantire che le incubatrici vengano consegnate in modo sicuro.

Ieri il ministero della Sanità di Hamas ha annunciato che 32 pazienti sono morti nell'ospedale negli ultimi giorni, inclusi tre bebè prematuri. Secondo il ministero, i medici non possono evacuare centinaia di pazienti ancora in ospedale, tra cui più di 30 neonati prematuri, a causa dell'operazione militare israeliana in corso nell'area.

15 giorni fa
Gaza
Il direttore dell'ospedale al-Shifa: "Con Israele nessuna risposta per evacuazione"
Il direttore della struttura ha riferito che sono in corso trattative per l'evacuazione dei bambini prematuri, ma finora non è stato realizzato nulla di concreto.

Il direttore del più grande ospedale di Gaza ha affermato che Israele non ha stabilito alcun contatto in merito all'evacuazione di pazienti o neonati prematuri. Il dottor Mohamed Abu Selmia dell'ospedale al-Shifa di Gaza City ha detto che l'esercito israeliano "non ci ha contattato, siamo stati noi a rivolgerci a loro... Ma fino ad ora non abbiamo ricevuto risposta. Sono in corso trattative per l'evacuazione dei bambini prematuri, ma finora non è successo nulla".

Il medico ha aggiunto che 32 pazienti, tra cui tre bambini prematuri, sono morti in ospedale negli ultimi giorni. Molti altri pazienti che necessitano di dialisi rischiano di morire "nei prossimi due giorni" poiché il trattamento non è più disponibile, ha affermato. Ha ripetuto l'appello alle Forze di Difesa Israeliane (IDF) e alla Croce Rossa affinché aiutino a evacuare i pazienti, aggiungendo: "Non vogliamo che nessuno dei pazienti muoia, vogliamo che vivano, vogliamo che ricevano le cure mediche di cui hanno bisogno in un luogo che possa fornirle".

16 giorni fa
Medio Oriente
Borrell: "Ue s'impegni per la Palestina o il ciclo di violenza non terminerà mai"
Lo ha detto l'alto rappresentante della politica estera Ue Josep Borrell al termine del Consiglio Affari Esteri.

"Ora serve un maggior coinvolgimento dell'Ue nel Medio Oriente, e in particolare nella costruzione dello Stato palestinese. Se non si trova una soluzione ora vivremo un ciclo di violenza che si perpetuerà di generazione in generazione". Lo ha detto l'alto rappresentante della politica estera Ue Josep Borrell al termine del Consiglio Affari Esteri. "Non ci sarà una soluzione per il dopo guerra a Gaza - ha aggiunto Borrell - senza il coinvolgimento dei Paesi arabi e non può essere solo finanziario, devono contribuire politicamente". L'Alto rappresentante della politica estera Ue al termine del Consiglio Affari Esteri, precisando che al momento "gli Stati arabi non vogliono parlare del giorno dopo ma del giorno di oggi". "Questa tragedia deve essere un'occasione perché tutto il mondo capisca che ci deve essere la soluzione dei due Stati, non solo la ricostruzione di Gaza ma uno Stato per i palestinesi", ha proseguito.

Il piano presentato 

Josep Borrell ha pure presentato uno "schema" in sei punti ai 27 ministri degli Esteri dell'Ue ottenendo un sostanziale via libera a lavorare "in partnership con Usa e arabi" per l'attuazione. Si tratta di una strategia a "medio-lungo termine" per costruire la pace tra gli israeliani e i palestinesi "in accordo" con la regione. Il piano prevede "tre sì e tre no".

I dettagli

"No all'espulsione dei palestinesi di Gaza in altri Paesi, no alla riduzione del territorio di Gaza, no alla rioccupazione d'Israele e al ritorno di Hamas", ha detto Borrell parlando dei tre no. Per i sì, invece, si prevede: "A Gaza servirà un'autorità palestinese, non necessariamente 'la' autorità palestinese, la cui legittimità deve essere definita dal Consiglio di sicurezza dell'Onu; un forte coinvolgimento dei Paesi arabi alla soluzione politica e infine una maggior coinvolgimento dell'Ue nella regione e in particolare nella costruzione dello stato palestinese".

16 giorni fa
Medio Oriente
Re Abdallah: "Israele non occupi Gaza né le zone sicurezza"
È quanto affermato dal re di Giordania. Intanto il premier israeliano: "Avanti fino alla vittoria finale".

Il re di Giordania Abdallah rifiuta ogni piano di Israele di occupare parti della Striscia di Gaza o di cercare di istituire zone di sicurezza all'interno dell'enclave palestinese. Lo riporta l'agenzia Petra secondo cui "la priorità ora è di mettere fine alla guerra e di consentire l'ingresso nella Striscia di aiuti sufficienti".

Israele: "Avanti fino alla vittoria totale"

Dal canto suo il premier israeliano Benyamin Netanyahu, riferendosi alla situazione al confine nord di Israele ma senza nominare direttamente Hezbolla, ha detto: "chi pensa che può estendere gli attacchi contro le nostre forze e i nostri civili gioca con il fuoco". "Al fuoco - ha aggiunto parlando in una base militare - risponderemo con un fuoco ancora maggiore. Che non ci mettano alla prova. Finora abbiamo mostrato solo una minima parte delle nostre potenzialità". Riferendosi poi alla situazione sul fronte di Gaza, Netanyahu ha detto, ribadendo la volontà di sconfiggere Hamas, che "non ci sono pause qui. Non ci sono cose a metà qui. Non è una 'operazione', non è un 'round'. Andiamo avanti fino alla vittoria totale".

Evacuazione in corso a Rafah

Intanto, il portavoce del Ministero degli Esteri giordano ha annunciato che è in corso l'evacuazione di 69 cittadini giordani residenti nella Striscia di Gaza attraverso il valico di Rafah. Lo ha riferito l'agenzia Petra.

16 giorni fa
Medio Oriente
Fonti mediche: "6 morti in raid israeliano nel sud di Gaza"
Lo riporta l'agenzia palestinese Wafa

Sei palestinesi sono stati uccisi e altri sono rimasti feriti, tra cui bambini e donne, dopo un bombardamento israeliano su "una casa di proprietà della famiglia Al-Shafi'i" nella cittadina di Bani Suheila, a est di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. Lo riporta l'agenzia palestinese Wafa citando fonti mediche.

La situazione negli ospedali

Intanto, l'associazione Medici senza Frontiere (Msf) stamattina è riuscita a mettersi in contatto con un chirurgo di Msf che lavora all'ospedale di Al Shifa, nella Striscia di Gaza. "Non c'è elettricità, non c'è acqua. Non abbiamo più cibo", ha precisato il chirurgo. "Le persone moriranno in poche ore senza un impianto di ventilazione funzionante. Di fronte all'ingresso principale ci sono molti cadaveri, anche pazienti feriti, ma non possiamo farli entrare in ospedale. Noi medici dell'ospedale - ha aggiunto - siamo pronti a lasciare l'ospedale solo se i pazienti saranno evacuati per primi: non vogliamo lasciare i nostri pazienti. Ci sono 600 persone ricoverate, 37 sono bambini, qualcuno deve essere curato in terapia intensiva, non possiamo lasciarli soli. Quando abbiamo provato - ha ancora raccontato - a mandare l'ambulanza a prendere questi pazienti, il veicolo è stato attaccato. Ci sono feriti fuori l'ospedale, cercano cure mediche, non possiamo curarli. C'è anche un cecchino che ha attaccato i pazienti, hanno ferite da arma da fuoco, ne abbiamo operati tre".

Per il medico, "la situazione è grave, è inumana. Siamo chiusi qui dentro, nessuno sa veramente come viviamo qui. Non abbiamo una connessione internet, siete riusciti a chiamarmi ora, forse proverete 10 volte prima di riuscire a raggiungermi di nuovo. Vogliamo garanzie per un corridoio sicuro perché abbiamo visto alcune persone in fuga da Al Shifa venire uccise dal cecchino. All'interno dell'ospedale ci sono pazienti feriti e team medici. Se ci daranno garanzie e faranno evacuare prima i pazienti, noi lasceremo l'ospedale".

"Mai vista una violenza di questo genere"

Una drammatica testimonianza è stata rilasciata oggi anche dal Patriarca di Gerusalemme dei Latini, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, affida ad un videomessaggio per i francescani nell'ambito di un dialogo online dal titolo "Pace, non vittoria". In trent'anni "che sono qui non ho mai visto una violenza di questo genere", ha sottolineato Pizzaballa. "Le questioni politiche lasciano il tempo che trovano - ha aggiunto il Patriarca di recente nominato cardinale -, ciascuno ha già la sua opinione e qui invece la situazione è molto complessa, prevale un approccio parziale che in questi giorni sta diventando molto evidente in tutto il mondo, non solo in Terra Santa, siamo chiamati con forza a dover dire con chi stai ma la Chiesa non può fare questo, non si tratta di essere neutrali, bisogna evitare di cadere nel facile gioco del nemico, diventi immediatamente ostile se dici una cosa diversa da quella attesa".

16 giorni fa
Medio Oriente
In uscita dal valico di Rafah 69 cittadini giordani
Lo riporta l'agenza Petra.

Il portavoce del Ministero degli Esteri giordano ha annunciato che è in corso l'evacuazione di 69 cittadini giordani residenti nella Striscia di Gaza attraverso il valico di Rafah. Lo ha riferito l'agenzia Petra.

16 giorni fa
Medio Oriente
Onu: "Manca gasolio, in 48 ore stop azioni umanitarie a Gaza"
È il monito lanciato dalle Nazioni Unite.

Le Nazioni Unite hanno avvertito che le operazioni umanitarie a Gaza "cesseranno entro 48 ore" a causa della mancanza di carburante. Il capo dell'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA) a Gaza, Thomas White, ha avvertito oggi che "le operazioni umanitarie cesseranno entro 48 ore, se non sarà consentito l'ingresso di carburante a Gaza", assediata da Israele e in preda ai combattimenti tra Hamas e Israele . "Questa mattina due dei nostri principali subappaltatori per la distribuzione dell'acqua hanno smesso di funzionare - non hanno più carburante -, cosa che priverà 200'000 persone dell'acqua potabile", ha scritto Thomas White su X.

Dal canto suo, l'esercito israeliano ha eliminato "una squadra terroristica insediatasi nell'area dell'ospedale'"Al-Quds' a Gaza che dall'ingresso dell'ospedale ha sparato contro i soldati". Lo ha detto un portavoce militare aggiungendo che "i terroristi eliminati sono stati 21".

Cosa è successo

Secondo il portavoce, "la squadra si era infiltrata in un gruppo di civili all'ingresso dell'ospedale quando ha cominciato a sparare con un lanciagranate e con altri tiri. I soldati hanno risposto al fuoco. Durante lo scontro a fuoco - ha continuato - sono stati visti civili lasciare l'edificio dell'ospedale e altri terroristi, usciti dagli edifici adiacenti, si sono nascosti tra loro unendosi al tentativo di attacco. Dopo aver sparato, i terroristi sono tornati a nascondersi in ospedale". L'incidente - ha sottolineato - "è un altro esempio del continuo abuso da parte di Hamas delle strutture civili, inclusi gli ospedali, da cui condurre gli attacchi".

Le divisioni interne alla Casa Bianca

Intanto, un documento interno al Dipartimento di Stato americano accusa Joe Biden di "diffondere disinformazione" sulla guerra a Gaza e punta il dito contro Israele colpevole di "crimini di guerra". Il documento di cinque pagine, firmato da 100 dipendenti del Dipartimento, chiede agli Stati Uniti di rivedere la sua politica nei confronti di Israele e preme per un cessate il fuoco. Il documento - riporta Axios - mostra le divisioni interne all'amministrazione Biden sulla guerra di Israele. "I membri della Casa Bianca e del consiglio per la sicurezza nazionale ignorano le vite dei palestinesi", si legge nelle carte riportate da Axios. Nel frattempo, il Pentagono ritiene che ci siano alcune vittime nei raid compiuti ieri in Siria in risposta agli attacchi contro il personale americano. Lo riferiscono i media Usa.

Infine, Al Jazeera ha riferito che un suo fotografo è rimasto ferito a seguito di un bombardamento israeliano contro giornalisti nella città di Yaroun, nel sud del Libano.

16 giorni fa
Estero
Israele annuncia pausa umanitaria a Rafah
Si tratta della prima volta che lo Stato ebraico osserva una pausa umanitaria nella zona.

Israele ha annunciato una pausa umanitaria di quattro ore nell'agglomerato urbano di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. La "sospensione tattica" delle attività militari in quell'area è in vigore nelle ore 10-14 locali. A quanto risulta è la prima volta che Israele osserva una pausa umanitaria nel settore a sud del Wadi Gaza.

Intanto, secondo la radio pubblica israeliana Kan, il valico di Rafah di transito verso l'Egitto è stato aperto per consentire l'uscita di circa 500 persone in possesso di una doppia nazionalità. Oggi è previsto l'ingresso di 85 camion di aiuti umanitari.

16 giorni fa
Estero
Hamas: "Solo scambio completo di prigionieri non parziale"
Lo ha dichiarato un alto esponente dell'organizzazione in Libano.

"La nostra posizione sul dossier prigionieri è stata chiara fin dall'inizio. E si riferisce ad un completo scambio di prigionieri". Lo ha detto, ripreso dai media isareliani, Osama Hamdan, alto esponente di Hamas dal Libano, che ha così escluso le voci su negoziati per uno scambio parziale tra ostaggi e detenuti della fazione nelle carceri israeliane. Inoltre ha spiegato che i negoziati riguardo gli ostaggi con passaporto straniero in mano di Hamas corrono in parallelo ma sono "ostacolati" da Israele.

16 giorni fa
Estero
Secondo fonti di intelligence, Hamas voleva scatenare una guerra regionale
L'organizzazione intendeva provocare una fortissima reazione israeliana.

L'intenzione di Hamas il 7 ottobre scorso non era solo uccidere e catturare il maggior numero di israeliani ma innescare un conflitto che avrebbe divamapato in tutta la regione. Lo hanno rivelato al Washington Post funzionari di intelligence di quattro paesi occidentali e mediorientali.

Secondo gli analisti, le prove trovate dopo gli attacchi - mappe dettagliate, scorte di cibo per diversi giorni, munizioni ed esplosivi in grandi quantità - rivelano l'intenzione dei terroristi di sferrare un colpo di proporzioni storiche e scatenare una reazione israeliana senza precedenti. E anche di andare avanti per giorni e giorni.

17 giorni fa
Estero
Il direttore di Shifa: "Pronti a evacuare se Israele lo consente"
Per Mohammad Abu Salmiya l'intervento delle organizzazioni internazionali è necessario per garantire un'evacuazione sicura.

Il direttore dell'ospedale Al-Shifa di Gaza, Mohammad Abu Salmiya ha dichiarato che il personale medico e i pazienti sono pronti per un'immediata evacuazione se Israele lo consentirà. Lo ha dichiarato a Radio Ashams a Nazareth, ripreso dai media israeliani. Ha aggiunto che l'intervento delle organizzazioni internazionali è necessario per garantire un'evacuazione sicura verso un centro medico nella parte meridionale della Striscia. Ha menzionato oltre 700 pazienti, incluse persone in dialisi e feriti, con tre morti e altri quattro decessi negli ultimi due giorni a causa della mancanza di ossigeno e di dialisi.

17 giorni fa
Estero
"Serve una pausa umanitaria, rifornire gli ospedali di Gaza"
L'Alto Rappresentante Ue Josep Borrell condanna "l'uso di ospedali e civili come scudi umani da parte di Hamas".

"L'Ue è seriamente preoccupata per l'aggravarsi della crisi umanitaria a Gaza e si unisce agli appelli per una pausa immediata delle ostilità e per la creazione di corridoi umanitari, anche attraverso una maggiore capacità ai valichi di frontiera e attraverso una rotta marittima dedicata". E' quanto dichiara l'Alto Rappresentante Ue Josep Borrell condannando "l'uso di ospedali e civili come scudi umani da parte di Hamas. I civili devono poter lasciare la zona di combattimento".

"Gli ospedali devono essere riforniti immediatamente delle forniture più urgenti e i pazienti" più gravi "devono essere evacuati in sicurezza", ha aggiunto.

17 giorni fa
Estero
"Il bilancio dei morti a Gaza sale a 11'180"
Lo annuncia il governo di Hamas.

Sale a 11'180 il bilancio dei morti nella Striscia di Gaza dall'inizio dell'intervento di Israele dopo l'attacco ai kibbutz del 7 ottobre. Lo annuncia il governo di Hamas.

17 giorni fa
Estero
Hamas ha sospeso i negoziati sugli ostaggi a causa dello Shifa
Lo ha detto un funzionario palestinese alla Reuters, secondo quanto riporta Haaretz.

Hamas ha sospeso i negoziati sugli ostaggi a causa della gestione dell'ospedale Al Shifa a Gaza. Lo ha detto un funzionario palestinese alla Reuters, secondo quanto riporta Haaretz.

Netanyahu: "Non escludo un accordo"

Benyamin Netanyahu ha dichiarato in un'intervista al programma 'Meet the Press' della Nbc che "potrebbe esserci" un accordo per liberare gli ostaggi detenuti da Hamas. Il premier israeliano ha spiegato che prima che iniziassero le operazioni di terra a Gaza nessun'intesa era possibile. "Ma poi le cose sono cominciate a cambiare", ha dichiarato.

17 giorni fa
Estero
Un edificio dell'ospedale Shifa distrutto in attacco aereo
Lo afferma il viceministro della Sanità di Hamas.

Il viceministro della Sanità di Hamas ha affermato che un attacco israeliano ha distrutto un edificio dell'ospedale Shifa di Gaza. "L'edificio a due piani del reparto di malattie cardiache è stato completamente distrutto da un attacco aereo", ha detto all'agenzia di stampa Afp il viceministro della Sanità, Youssef Abou Rich, attribuendo la responsabilità dell'attacco all'esercito israeliano. La Afp non è stata in grado di confermare l'attacco sul posto, ma almeno un testimone presente nell'ospedale ha confermato l'attacco ed i relativi danni.

17 giorni fa
Estero
Corridoio umanitario anche dallo Shifa per Gaza sud
Lo ha assicurato l'esercito israeliano.

Anche oggi l'esercito israeliano ha assicurato un corridoio umanitario di 7 ore (fino alle 16:00 locali. le 15:00 in Svizzera) per la popolazione palestinese che da nord vuole trasferirsi a sud della Striscia. Lo ha detto su X (ex Twitter) in arabo il portavoce militare Avichai Adraee. La via interessata è quella di Salah ad Din. Adraee ha aggiunto che ci sarà un corridoio sicuro dall'ospedale Shifa a Gaza City per chi voglia raggiungere Salah ad Din e sarà assicurata una pausa "tattica" nelle operazioni militari (fino alle 14:00 ora locale) sul campo profughi di Jabalya nel nord della Striscia e nel vicino quartiere di Izbat Malien.

17 giorni fa
Estero
Colpita una sede ONU a Gaza
L'Undp ha annunciato un numero significativo di morti e feriti in un bombardamento della sua sede a Gaza.

Il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (Undp) ha annunciato "un numero significativo di morti e feriti" in un "bombardamento" della sua sede a Gaza City, evacuata dai suoi dipendenti e ora occupata da centinaia di sfollati palestinesi. "La tragedia in corso dei civili morti e feriti intrappolati in questo conflitto deve finire - ha dichiarato l'Undp in un comunicato -. I civili, le infrastrutture civili e l'inviolabilità dei locali delle Nazioni Unite devono essere rispettati e protetti in ogni momento". Nella dichiarazione pubblicata sul suo sito, l'Undp si è detto "profondamente angosciato dai rapporti preliminari sul bombardamento" del complesso a Gaza City, che è stato gestito dal programma dell'Onu "fino al 13 ottobre, quando il personale delle Nazioni Unite ha lasciato i locali".

Il diritto umanitario internazionale va rispettato

"Il 6 novembre l'Undp ha riferito che diverse centinaia di persone in cerca di rifugio erano entrate nel complesso e ci sono indicazioni che questo numero sia aumentato in modo significativo", è stato spiegato nel comunicato. "Il diritto umanitario internazionale, compresi i principi di distinzione, proporzionalità e precauzione, deve essere rispettato e sostenuto", conclude la nota.

17 giorni fa
Estero
Israele: colpite infrastrutture terroristiche in Siria
Lo ha annunciato l'esercito israeliano.

Aerei da guerra israeliani hanno colpito le "infrastrutture terroristiche" in Siria a seguito dell'attacco da quel territorio verso la parte del Golan annessa a Israele. Lo ha annunciato l'esercito israeliano. "In risposta all'attacco sulle alture di Golan di ieri - ha affermato l'esercito in una breve dichiarazione - aerei da combattimento hanno colpito le infrastrutture terroristiche in Siria".

17 giorni fa
Estero
Israele: 'Non stiamo attaccando l'ospedale di Al-Shifa'
Il portavoce dell'Idf ha smentito la notizia che le truppe israeliane stiano attaccando l'ospedale.

Nell'ospedale Al-Shifa sotto assedio a Gaza un neonato è morto e almeno 39 rischiano la vita perchè mancano elettricità e ossigeno, secondo le autorità palestinesi. 'Hamas ha trasformato gli ospedali in fortini' per usarli come nascondigli, fa sapere Israele. Tel Aviv ha annunciato che tuttavia aiuterà a far uscire dalle strutture i bimbi malati. Il portavoce dell'Idf, Daniel Hagari, ha dichiarato in un briefing serale che "nelle ultime ore è stata pubblicata la falsa notizia che stiamo circondando l'ospedale Al-Shifa e che lo stiamo attaccato. È falso. Stiamo combattendo contrp terroristi che scelgono di combattere proprio accanto all'ospedale", ha detto, citato da Haaretz. "Abbiamo controllato i nostri sistemi e ancora una volta si è trattato di un lancio di un razzo andato male da parte di organizzazioni terroristiche nella Striscia. Hamas sta commettendo un crimine di guerra usando gli ospedali" come scudi.

18 giorni fa
Estero
Catastrofe negli ospedali di Gaza, Israele evacuerà i neonati
Nella catastrofe che travolge gli ospedali di Gaza, Israele annuncia che evacuerà i neoonati dallo Shifa, ormai al collasso.

Senza corrente, senz'acqua, senza forniture mediche e con la vita di decine di feriti e neonati a rischio. Nella catastrofe che sta travolgendo gli ospedali di Gaza City, stretti nella morsa dei combattimenti tra l'esercito israeliano e i miliziani di Hamas, Israele ha annunciato che faciliterà l'evacuazione dei bebè dallo Shifa, la struttura più grande della Striscia ormai al collasso. "Lo staff ha chiesto aiuto. Domani - ha annunciato in serata il portavoce militare Daniel Hagari - aiuteremo i bambini del reparto pediatrico a raggiungere un ospedale più sicuro e forniremo l'assistenza necessaria".

"Senza elettricità, internet, acqua e forniture mediche"

Quella degli ospedali è una partita cruciale nella battaglia in corso, non solo dal punto di vista umanitario. Soprattutto allo Shifa, sotto la cui struttura Israele ritiene vi sia il comando centrale di Hamas e il nascondiglio del capo della fazione islamica a Gaza Yahya Sinwar. Tagliato fuori dal mondo, l'ospedale - secondo il suo direttore Muhammad Abu Salmiya - è rimasto "senza elettricità, internet, acqua e forniture mediche. Quello che posso dire - ha spiegato - è che abbiamo cominciato a perdere vite di pazienti. Ogni minuto c'è chi muore: malati, feriti e anche bebè nelle incubatrici". La ong Physicians for Human Rights Israel, che continua a mantenere i contatti con due medici della struttura, ha annunciato nel pomeriggio che "due neonati prematuri sono morti per l'interruzione della corrente". Poi ha sostenuto che c'era stato uno errore e che "il neonato deceduto è uno", nonostante fonti dell'ospedale abbiano successivamente confermato la cifra di due.

"Hamas ha trasformato gli ospedali in postazioni fortificate"

"Hamas - ha denunciato un portavoce militare - ha trasformato gli ospedali in postazioni fortificate". Per questo diversi di loro "devono essere evacuati, per consentire all'esercito di affrontare i miliziani. Da settimane facciamo forzi per evacuare gli ospedali, che sono divenuti posti molto pericolosi". Portando ad esempio l'ospedale Rantisi, il portavoce israeliano ha precisato che per tre giorni consecutivi prima della sua evacuazione l'esercito ha fatto ricorso "a telefonate e volantini" per indurre i civili ad allontanarsi. Finora Israele sarebbe riuscito a far evacuare il Rantisi e il Nasser. Mentre ha negato di aver compiuto attacchi allo Shifa.

Israele nega di aver bombardato l'ospedale

"Non c'è alcun assedio, ci sono combattimenti nelle vicinanze ma la parte est dell'ospedale resta aperta" per chi voglia uscire, ha detto un portavoce smentendo le affermazioni di Hamas secondo cui l'esercito avrebbe bombardato l'ospedale. L'esplosione, secondo la versione israeliana, sarebbe invece da attribuirsi ad un lancio fallito di un razzo da parte delle fazioni palestinesi. Inoltre, nell'evacuazione dei civili del Rantisi l'esercito ha accusato "terroristi di Hamas" di aver aperto il fuoco "per spaventare la folla e farla rientrare. Altri cinque o sei miliziani si sono poi mischiati ai civili quando hanno cominciato a defluire. Li hanno utilizzati come scudi umani. I nostri cecchini avrebbero potuto colpirli, ma non volevamo creare panico".

Le ONG attaccano Israele

Le organizzazioni umanitarie internazionali, compresa l'Onu, hanno invece attaccato Israele. "Niente - ha ammonito il responsabile degli aiuti umanitari delle Nazioni Unite Martin Griffiths - giustifica atti di guerra contro strutture sanitarie". Dello stesso avviso Msf, secondo cui allo Shifa è stato "colpito un reparto di maternità", mentre la Croce Rossa si è detta "scioccata per le notizie" e Oxfam ha parlato di "crimini di guerra". Ma il premier Benyamin Netanyahu ha avvertito che "nessuna pressione internazionale ci fermerà dal proteggere noi stessi", ripetendo che "quando Hamas sarà sradicata, manterremo il controllo di sicurezza nella Striscia", che non sarà affidato dall'Anp.

Ucciso un comandante del Naser Radwan Company

Israele continua intanto ad eliminare tunnel e strutture dei miliziani, rafforzando la sua posizione nel nord, dove "Hamas ha ormai perso il controllo". In un raid è stato ucciso Ahmed Siam, comandante del Naser Radwan Company che si era nascosto all'interno di una scuola. Siam, ha sostenuto l'esercito, teneva in ostaggio circa 1.000 abitanti di Gaza proprio nell'ospedale Rantisi e aveva impedito loro di evacuare verso sud. Per favorire l'esodo della popolazione dal nord, Israele oggi ha tenuto aperto per 7 ore un corridoio umanitario lungo la strada Salah ad Din, la lunga arteria che taglia la Striscia. Per lo stesso motivo ha annunciato uno stop alle operazioni militari sul campo profughi di Jabalya, dov'era forte la presenza di Hamas. In tre giorni - secondo i militari - sono evacuate verso il sud circa 200mila persone.

Si infiamma il fronte al confine col Libano

Se Gaza resta il fronte principale, si infiamma sempre di più il confine con il Libano. Continuando ad attaccare Israele, ha avvertito il ministro della Difesa Yoav Gallant, "gli Hezbollah sono vicini a commettere un grave errore", trascinando il loro Paese in guerra. Mentre sulle Alture del Golan sono arrivati due lanci dalla Siria: Israele ha replicato colpendo postazioni in territorio siriano.

18 giorni fa
Estero
"A Gaza non ci fermiamo fino alla vittoria"
© Shutterstock
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Lo ha detto questa sera il premier israeliano Benyamin Netanyahu.

"Noi non ci fermiamo fino a che non completiamo il nostro lavoro, fino alla vittoria." Lo ha detto questa sera il premier israeliano Benyamin Netanyahu in conferenza stampa con i media israeliani.

"Stiamo operando nel cuore di Gaza. Hamas ha perso il controllo del nord della Striscia di Gaza. Siamo ben preparati sul fronte nord verso le azioni aggressive di Hezbollah. Siamo pronti su tutti i fronti", ha affermato.

"Non ci sono pressioni internazionali che ci faranno cambiare idea sulla necessità di proteggere noi stessi. Quando Hamas sarà sradicata, Israele manterrà il controllo di sicurezza nella Striscia".

"Ho visto la pena nei loro occhi", ha aggiunto Netanyahu, riferendosi all'incontro con le famiglie degli ostaggi in mano di Hamas. Faremo di tutto per riportarli a casa, qualunque cosa, ha affermato.

18 giorni fa
Estero
Domani riapre il valico di Rafah per gli stranieri
Lo ha annunciato l'autorità di frontiera di Gaza.

L'autorità di frontiera di Gaza ha annunciato che il valico di Rafah verso l'Egitto riaprirà domani per chi ha passaporto straniero. Lo riporta Haaretz.

Le evacuazioni dalla Striscia di Gaza verso l'Egitto per i cittadini stranieri e i palestinesi che necessitano di cure mediche urgenti erano state sospese venerdì, hanno dichiarato tre fonti di sicurezza egiziane e un funzionario palestinese.

Quest'ultimo e una fonte medica egiziana hanno dichiarato che la sospensione era dovuta a problemi nel portare i pazienti a Rafah dall'interno di Gaza.

18 giorni fa
Solidarietà
Una marea umana a Londra manifesta per il popolo palestinese
© Shutterstock / Archivio
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Oltre 800.000, forse un milione, di persone che oggi hanno manifestato a Londra in solidarietà al popolo della Palestina: una marea umana quella sulle strade londinese che non si vedeva dal 2003.

La testa del corteo è alla fine di Vauxhall Bridge, la coda non si vede nemmeno inquadrando le persone dall'alto. È una marea umana quella che ha attraversato le strade di Londra per manifestare a favore del popolo palestinese. Oltre 800mila, forse un milione secondo gli organizzatori, circa 300mila stando ai dati riportati della polizia, che è dovuta intervenire solo per sedare le contro-manifestazioni "anti-Hamas" guidate dall'estrema destra. Il numero effettivo dei manifestanti conta il giusto se si considera che le piazze meglio riuscite contro la Brexit non si avvicinavano nemmeno a questi dati.

Una cosa simile non si vedeva dal 2003

Una manifestazione simile non si vedeva dal 2003, quando in strada scesero circa un milione e mezzo di persone. Erano i tempi di Tony Blair a Downing street e di George W. Bush alla Casa Bianca, ma soprattutto dell'invasione dell'Iraq: in strada si urlavano slogan pacifisti per chiedere la fine della guerra. Stavolta si chiede il cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza, dove Israele sta bombardando dal 7 ottobre in una reazione alle atroci azioni di Hamas che molti considerano sproporzionata. "Siamo più di 800.000 qui oggi e il numero potrebbe arrivare a un milione. Questa è la seconda marcia più grande della storia britannica", ha dichiarato una delle organizzatrici dal palco allestito a Nine Elmsa. Tamburi, fumogeni e canti, in strada ci sono giovani e anziani a chiedere la fine di quello che descrivono come "apartheid" e "genocidio".

Una manifestazione pacifica

C'è anche uno spezzone di ebrei britannici a sfilare. Il tutto avviene in modo pacifico, nonostante le parole pronunciate nei giorni scorsi dalla ministra dell'Interno Suella Braverman, falco della destra Tory che aveva accusato la polizia di essere troppo dura con l'estrema destra mentre a quelle che lei chiama "le orde pro Palestina" verrebbe permesso di nascondere "frange violente". C'era anche paura per la coincidenza con la commemorazione della giornata del ricordo dei caduti britannici di guerra (Remembrance Day).

Scontro con i contro-manifestanti

Scontri ci sono stati, ma hanno riguardato i contro-manifestanti di estrema destra. Prima quando hanno tentato di raggiungere il Cenotafio abbattendo una barriera della polizia, poi quando circa 150 di loro in Parliament Square hanno urlato slogan contro Allah e hanno strappato dalle mani di una persona la bandiera palestinese. La polizia è intervenuta e ha arrestato, in tutto, oltre 100 persone, la maggioranza delle quali appartenenti a queste frange guidate da Tommy Robinson, cofondatore dell'English Defence League. Tra i manifestanti per il popolo palestinese, invece, la polizia sta ricercando due individui che hanno sfilato indossando sul capo una fascia riconducibile ad Hamas, la cui bandiera riporta la shahada (l'atto di fede dell'Islam) scritta in bianco su sfondo verde.

18 giorni fa
Estero
"Aiuteremo ad evacuare i neonati dall'Al-Shifa"
Lo ha dichiarato l'esercito israeliano.

L'esercito israeliano ha dichiarato che aiuterà l'evacuazione dei neonati dal più grande ospedale di Gaza, l'Al-Shifa, che si trova in mezzo agli intensi combattimenti tra soldati e miliziani di Hamas.

"Lo staff dell'ospedale Al-Shifa ha chiesto aiuto, domani aiuteremo i bambini del reparto pediatrico a raggiungere un ospedale più sicuro. Forniremo l'assistenza necessaria", ha dichiarato il portavoce militare Daniel Hagari.

18 giorni fa
Estero
"Niente giustifica gli attacchi agli ospedali"
Lo ha dichiarato il responsabile degli aiuti umanitari dell'ONU.

"Niente giustifica atti di guerra contro strutture sanitarie": lo ha dichiarato il responsabile degli aiuti umanitari delle Nazioni Unite, Martin Griffiths.

"Non può esserci alcune giustificazione per atti di guerra in strutture sanitarie, lasciando queste ultime senza elettricità, cibo o acqua e sparando a pazienti e civili che cercano di fuggire. È immorale, disdicevole e deve terminare. Gli ospedali devono essere posti di grande tutela e coloro che ne hanno bisogno devono potersi fidare di essi come luoghi protetti e non di guerra", ha dichiarato Griffiths, citato dal Guardian.

18 giorni fa
Estero
"È uno il neonato prematuro morto allo Shifa di Gaza"
Lo precisa il portavoce di Physicians for Human Rights Israel.

"È uno il neonato prematuro morto sabato, c'è stato un errore". Lo dice Ran Yaron, portavoce di Physicians for Human Rights Israel riferendosi a quanto accaduto nell'ospedale Shifa di Gaza e precisando il comunicato diffuso in precedenza che parlava di due neonati morti nelle incubatrici a causa delle interruzioni di corrente.

"La nostra organizzazione - ha aggiunto Yaron - non ha dottori che stanno lavorando nell'ospedale. L'informazione si basa su quanto raccontano due medici della struttura con cui siamo in contatto".

18 giorni fa
Zurigo
Un migliaio in piazza per una Palestina libera
© Shutterstock
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Almeno mille persone sono scese per le strade di Zurigo oggi, sabato, nel tardo pomeriggio per manifestare in segno di solidarietà alla Palestina e per chiedere una "Gaza libera".

Un migliaio di persone sono scese in piazza oggi nel tardo pomeriggio a Zurigo per manifestare solidarietà ai palestinesi e per chiedere una "Gaza libera". La dimostrazione, organizzata sulla Helvetiaplatz, era autorizzata. I partecipanti hanno intonato la controversa canzone "From the river to the sea Palestine will be free", etichettata come chiaramente antisemita dagli israeliani, in quanto nega a Israele e i suoi cittadini il diritto di esistere. Uno degli oratori ha anche invitato i presenti a boicottare marchi "amici di Israele", come la catena di caffè Starbucks.

Fehr: "Una decisione negligente e pericolosa"

La manifestazione è stata sorvegliata da un nutrito contingente di polizia. Il fatto che la città di Zurigo abbia autorizzato questa manifestazione ha provocato divergenze con il direttore della sicurezza cantonale Mario Fehr (senza partito) questa settimana: per Fehr si è trattato di una decisione negligente e pericolosa. Inoltre, cantare slogan di odio non ha nulla a che vedere con la libertà di parola.

Berna vieta le grandi manifestazioni fino a Natale

Dal canto suo il municipio di Zurigo ha risposto di non valutare mai le richieste di manifestazioni in base al loro contenuto politico, ma solo in base alla garanzia di sicurezza e al rispetto della legge. La città di Berna ha adottato un approccio più restrittivo: ha infatti deciso che non saranno più permesse grandi manifestazioni nel centro della città dal 17 novembre fino a Natale.

18 giorni fa
Estero
Israele, 'non spariamo contro l'ospedale Shifa'
Stando al responsabile del Cogat non c'è nessun assedio all'ospedale.

"Non ci sono sparatorie e non c'è alcun assedio" all'ospedale Shifa di Gaza City. Lo scrive su X Moshè Tetro, responsabile del Cogat, l'ente militare di governo israeliano dei Territori. "La parte est dell'ospedale resta aperta" per chi voglia uscire, spiega Tetro, aggiungendo che ci sono combattimenti vicino all'ospedale tra soldati israeliani e miliziani di Hamas.

18 giorni fa
Estero
Due neonati prematuri morti all'ospedale al Shifa
Lo riferisce un'organizzazione non governativa israeliana che cita i medici della struttura.

Due neonati prematuri sono morti all'ospedale al-Shifa di Gaza City sotto assedio e senza corrente elettrica. Lo riferisce un'organizzazione non governativa israeliana che cita i medici della struttura. I due neonati prematuri sono morti a causa delle interruzioni di corrente, ha riferito Physicians for Human Rights Israel citando i medici presenti nella struttura, mentre infuriano i combattimenti intorno al complesso di al-Shifa. "A causa della mancanza di elettricità, possiamo riferire che l'unità di terapia intensiva neonatale ha smesso di funzionare. Due neonati prematuri sono morti e c'è un rischio reale per la vita di altri 37 neonati prematuri", ha dichiarato il gruppo di medici israeliani in un comunicato.

18 giorni fa
Estero
Abu Mazen, 'stiamo affrontando una guerra di sterminio'
Il presidente palestinese ha tenuto un discorso durante il vertice in corso a Riad.

Il presidente palestinese Abu Mazen ha dichiarato al vertice in corso a Riad che il suo popolo è "sottoposto a una guerra di sterminio che ha oltrepassato tutte le linee rosse" e ha riferito che Israele è "pienamente responsabile dell'uccisione e del ferimento di ogni palestinese". Lo riferisce Al Arabiya.

L'appello all'ONU e agli USA

Come riporta Al Jazeera, inoltre, secondo Abu Mazen il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite "deve essere all'altezza della sua responsabilità e del suo obbligo di porre fine a questa guerra belligerante contro il nostro popolo senza ulteriori ritardi". Il presidente palestinese si è rivolto anche agli Stati Uniti chiedendo "di porre fine all'aggressione di Israele, all'occupazione, alla violazione e alla profanazione dei nostri luoghi sacri". "Non sono accettabili soluzioni militari, perché sono tutte fallite - ha concluso Abu Mazen -. Rifiutiamo categoricamente qualsiasi tentativo di sfollare il nostro popolo da Gaza o dalla Cisgiordania".

18 giorni fa
Estero
39 neonati rischiano la morte nell'ospedale di Al-Shifa
Stando alla ministra della sanità palestinese manca la corrente presso la struttura sanitaria.

Almeno 39 neonati rischiano la morte nell'ospedale di Al-Shifa di Gaza City dopo che è stata interrotta l'elettricità ed è mancato l'ossigeno: lo riporta la Reuters, che cita la ministra della Sanità palestinese, Mai al-Kaila.

18 giorni fa
Estero
A Gaza servizi sanitari per i bambini vicini al collasso
Lo sottolinea Unicef, secondo cui l'assistenza medica in due ospedali pediatrici è quasi cessata.

"Il crollo quasi totale e gli attacchi ai servizi medici e sanitari in tutta Gaza, in particolare nelle aree settentrionali, minacciano la vita di tutti i bambini della Striscia. Nelle ultime 24 ore, secondo le notizie, l'assistenza medica negli ospedali pediatrici Al-Rantisi e Al-Nasr è quasi cessata, con solo un piccolo generatore che alimenta le unità di terapia intensiva e di terapia intensiva neonatale. Sono stati segnalati intensi attacchi e ostilità nei pressi dell'ospedale di Al-Rantisi, dove, secondo le notizie, ci sono bambini in dialisi e in terapia intensiva". Lo sottolinea un comunicato dell'Unicef.

Danneggiato l'ospedale pediatrico Al-Nasr

"Secondo quanto riferito, due giorni fa l'ospedale pediatrico di Al-Nasr è stato nuovamente danneggiato da un attacco che ha colpito anche le attrezzature salvavita. Un altro ospedale pediatrico nel nord - prosegue il comunicato - ha smesso di funzionare a causa dei danni e della mancanza di carburante, mentre un ospedale specializzato in maternità ha un disperato bisogno di carburante per continuare a funzionare".

Negato il diritto alla vita e alla salute dei bambini

"Il diritto alla vita e alla salute dei bambini viene negato", ha dichiarato Adele Khodr, Direttore regionale dell'Unicef per il Medio Oriente e il Nord Africa. "La protezione degli ospedali e la consegna di forniture mediche salvavita - ha aggiunto - è un obbligo previsto dalle leggi di guerra, ed entrambe le cose sono necessarie ora".

Aumenta il rischio di malattie

"Più di 1,5 milioni di sfollati, tra cui 700.000 bambini, stanno lottando per accedere all'acqua potabile e vivono in condizioni igieniche terribili. Il rischio di malattie trasmesse dall'acqua e di altre malattie aumenta di giorno in giorno e minaccia soprattutto i bambini", evidenzia la nota dell'Unicef.

"Gli attacchi alle strutture sanitarie cessino immediatamente"

"I bambini di Gaza sono appesi a un filo, soprattutto nel nord", ha detto Khodr. "Migliaia e migliaia di bambini rimangono nel nord di Gaza mentre le ostilità si intensificano. Questi bambini non hanno un posto dove andare e sono a rischio estremo. Chiediamo che gli attacchi alle strutture sanitarie cessino immediatamente e che vengano consegnati urgentemente carburante e forniture mediche agli ospedali di tutta Gaza, comprese le zone settentrionali della Striscia", conclude Khodr.

18 giorni fa
Estero
Arrestati 25 palestinesi in Cisgiordania, anche minori
La maggior parte degli arresti è avvenuta nella città di Idna, a Hebron, mentre gli altri sono stati eseguiti nei governatorati di Ramallah, Tulkarm, Betlemme e Gerusalemme.

L'esercito ha arrestato oggi almeno 25 palestinesi, compresi minorenni, nel corso di incursioni in tutta la Cisgiordania, secondo la Commissione per i prigionieri, citata dall'agenzia di stampa palestinese Wafa. Secondo il Jerusalem Post, l'Idf ha arrestato persone sospettate di terrorismo nel villaggio di Beit Fajar nell'area di Betlemme. Wafa aggiunge che la maggior parte degli arresti è avvenuta nella città di Idna, a Hebron, mentre gli altri sono stati eseguiti nei governatorati di Ramallah, Tulkarm, Betlemme e Gerusalemme. I detenuti, afferma l'agenzia palestinese, "sono stati maltrattati", e dal 7 ottobre Israele ha arrestato 2425 palestinesi.

18 giorni fa
Estero
Israele, 'ucciso un comandante Hamas'
Stando all'esercito israeliano Ahmed Siam è stato ucciso mentre si nascondeva in una scuola.

In un raid, l'esercito israeliano - su indicazioni dell'intelligence e delle truppe sul terreno - ha ucciso Ahmed Siam, comandante di compagnia del 'Naser Radwan Company' di Hamas. Lo ha fatto sapere il portavoce militare ricordando che due giorni fa era stato annunciato che Siam teneva come ostaggi circa 1.000 abitanti di Gaza nell'ospedale Rantisi e aveva impedito loro di evacuare verso sud. Siam - ha specificato - è stato ucciso mentre si nascondeva all'interno della scuola 'Al Buraq' insieme ad "altri terroristi" e questo dimostra " ancora un volta l'uso di Hamas dei civili come scudi umani a fini di terrorismo".

18 giorni fa
Estero
L'ospedale al-Shifa senza corrente, web, acqua e farmaci
Lo ha affermato il direttore Muhammad Abu Salmiya.

L'ospedale al-Shifa, il principale di Gaza, è rimasto senza corrente elettrica, né internet, né acqua né forniture mediche. Lo ha affermato oggi il suo direttore Muhammad Abu Salmiya, secondo quanto riferisce Haaretz. 'Quello che posso dire - ha aggiunto - è che abbiamo cominciato a perdere vite di pazienti. Ogni minuto c'è chi muore: malati, feriti e anche bebè negli incubatori''. In precedenza era stato riferito che l'esercito israeliano è appostato nelle immediate vicinanze.

18 giorni fa
Estero
Corridoio umanitario di 7 ore per Gaza sud
Lo ha fatto sapere l'esercito israeliano.

L'esercito israeliano da questa mattina alle 9 (ora locale) ha di nuovo aperto un corridoio umanitario lungo la strada Salah ad Din per consentire alla popolazione del nord di Gaza di defluire al sud. Lo ha fatto sapere il portavoce Avichai Adraee che ha diffuso in arabo l'informativa su X. Il corridoio resterà aperto per 7 ore fino alle 16 (ora locale). Inoltre fino alle 14 di oggi ci sarà "una sospensione tattica delle operazioni militari" sul campo profughi di Jabalia nel nord per permettere alla popolazione di dirigersi a sud di Gaza.

18 giorni fa
Svizzera
Medio Oriente, Ruth Dreifuss critica la sospensione degli aiuti
© CdT/Archivio
© CdT/Archivio
Secondo l'ex consigliera federale la decisione di sospendere i finanziamenti alle ong palestinesi e israeliane indebolisce il movimento per la pace da entrambe le parti.

L'ex consigliera federale socialista Ruth Dreifuss ha criticato la sospensione dei finanziamenti alle organizzazioni non governative (ong) palestinesi e israeliane. Questo indebolisce il movimento per la pace da entrambe le parti, ha dichiarato in un'intervista pubblicata oggi dal settimanale "Schweiz am Wochenende", aggiungendo che le ong promuovono la pace e la cooperazione nella società civile. 

Una decisione "più che sbagliata"

"In quale altro posto al mondo, a parte il Medio Oriente, così tante persone si sono battute per la pace e i diritti umani per così tanto tempo e con attività concrete in una situazione così tesa?", ha chiesto. Ha definito la decisione del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) "più che sbagliata". Il DFAE, ricordiamo, ha interrotto il suo sostegno a sei ong palestinesi e cinque israeliane alla fine di ottobre. La decisione è stata presa in considerazione della nuova situazione dopo l'attacco perpetrato da Hamas contro Israele il 7 ottobre e la ripresa delle ostilità in Medio Oriente.

Speranza nelle organizzazioni

L'impegno delle organizzazioni in Medio Oriente le fa sperare in una soluzione, ha detto Dreifuss. Deve esserci una soluzione. "Che sia con due Stati o con un unico Stato in cui tutti i popoli possano vivere insieme nel rispetto reciproco della loro diversità", ha detto l'ex consigliera federale socialista. Nel frattempo, gli insediamenti israeliani hanno letteralmente bloccato la soluzione dei due Stati, nonostante la forma di uno Stato unificato debba ancora essere trovata.

Il primo membro del Governo di origine ebraica

Dreifuss è stato il primo membro del Consiglio federale di origine ebraica. Specialmente nella situazione attuale, i politici non dovrebbero essere ridotti al loro background ebraico, ha affermato. "La guerra riguarda tutti noi".

18 giorni fa
Estero
Netanyahu a Macron: "Hamas è il responsabile della morte di civili a Gaza"
Il primo ministro israeliano reagisce alla richiesta di Macron di fermare i bombardamenti.

Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha risposto ieri sera ai commenti del presidente francese Emanuel Macron alla Bbc, affermando che "la responsabilità dei danni ai civili spetta ad Hamas-ISIS e non a Israele". Netanyahu, citato da Haaretz, ha aggiunto che "Israele è entrato in questa guerra perché un'organizzazione terroristica ha crudelmente ucciso centinaia di israeliani e ne ha rapiti più di 200. Mentre Israele fa tutto il possibile per evitare di danneggiare i civili e li invita a lasciare la zona di combattimento, Hamas-Isis fa tutto il possibile per impedire loro di partire per zone sicure e li usa come scudi umani".

"Hamas-Isis tiene crudelmente degli ostaggi - donne, bambini e anziani - il che costituisce un crimine contro l'umanità. Hamas-Isis utilizza scuole, moschee e ospedali come quartier generali del terrorismo. I crimini che Hamas-Isis sta commettendo oggi a Gaza saranno commessi domani a Parigi, New York e in ogni altra parte del mondo. I leader mondiali devono condannare Hamas-Isis e non Israele".

18 giorni fa
Estero
Israele si prepara a combattere per un anno a Gaza
Lo scrive il Times of Israel.

Le Forze armate israeliane (IDF) si stanno preparando a combattere a Gaza per un anno: lo scrive il Times of Israel citando Channel 12. Secondo queste indiscrezioni, delle quali non viene citata la fonte, l'esercito di Israele si sta "preparando per un periodo di un anno di combattimenti... in diverse aree... con metodi diversi, ma un anno di combattimenti per arrivare alla quarta fase di questa guerra: l'ingresso di un nuovo governo a Gaza che non sia Hamas e non sia sostenuto dagli iraniani", scrive il quotidiano.

18 giorni fa
Estero
Interrotte le comunicazioni con l'ospedale al-Shifa
Lo riferisce Haaretz, secondo cui nella notte l'esercito israeliano ha stretto l'assedio ad altri due ospedali.

Si sono interrotte le comunicazioni con l'ospedale al-Shifa, il principale di Gaza. Lo riferisce Haaretz secondo cui nella notte l'esercito israeliano ha stretto l'assedio ad altri due ospedali, che sarebbero il Rantisi e il Nasser. Israele ha ripetuto più volte che Hamas usa l'ospedale al-Shifa come 'scudo' per nascondere l'ingresso ad una rete di tunnel militari da dove opererebbe il leader dell'organizzazione, Yihya Sinwar.

18 giorni fa
Estero
Dall'inizio della guerra Israele ha preso 11 roccaforti Hamas a Gaza
Lo ha fatto sapere il portavoce militare.

Dall'inizio della guerra, l'esercito israeliano ha preso il controllo di 11 roccaforti di Hamas a Gaza. Lo ha fatto sapere il portavoce militare, aggiungendo che durante la notte forze della Brigata Nahal hanno localizzato e distrutto tunnel di attacco di Hamas posti in prossimità di una scuola. I soldati - ha continuato - hanno distrutto obiettivi della squadra navale di Hamas e anche una cellula che intendeva attaccare le truppe.

18 giorni fa
Estero
L'esplosione all'ospedale Shifa dovuta a un razzo palestinese
Lo afferma l'esercito israeliano, mentre Hamas accusa Israele per il bombardamento.

L'esercito israeliano ha ribadito di non aver sparato nei combattimenti di ieri sull'ospedale Shifa di Gaza City ed ha addossato la responsabilità dell'accaduto ad un lancio fallito di un razzo da parte delle fazioni palestinesi. Lo ha fatto sapere il portavoce militare citato dai media. Hamas aveva invece accusato Israele per il bombardamento della struttura e delle vittime conseguenti.

18 giorni fa
Estero
Macron esorta Israele a fermare i bombardamenti
Il presidente francese lo ha dichiarato in un'intervista alla Bbc.

Israele deve interrompere i bombardamenti su Gaza, perché "i civili vengono bombardati", ha detto il presidente francese Emmanuel Macron in un'intervista di ieri sera alla Bbc, ribadendo il diritto dello stato ebraico a difendersi. "Non c'è alcuna ragione per questo e nessuna legittimità. Quindi esortiamo Israele a fermarsi, ha sottolineato il presidente francese, ribadendo anche la condanna francese alle azioni terroristiche di Hamas. Quando gli è stato chiesto se voleva che altri leader - compresi quelli degli Stati Uniti e del Regno Unito - si unissero alle sue richieste di cessate il fuoco, ha risposto: "Spero che lo facciano".

Parlando il giorno dopo la conferenza sugli aiuti umanitari a Gaza tenutasi a Parigi, Macron ha affermato che la "chiara conclusione" di tutti i governi e le agenzie presenti a quel vertice è stata "che non c'è altra soluzione che una pausa umanitaria, che porti quindi a un cessate il fuoco, che ci permetterà di proteggere tutti i civili che non hanno nulla a che fare con i terroristi".

19 giorni fa
Medio Oriente
L'Oms: "A Gaza muore in media un bambino ogni dieci minuti"
È quanto ha affermato al Consiglio di Sicurezza dell'Onu il direttore dell'Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus.

"La situazione a Gaza è impossibile da descrivere. I corridoi degli ospedali sovraffollati di gente, operazioni senza anestesia, famiglie in scuole sovraffollate in cerca disperata di cibo. In media, un bambino viene ucciso ogni 10 minuti a Gaza. Nessuno in nessun posto è al sicuro". Lo ha detto al Consiglio di Sicurezza Onu il direttore dell'Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus.

19 giorni fa
Medio Oriente
Israele rivede al ribasso il bilancio dei morti: "Sono 1'200"
Molti cadaveri "non sono vittime israeliane, ma terroristi", ha comunicato il ministero degli Esteri israeliano.

Israele ha rivisto al ribasso il bilancio delle vittime degli attacchi di Hamas del mese scorso nel sud di Israele da 1400 a 1200, secondo un portavoce del ministero degli Esteri. "Questo è il numero aggiornato. È dovuto al fatto che c'erano molti cadaveri che non sono stati identificati e ora pensiamo che appartengano a terroristi, non a vittime israeliane", ha precisato il portavoce del ministero Lior Haiat.

19 giorni fa
Medio Oriente
Gaza, Msf: "Ad al Shifa cadaveri a terra, una scena orribile"
È il racconto di un infermiere di Medici Senza Frontiere.

"Stamattina mi stavo recando all'ospedale di Al Shifa per lavorare quando la struttura è stata colpita. Tutti noi eravamo inorriditi, alcuni si sono buttati a terra. Ho visto cadaveri, anche di donne e bambini. Una scena orribile che ci ha fatto piangere tutti": lo racconta Maher Sharif, infermiere di Msf che opera nell'ospedale di al Shifa, come riferisce la stessa organizzazione in un comunicato. "Il personale medico era terrorizzato, cercava di salvarsi e mettere al sicuro la propria famiglia. Alcuni sono rimasti all'interno dell'ospedale, mentre altri stanno partendo verso il sud di Gaza insieme agli sfollati", continua Sharif.

"Fermate gli attacchi alle strutture sanitarie"

Da questa mattina molti operatori umanitari di Medici Senza Frontiere (Msf) hanno smesso di lavorare negli ospedali a Gaza City perché le strutture sanitarie sono sotto attacco o rischiano di esserlo in qualsiasi momento, fa sapere l'organizzazione in un comunicato. "La popolazione ha paura di andare negli ospedali" dichiara il dottor Mohammad Abu Mughaiseb, vice coordinatore medico di Msf a Gaza. L'organizzazione lancia quindi un appello affermando che gli attacchi alle strutture mediche, alle ambulanze, al personale e ai pazienti devono cessare. "L'ospedale di Al Shifa è la principale struttura sanitaria operativa a Gaza che fornisce cure d'emergenza e chirurgiche, con centinaia di pazienti e civili al suo interno", ricorda Msf nel comunicato.

19 giorni fa
Medio Oriente
Israele: "Distrutta roccaforte Hamas, uccisi 150 terroristi"
È quanto annuncia l'esercito israeliano.

L'esercito israeliano ha annunciato questa sera che la 401ma brigata ha distrutto la roccaforte Badr del battaglione Shati di Hamas, nel nord della Striscia di Gaza, uccidendo 150 terroristi negli ultimi giorni. L'avamposto Badr è situato vicino a un campo profughi e a edifici civili. Nell'ambito dell'incursione nell'avamposto, i soldati hanno distrutto il quartier generale militare e le postazioni di lancio di razzi. La brigata israeliana ha attaccato anche un hotel nella fascia costiera a nord della Striscia, dove si erano nascosti 30 terroristi che usavano l'albergo come base per pianificare gli attacchi, ha dichiarato l'Idf.

19 giorni fa
Medio Oriente
Direttore al-Shifa: "Base Hamas sotto ospedale? È una bugia"
Lo ha dichiarato il direttore della struttura sanitaria di Gaza Muhammad Abu Salmiya parlando con Al Jazeera.

E' una "bugia assoluta" che sotto l'ospedale di al-Shifa sia nascosto il centro di comando di Hamas. Lo ha dichiarato il direttore della struttura sanitaria Muhammad Abu Salmiya parlando con Al Jazeera. "È falso, sono tutte bugie - ha detto Abu Salmiya - questo è un ospedale civile, ci occupiamo di più di 1,5 milioni di gazawi". Secondo il direttore dell'ospedale, "le forze di occupazione israeliane sono pienamente consapevoli che questa è un'area totalmente sicura" e che "non ci sono centri di comando o tunnel" qui sotto.

Una struttura "totalmente civile"

"Il personale dell'Unrwa, il personale delle Nazioni Unite, il personale delle organizzazioni internazionali sono stati dentro e intorno all'ospedale, sanno che questa è una struttura totalmente civile che si occupa delle vittime e dei pazienti", ha aggiunto Abu Salmiya ricordando che "più di due settimane fa abbiamo portato i rappresentanti dei media di tutto il mondo a fare un giro all'interno, intorno e sotto l'ospedale per dimostrare che gli israeliani stanno diffondendo solo bugie, false accuse senza fondamento".

19 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Egitto, in arrivo 300 persone e previsti nuovi voli
Lo riferisce la Croce Rossa.

Trecento cittadini con doppia cittadinanza bloccati nella Striscia di Gaza stanno entrando in Egitto attraverso il termnal di Rafah. Lo riferisce la Croce Rossa. "Proprio ora sono arrivati da Gaza 16 feriti, mentre 30 camion con aiuti umanitari stanno andando a Gaza. Sono in arrivo altri 3 aerei dagli Emirati Arabi. Appena atterrati in Egitto 4 voli, dal Qatar, dalla Russia, dall'Italia e dall'Arabia Saudita, per un totale di 7 aeromobili", afferma la Croce Rossa.

19 giorni fa
Medio Oriente
Israele: "Colpiti oltre 15'000 obiettivi a Gaza da inizio guerra"
È quanto ha affermato il portavoce militare israeliano.

Dall'inizio della guerra, l'esercito "ha colpito a Gaza oltre 15mila obiettivi del terrore e sequestrato oltre 6mila armi". Lo ha detto il portavoce militare aggiungendo che è stato un missile Patriot ad intercettare ieri sera su Eilat nel sud del Paese un drone dal Mar Rosso. "Nei giorni scorsi - ha spiegato il portavoce militare - forze combinate dell'esercito hanno continuato a colpire numerosi obiettivi del terrore, inclusi centri di comando operativi, infrastrutture di razzi, depositi di armi e logistici, postazioni di lancio, tunnel, comandi dell'intelligence". Centinaia di obiettivi sono stati centrati dall'azione combinata tra forze aeree, navali e di terra.

19 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Al Arabiya parla di scambio prigionieri, ma mancano conferme
© Shutterstock
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Al momento tuttavia mancano conferme sia israeliane che palestinesi.

Hamas e Israele avrebbero trovato un accordo per il rilascio di donne e minori palestinesi detenuti dallo Stato ebraico in cambio di 100 prigioniere e bambini ostaggi di Hamas. Lo riferisce il sito di Al-Arabiya in arabo. Al momento tuttavia mancano conferme sia israeliane che palestinesi.

19 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Netanyahu: "L'esercito manterrà il controllo di Gaza fino a fine guerra"
Poi ha ribadito che Israele "non accetterà un cessate il fuoco".

"L'esercito continuerà a mantenere il controllo su Gaza anche dopo la guerra. Non ci affideremo a forze internazionali". Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu citato dai media al termine di un incontro con i capi delle comunità israeliane a ridosso della Striscia. Poi ha ribadito che Israele "non accetterà un cessate il fuoco".

19 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Gaza, il nuovo bilancio è di 11'078 morti
Lo riferisce il ministero della sanità di Hamas.

Sale a oltre 11'078 morti il bilancio delle vittime a Gaza da quando Israele ha iniziato a colpire la Striscia in rappresaglia agli attacchi del 7 ottobre compiuti dai militanti di Hamas. Lo riferisce il ministero della sanità di Hamas. Il bilancio delle vittime comprende 4'506 bambini, secondo un comunicato del ministero della Sanità di Hamas, mentre 27'490 persone sono rimaste ferite.

19 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Unrwa: "La carneficina deve finire"
Lo scrive in un editoriale sul Washington Post il capo dell'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa), lo svizzero Philippe Lazzarini.

"La carneficina deve semplicemente finire": lo scrive in un editoriale sul Washington Post il capo dell'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa), lo svizzero Philippe Lazzarini, riferendosi al conflitto tra Israele e Hamas. L'editoriale, pubblicato ieri, appare oggi anche sul sito dell'Unrwa. "Questa settimana il segretario di Stato americano Antony Blinken aveva ragione ad avvertire gli israeliani, insistendo che 'non vi sarebbe stato alcuno spostamento forzato dei palestinesi da Gaza. Non ora, non dopo la guerra'", si legge nell'editoriale. Blinken "dovrebbe andare oltre e chiedere un cessate il fuoco umanitario immediato. L'assedio di Gaza deve finire e si deve consentire il flusso continuo di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza senza restrizioni", aggiunge Lazzarini. "Ciò deve essere fatto in nome dei diritti umani fondamentali. Ma ciò dovrebbe essere fatto anche per scongiurare una calamità ancora più grande. La punizione collettiva inflitta ai civili di Gaza si sta estendendo alla Cisgiordania, dove le persone sono state costrette a lasciare la propria terra o, peggio, per la sola ragione di essere palestinesi. Ciò rischia di allargare la guerra e di incendiare l'intero Medio Oriente", sottolinea il capo dell'Unrwa. "L'attuale corso scelto dalle autorità israeliane non porterà la pace e la stabilità che sia gli israeliani sia i palestinesi desiderano e meritano - conclude -. Radere al suolo interi quartieri non è una risposta agli eclatanti crimini commessi da Hamas. Al contrario, sta creando una nuova generazione di palestinesi offesi che probabilmente continueranno il ciclo di violenza. La carneficina deve semplicemente finire".

19 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Due ospedali a Gaza evacuano i pazienti
A differenza dell'ospedale al-Shifa, dove i miliziani di Hamas starebbero impedendo agli amministratori di far uscire i pazienti.

Secondo fonti del sito di notizie israeliano Walla, l'esercito sta avanzando verso gli ospedali di Gaza Ranteesi e Nasr e gli amministratori ospedalieri hanno iniziato ad evacuare i pazienti lungo un percorso umanitario aperto verso il sud della Striscia. A differenza dell'ospedale al-Shifa, dove i miliziani di Hamas starebbero impedendo agli amministratori di far uscire i pazienti.

20 giorni fa
Medio Oriente
Reporter nei kibbutz del massacro, "come facevano a essere già lì?"
© Shutterstock
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È la domanda a cui ha cercato di rispondere HonestReporting, che afferma come "le atrocità immortalate dai fotoreporter di Gaza che lavorano per prestigiose agenzie di stampa sollevano seri interrogativi etici". Intanto Israele chiede spiegazioni.

Lo scoop di HonestReporting ha svelato una pagina nera per il giornalismo internazionale e l'informazione di guerra: fotoreporter palestinesi che collaborano con prestigiose testate internazionali - dall'AP alla Reuters, dalla CNN al "New York Times" - erano presenti la mattina del 7 ottobre durante il massacro nel sud di Israele, ha scritto l'organizzazione non governativa sul suo sito. Immediata la reazione del governo israeliano, che già nella notte attraverso l'ufficio stampa ha chiesto spiegazioni ai responsabili delle redazioni basate nel paese. Durissimo il commento del ministro Benny Gantz: "Se c'erano giornalisti che sapevano del massacro e hanno taciuto e anche filmato mentre bambini venivano massacrati, non sono diversi dai terroristi e devono essere trattati allo stesso modo". Mentre il capo dell'opposizione Yair Lapid ha chiesto su X: "Chi sono quei giornalisti? Erano coinvolti nell'attacco? Lo sapevano in anticipo? Saranno licenziati?".

Il reportage

Nella sua inchiesta HonestReporting ha documentato le notizie pubblicando video e foto. In un filmato si vede Hassan Eslaiah, freelance che lavora anche per la CNN, che quel sabato di morte ha attraversato la frontiera da Gaza, ripreso i terroristi che entravano nel kibbutz di Kfar Aza e un carro armato israeliano in fiamme commentando in arabo: "Tutti coloro che erano all'interno di questo carro armato sono stati rapiti dalle Brigate al-Qassam (l'ala armata di Hamas), come abbiamo visto con i nostri occhi". Di più: il sito della ong ha pubblicato una foto in cui Eslaiah è in compagnia di Yahya Sinwar, leader di Hamas nella Striscia e mente del massacro del 7 ottobre. Nell'immagine Sinwar abbraccia e bacia su una guancia il fotoreporter palestinese.

Il rapporto rende noti i credits delle foto dalla zona di confine tra Israele e Gaza il 7 ottobre: oltre a Hassan Eslaiah, Yousef Masoud, Ali Mahmud e Hatem Ali. Ali Mahmud e Hatem Ali hanno scattato le foto dei rapimenti e degli ostaggi portati a Gaza. Mahmud ha immortalato anche il pick-up su cui fu buttato il corpo della 22enne tedesco-israeliana Shani Louk, di cui solo nei giorni scorsi è stato trovato il frammento di una parte del corpo che ne ha confermato l'uccisione. Ali, come dimostra il suo credit sulle immagini, ha fatto invece diverse riprese dei rapiti nella Striscia.

Le domande in sospeso

HonestReporting ha sottolineato che i nomi dei fotografi - che compaiono anche su altre fonti - sono stati rimossi da alcune delle foto del database dell'Associated Press. I redattori dell'ong hanno affermato che le atrocità immortalate dai fotoreporter di Gaza che lavorano per le agenzie di stampa Associated Press e Reuters sollevano seri interrogativi etici: "Le rispettabili testate che hanno pubblicato quelle foto hanno approvato la presenza dei loro collaboratori fotoreporter in territorio israeliano, insieme con i terroristi? I fotoreporter che lavorano come freelance per altri media, come la CNN e il "New York Times", li hanno informati?". E poi: "È possibile pensare che i fotoreporter siano apparsi per caso la mattina presto al confine senza un preventivo coordinamento con i terroristi? Anche se non conoscevano i dettagli esatti di ciò che stava per accadere, una volta che hanno assistito all'assalto, non si sono resi conto che stavano violando un confine? E se sì, hanno informato le testate giornalistiche?".

Dopo la pubblicazione dell'inchiesta, una portavoce dell'AP ha negato che l'agenzia fosse a conoscenza dell'attacco. Ynet ha riferito che la CNN ha deciso di sospendere i rapporti con Eslaiah. La Reuters ha risposto di "aver acquisito le foto da due fotografi freelance di Gaza con i quali non aveva una relazione precedente". Mentre il "New York Times" ha respinto tutte le accuse sul suo lavoro.

20 giorni fa
Medio Oriente
Palestina, l'Onu: "La povertà crescerà del 34% in due mesi di guerra"
Lo afferma l'Onu presentando le stime iniziali del Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (Undp) e della Commissione economica e sociale per l'Asia occidentale (Escwa).

Se la guerra a Gaza continua per il secondo mese, il tasso di povertà in Palestina aumenterà del 34% (quasi mezzo milione di persone in più), con un crollo del Pil dell'8,4%, pari ad una perdita di 1,7 miliardi di dollari. A lanciare l'allarme è l'Onu, presentando le stime iniziali del Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (Undp) e della Commissione economica e sociale per l'Asia occidentale (Escwa). In una valutazione pubblicata oggi, gli autori affermano che allo scadere del mese di guerra la povertà era aumentata del 20% e il Pil era diminuito del 4,2%. "La perdita senza precedenti di vite umane, sofferenze e distruzione a Gaza è inaccettabile. L'Undp si unisce alle richieste del segretario generale per un cessate il fuoco umanitario immediato, il rilascio di tutti gli ostaggi e l'accesso umanitario per consentire agli aiuti salvavita di raggiungere i civili nella misura necessaria", ha affermato l'amministratore dell'Undp Achim Steiner.

Non solo catastrofe umanitaria

"Questa valutazione ci avverte che gli impatti della guerra avranno anche effetti a lungo termine e non saranno limitati a Gaza", ha aggiunto. "E oltre alla catastrofe umanitaria - ha proseguito Steiner - c'è anche una crisi di sviluppo. Il conflitto sta rapidamente accelerando la povertà in una popolazione già vulnerabile prima di questa crisi". Secondo le proiezioni fatte dalle Nazioni Unite, un terzo mese di guerra vedrebbe addirittura un aumento della povertà di quasi il 45% (oltre 660'000 persone), mentre la diminuzione del Pil raggiungerebbe il 12,2% con perdite totali di 2,5 miliardi di dollari.

La valutazione avverte poi di un forte calo dell'indice di sviluppo umano - la misura del benessere dell'Undp -, che riporterebbe indietro lo sviluppo in Palestina di 11-16 anni e quello di Gaza di 16-19 anni, a seconda dell'intensità del conflitto.

20 giorni fa
Medio Oriente
È morta la soldatessa 19enne ritenuta dispersa
Le autorità israeliano hanno informato oggi la famiglia.

Oggi le autorità israeliane hanno informato la famiglie che la 19enne Roni Eshel, sergente dell'esercito, è morta il 7 ottobre nell'attacco di Hamas al centro di comunicazione militare al confine con la Striscia di Gaza. La giovane risultava dispersa, ma speciali test di laboratorio hanno dimostrato che è stata uccisa. Durante l'attacco i terroristi non sono riusciti a entrare nel centro e per questo gli hanno dato fuoco. Roni era con altri commilitoni, alcuni dei quali sono riusciti a fuggire, altri sono stati rapiti e portati a Gaza, molti sono rimasti uccisi.

"Sto bene, mamma", ha scritto Roni in un messaggio durante l'assalto dei terroristi, "non preoccuparti, sono nella stanza di sicurezza. Ti amo".

20 giorni fa
Medio Oriente
Manifestanti cercano di entrare a casa di Netanyahu
I manifestanti starebbero abbattendo le barriere erette dalla polizia, avvicinandosi all'ingresso dell'abitazione.

Decine di persone, tra cui i familiari degli ostaggi, stanno protestando davanti alla casa di Gerusalemme del miliardario Simon Falic, dove vive da alcune settimane il primo ministro Benyamin Netanyahu. Lo riferisce "Haaretz" indicando che i manifestanti stanno abbattendo le barriere erette dalla polizia e si stanno avvicinando all'ingresso.

20 giorni fa
Medio Oriente
Cisgiordania, l'esercito di Israele conferma l'operazione antiterrorismo
Per l'esercito israeliano "oltre 10 terroristi sono stati uccisi e oltre 20 ricercati sono stati catturati".

Un'operazione di antiterrorismo è stata condotta oggi dalle forze armate israeliane a Jenin, in Cisgiordania. Lo ha confermato, al termine delle operazioni, il portavoce militare secondo cui nel corso delle attività "oltre 10 terroristi sono stati uccisi e oltre 20 ricercati sono stati catturati". Fra questi, due ricercati della Jihad islamica. In particolare i militari hanno scoperto e distrutto un tunnel in cui erano nascosti ordigni pronti per l'uso. L'operazione ha incluso la neutralizzazione di una cellula armata "che minacciava i soldati" e che è stata colpita con un drone. "Di conseguenza diversi terroristi sono rimasti uccisi", ha affermato il portavoce. Intanto il ministero della sanità dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) ha reso noto che è salito a 18 il bilancio dei palestinesi uccisi in scontri con l'esercito israeliano in varie località della Cisgiordania, di cui 14 solo a Jenin.

20 giorni fa
Medio Oriente
La Jihad islamica pubblica il video di 2 ostaggi. Presto saranno liberi
Entrambi sono stati rapiti dal kibbutz Nir Oz durante l'attacco del 7 ottobre. È la prima volta che la Jihad islamica rende noto di aver ostaggi.

La Jihad islamica ha diffuso video di due ostaggi israeliani, una donna anziana e un ragazzo, e ha dichiarato che presto li rilascerà per "ragioni umanitarie e mediche" una volta soddisfatte le "misure appropriate". Lo riporta il "Times of Israel". Nel video gli ostaggi leggono un testo in cui - sempre secondo il "Times of Israel" - addossano al premier Benyamin Netanyhu la responsabilità della situazione. Il video - che non compare su nessun media israeliano in quanto giudicato di "propaganda" - si compone di due clip: uno ritrae Hannah Katzir di 77 anni e l'altro Yagil Yaakov di 12. Entrambi sono stati rapiti dal kibbutz Nir Oz durante l'attacco del 7 ottobre. È la prima volta che la Jihad islamica rende noto di aver ostaggi.

Per Yagil Yaakov proprio ieri sera c'era stato un appello poiché il ragazzino ha un'allergia alle arachidi potenzialmente letale, e l'associazione di allergologia ha chiesto che venga visitato urgentemente da rappresentanti della Croce Ros