Federali 2023
"Scendo in campo per essere più vicina alle persone e rappresentarle a Berna"
Redazione
2 anni fa
L'intervista pre-elettorale a Evelyne Battaglia-Richi, candidata sia al Consiglio degli Stati, sia al Nazionale per il Partito dei Verdi Liberali.

Dopo Fabio RegazziBruno Storni e Werner Nussbaumer, Alex Farinelli e Simone Conti, la sesta candidata ticinese a passare dalle interviste pre-elettorali di Ticinonews è Evelyne Battaglia-Richi, dei Verdi Liberali (PVL), in corsa sia per il Consiglio degli Stati, sia per il Nazionale. Classe 1962, vive a Ligornetto e di professione è dietista-nutrizionista.

Partiamo dall'attualità, da quanto sta accadendo in Medio Oriente. C'è chi chiede di dichiarare Hamas un'organizzazione terroristica e chi contesta questa proposta. Qual è il suo punto di vista?

"Credo che la Svizzera debba mantenere la sua neutralità. Penso che attualmente sia importante portare l'attenzione sulla possibilità che ha Berna di mediare tra le parti e sull'aiuto da dare ai cittadini svizzeri che in questo momento si trovano in Israele".

Pensa che sia stata un po' persa la neutralità elvetica?

"Non credo. La Svizzera ha una neutralità di difesa, perché si deve proteggere da eventuali attacchi. I 100 milioni stanziati dal Consiglio federale per lo sminamento in Ucraina sono un segno tangibile della neutralità elvetica. È chiaro che nel contesto internazionale attuale è difficile mantenere la propria neutralità, ma non penso che questa sia stata persa".

 A Chiasso la questione migranti preoccupa sempre di più. Le Commissioni di quartiere hanno scritto al Municipio esprimendo le proprie preoccupazioni. Cosa risponde a questi cittadini?

"Condivido queste preoccupazioni. È chiaro che i richiedenti l'asilo devono poter trovare spazio, ma ce ne sono troppi e in una situazione di emergenza le procedure di registrazione non sempre sono abbastanza veloci. Inoltre ci sono Cantoni che non sono molto solidali con il Ticino, e questi potrebbero aiutarci ad alleggerire la pressione migratoria che si sta vivendo a Chiasso. Un sovraffollamento di una struttura porta a dei conflitti che si esasperano facilmente, e a farne le spese è la popolazione".

Per frenare la migrazione la ricetta dell'UDC è quella di dire "No a una Svizzera da 10 milioni". È d'accordo?

"Secondo me arriveremo comunque a una Svizzera da 10 milioni di abitanti. La domanda è quanto velocemente. Alzare un muro e bloccare gli arrivi non è la soluzione. Abbiamo bisogno di manodopera, diversi settori registrano una certa carenza di personale qualificato, quindi quella dell'Udc non mi sembra la ricetta giusta".

Quindi lei è più per l'accoglienza?

"Assolutamente. La Svizzera ha una enorme tradizione umanitaria e deve accogliere le persone. Contemporaneamente, deve però essere aperta verso l'Europa, perché noi siamo al centro del territorio europeo".

Crisi climatica, qual è la vostra ricetta per affrontare questa sfida?

"La crisi climatica è una sfida colossale. Dobbiamo ridurre i nostri consumi, non c'è altra strada. Come Verdi Liberali puntiamo anche sulle energie rinnovabili, bisogna compiere la transizione energetica in fretta, perché non possiamo continuare a importare dall'estero energie fossili".

In che modo volete compiere questa transizione energetica? Dando dei sostegni finanziari?

"Sicuramente bisogna dare degli incentivi, soprattutto alle aziende che potrebbero portare in Svizzera delle innovazioni nel settore della produzione energetica. Abbiamo il sole, il vento, l'acqua, tutte risorse che dovremmo sfruttare maggiormente, ma per farlo servono delle nuove leggi. Bisognerebbe anche favorire gli investimenti, sia nazionali, sia internazionali, e far sì che questi soldi aiutino le università elvetiche a svolgere lavori di ricerca in ambito energetico per scoprire o mettere a punto nuove tecnologie. Infine, andrebbero create delle comunità energetiche con l'obiettivo di dare ai cittadini un ruolo più attivo quando si devono prendere delle decisioni".

Casse malati, come si può fermare l'aumento dei premi?

"Bisognerebbe mettere il Parlamento sotto pressione, perché ci sono misure ferme da decenni sui banchi delle Camere federali. Nel 2017 c'erano un totale di 38 misure per frenare l'aumento dei premi, in Parlamento ne sono arrivate 18. Ad esempio l'Efas, il finanziamento uniforme delle cure ambulatoriali e stazionarie, è in sospeso da quasi 10 anni. Oltre agli schieramenti politici, in parlamento ci sono le lobby e queste non fanno gli interessi dei pazienti. È per questo che mi sono messa in gioco: per essere più vicino ai cittadini e trovare una soluzione che riduca veramente i costi. Va anche cambiato il calcolo dei premi, in modo che questo non riduca il potere d'acquisto delle persone. Per quanto riguarda la pianificazione ospedaliera, penso che questa debba essere intercantonale. Se si parla della cassa malati unica, a questa proposta sono contraria, come al sistema statale, perché ci ritroveremmo con una medicina a due velocità, e questo non andrebbe bene".

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