FFS Cargo
Possibile chiusura del terminal di Chiasso, Gobbi: "Una centralizzazione oltre Gottardo non tollerabile"
Redazione
11 ore fa
Dopo l’ipotesi di chiudere anche il terminal a Chiasso di FFS Cargo, il Consiglio di Stato ha incontra il comitato contrario alla riorganizzazione. Il Governo intende scrivere all'azienda.

È di domenica la notizia di una possibile chiusura del deposito di Chiasso, che si aggiunge a quella già annunciata da FFS Cargo di Lugano e Cadenazzo. Oggi, appena tre giorni dopo, il comitato contrario alla ristrutturazione ha incontrato il Consiglio di Stato. Anche quest’ultimo vuole vederci chiaro dopo gli ultimi sviluppi. Il presidente Norman Gobbi afferma che la questione è stata discussa in seduta di Governo: “Abbiamo già deciso di scrivere e chiedere un incontro a FFS e FFS Cargo. È in entrambi i settori che bisogna intervenire visto che ci sono discussioni sull’infrastruttura, ma anche sulla possibilità di perdere posti di lavoro qualificati nel settore traffico viaggiatori”. Questo è un disservizio, specifica Gobbi. “Il Ticino ha sacrificato il suo territorio in infrastrutture di carattere nazionale e internazionale. Perdere impieghi a favore di una centralizzazione oltre Gottardo non è per noi tollerabile”.

A rischio gli impieghi a Chiasso

A Palazzo delle Orsoline c’era una delegazione composta di partiti politici, associazioni e sindacati. Come quello dei macchinisti, rappresentato da Luca Benato, che pure non ha ricevuto conferma da FFS Cargo dell’ipotesi di chiudere il terminal di Chiasso: “Ho ricevuto una comunicazione dal comitato centrale della Svizzera tedesca che parla di chiusure. I macchinisti toccati sono 17 a Chiasso. Questa cosa è gravissima”. Anche perché, dice Benato, Alexander Muhm (direttore di FFS Cargo, ndr) tre settimane fa aveva detto che il terminal non avrebbe chiuso.

15 macchinisti ancora in attesa di una soluzione

Quasi una ventina di impieghi che si aggiungerebbero ai 40 posti di lavoro soppressi senza licenziamenti per via della chiusura dei terminal di Lugano e Cadenazzo (quest’ultimo, ricordiamo, in futuro verrà gestito dalla Posta). La maggior parte, però, operati tramite delle ricollocazioni interne o prepensionamenti, mentre per gli altri si sta cercando una soluzione. Al momento 15 macchinisti non l’hanno ancora trovata, prosegue Benato. In due hanno presentato le dimissioni.

Gli obiettivi del Governo

Dal canto suo, il Governo intende anzitutto capire quali siano le intenzioni di FFS Cargo. I margini di manovra a disposizione del Consiglio di Stato dipenderanno da “quanto verrà confermato o meno”, dichiara Gobbi. Secondo quest’ultimo gli obiettivi sono due. Primo, difendere i posti di lavoro qualificati “in Ticino e per i ticinesi”. Secondo, “rispettare la sostenibilità nel trasporto delle merci non solo a livello internazionale, ma anche all’interno del nostro paese”. Intanto, il comitato indice una nuova manifestazione per il 6 ottobre in piazza Governo, in concomitanza con la seduta di Gran Consiglio.