Zali-Gobbi
Arrocco dei dipartimenti, il disappunto del Governo sulla scelta comunicativa
©Gabriele Putzu
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Redazione
3 giorni fa
I Consiglieri di Stato Norman Gobbi e Claudio Zali si sono scusati, riconoscendo di aver anticipato i tempi dell’informazione in merito a una richiesta che in Governo era stata formulata, ma non ancora discussa. Intanto, stando a nostre informazioni, l'unico a sostenere pienamente la Lega nel suo arrocco sarebbe Christian Vitta.

Il Governo ha preso atto con disappunto delle modalità di comunicazione pubblica in merito alla proposta di scambio di Dipartimento preannunciata durante l’ultima seduta settimanale dai Consiglieri di Stato Norman Gobbi e Claudio Zali e ha deciso di prendersi il tempo necessario per analizzare la questione. La seduta odierna, già pianificata, era dedicata al preventivo 2026, ma è stata inevitabilmente anche l’occasione per discutere l'arrocco. I Consiglieri di Stato Norman Gobbi e Claudio Zali si sono scusati, riconoscendo di aver anticipato i tempi dell’informazione in merito a una richiesta che in Governo era stata formulata, ma non ancora discussa. Il Consiglio di Stato, come detto, intende quindi prendersi il tempo necessario per approfondire la richiesta dei colleghi e ponderare la propria decisione nell’interesse delle istituzioni. Sull’esito delle discussioni sarà data in seguito informazione ufficiale dal Governo.

"Serve una maggioranza qualificata"

Al di là dell’opportunismo politico, c’è però anche un aspetto centrale, non citato: la legge e la sua interpretazione. Quanto annunciato sarebbe una prima nella storia del governo cantonale, il cui regolamento recita: “Il Consiglio di Stato ripartisce i Dipartimenti fra i suoi membri all’inizio di ogni legislatura e, se del caso, in seguito ad elezione complementare”. Costituzione alla mano, l’arrocco necessiterebbe quindi di una cosiddetta maggioranza qualificata a detta di MpS, che si è espresso in un’opinione alla Regione, e del Centro, autore di un’interpellanza urgente a firma Gianluca Padlina. Entrambi citano l’articolo 69 capoverso 2: "Per ogni decisione del Consiglio di Stato occorre la maggioranza assoluta dei suoi membri; per ogni revoca, sospensione o modifica di atti individuali e concreti occorre il voto concorde di almeno quattro membri". In questo caso, spiega a Ticinonews Gianluca Padlina, "non siamo di fronte a una decisione qualsiasi, bensì a una decisione che va a rimetterne in discussione una precedente per la quale si era proceduto a definire la suddivisione dei Dipartimenti che avrebbe dovuto valere per tutta la legislatura. Siamo dunque di fronte a un caso per cui, a mio modo di vedere, è necessaria una maggioranza qualificata. Evidentemente è una questione rilevante per la discussione che il Governo deve affrontare in questi giorni".

Solo Vitta sarebbe a favore dell'arrocco

Stando a nostre informazioni, a sostenere pienamente la Lega ci sarebbe solo Christian Vitta, con il PLR però spaccato al suo interno. Raffaele De Rosa avrebbe già espresso la sua contrarietà la settimana scorsa, Marina Carobbio, pur aperta ad affrontare la questione, sarebbe altrettanto avversa. Di certo non son stati graditi i modi di comunicazione: prima il paginone sul Mattino, poi le dichiarazioni nel giorno dedicato all’anno giudiziario. Intanto la politica aspetta ma non tace: “Marketing elettorale”, “Mossa improvvisata”, “Spregio della collegialità”, “Aggiramento della Costituzione”, giusto per capire il tenore delle prese di posizione che in queste ore si sono susseguite. A osservare con attenzione quanto sta accadendo anche il presidente della Gestione Fabrizio Sirica, responsabile dell’Alta vigilanza. Anche perché un modo per evitare l’interpretazione dell’articolo 69, capoverso 2, in realtà ci sarebbe, conferma Padlina: basterebbe cambiare regolamento. "Di principio sì, non può evidentemente modificare la Costituzione e immagino che politicamente sarebbe poco sostenibile procedere in questo modo, però di cose difficilmente comprensibili ne stanno capitando diverse in questo Cantone".