L'intervista
Zali sull'arrocco leghista: "Ho chiesto scusa al Governo per lo strappo alla collegialità"
Redazione
3 giorni fa
Il consigliere di Stato a capo del Dipartimento del territorio commenta l'intenzione di cambiare Dipartimenti con il collega di governo Norman Gobbi. "La decisione è nata dopo la vicenda nota come 'caos al Tpc', non fosse successa non avrei accettato l'arrocco".

"Mi sono scusato per lo strappo alla collegialità e per una comunicazione scomposta. Non mi sento responsabile di quanto scritto dal Mattino, ma parlo di quanto affermato ieri, durante l'apertura dell'anno giudiziario". Claudio Zali, consigliere di Stato a capo del Dipartimento del territorio, commenta così a Detto tra noi, durante la registrazione dell'intervista che andrà in onda domani sera su Teleticino, la notizia dell'arrocco dei Dipartimenti con Norman Gobbi, anticipata domenica dal Mattino e confermata ieri dai due diretti interessati. Ad oggi, ricordiamo, non c'è ancora una decisione formale da parte del Governo, anzi, lo stesso ha preso posizione affermando di "aver preso atto con disappunto delle modalità di comunicazione pubblica" e di "voler prendersi il tempo necessario per approfondire la richiesta dei colleghi e ponderare la propria decisione nell’interesse delle istituzioni". Un tema che, precisa Zali, "era già stato portato sui banchi dell'esecutivo cantonale a margine di una trattanda portata dal mio Dipartimento".

Il motivo di questa forzatura

La decisione di forzare la comunicazione è nata "per anticipare eventuali anticipazioni della stampa". Per questo Zali "si distanzia anche da quanto scritto sul giornale leghista". Il consigliere di Stato "ritiene invece un gesto di riguardo il fatto di averlo detto ai magistrati, persone che sono direttamente interessate da questa situazione".

La maggioranza qualificata? "Un problema risolvibile"

Un altro aspetto centrale riguarda la maggioranza necessaria in Governo per approvare o meno il cambio di Dipartimenti. Costituzione alla mano, l’arrocco necessiterebbe quindi di una cosiddetta maggioranza qualificata a detta di MpS, che si è espresso in un’opinione alla Regione, e del Centro, autore di un’interpellanza urgente a firma Gianluca Padlina. Entrambi citano l’articolo 69 capoverso 2: "Per ogni decisione del Consiglio di Stato occorre la maggioranza assoluta dei suoi membri; per ogni revoca, sospensione o modifica di atti individuali e concreti occorre il voto concorde di almeno quattro membri". Un problema che per Zali "non si pone ed è comunque risolvibile". Ma il consigliere di Stato ritiene comunque che dall'esecutivo ticinese "uscirà una decisione formalmente valida".

"Ho vissuto male l'anno terribile della giustizia"

 Zali nell'intervista ha ricordato come la decisione di passare dal Dipartimento del territorio a quello delle Istituzioni "sia nata dal fatto che ha vissuto male l'anno terribile di declino vissuto dalla giustizia ticinese". Il riferimento è alla vicenda nota come "Caos al Tpc", che riguarda il Tribunale penale cantonale che lo stesso Zali presiedeva. "Non fosse successo nulla, forse non avrei accettato la proposta di arrocco, invece mi sono sentito chiamato in causa perché tocca un settore per me importante".