Ticino
Pianificazione ospedaliera, le reazioni
Redazione
un anno fa
A Bellinzona sono stati presentati dal governo gli obiettivi strategici della nuova pianificazione ospedaliera. Ma cosa dobbiamo aspettarci? E quali sono le reazioni del mondo politico e sanitario? Ticinonews ne ha parlato con i diretti interessati.

Oggi il Consiglio di Stato ha presentato la strategia della nuova pianificazione ospedaliera. L'obiettivo, è stato spiegato in conferenza stampa, è quello di garantire cure di qualità e attribuire i mandati secondi i criteri oggettivi. Il concetto, per sommi capi, è quello di avere una medicina di base presente su tutto il territorio, ma di concentrare in poche sedi le cure specialistiche. Questo è il messaggio licenziato dal governo. Ora toccherà al Gran Consiglio chinarsi sul tema, prima che gli ospedali avanzino le loro offerte. Ma cosa ne pensano i diretti interessati? Ticinonews ne ha parlato con il direttore del Dipartimento della Sanità e della Socialità Raffaele De Rosa, con il deputato del Movimento per il Socialismo Matteo Pronzini e con il direttore della Clinica Luganese Moncucco Christian Camponovo.

“Un documento che stabilisce regole chiare”

Questa primo passo “permetterà di gettare le basi per la seconda tappa, quella che prevede il modulo di sollecitazione delle offerte in modo che i vari ospedali potranno concorrere per i diversi gruppi di specialità”, ha spiegato a Ticinonews Raffaele De Rosa, direttore del Dipartimento della sanità e della socialità. “Se i concorrenti rispetteranno tutti i requisiti potranno ricevere il mandato per il quale hanno concorso”.

Verso un ospedale unico?

Quando si parla di ospedale di riferimento il dubbio è che sia sinonimo di ospedale cantonale. “Sono due concetti diversi, l’ospedale di riferimento è pensato soprattutto per quanto riguarda la medicina altamente specializzata (MAS). In questo senso la tendenza è già in atto con la MAS concentrata sul Civico e a Bellinzona per quanto riguarda i casi pediatrici”, ha detto il direttore del DSS, spiegando che per quanto riguarda l’ipotesi di un ospedale unico, questa “è una proposta degli esperti che si potrebbe accogliere, ma si parla di un orizzonte temporale a medio-lungo termine”.

I costi sanitari

“Non si possono chiudere gli ospedali o negare i mandati a chi soddisfa tutti i requisiti”, continua il consigliere di Stato. “Però una gestione oculata e rigorosa della pianificazione ospedaliera permette di mantenere la crescita della spesa sotto controllo, portandolo a circa l’1.8%. Una cifra che rappresenta la metà dell’evoluzione della spesa LAMal nel suo complesso”.

Le critiche sollevate dall’MpS

“Quanto presentato oggi è una continuazione delle vecchie logiche e della vecchia pianificazione ospedaliera”, ha affermato ai nostri microfoni Matteo Pronzini, deputato del Movimento per il Socialismo (Mps). “Reparti e rami vengono parificati a delle case per anziani. Alcuni, penso ad esempio a quello di ostetrica all’Ospedale di Mendrisio, vengono messi in discussione con l’aspetto dei numeri minimi, mentre alle cliniche private non si pestano i piedi”.

"L'ospedale unico mi lascia perplesso"

Christian Camponovo, direttore della Clinica Luganese Moncucco,  che quanto presentato oggi "è un messaggio di carattere generale del quale non si può essere insoddisfatti". Mentre rispondendo a quanto affermato da Pronzini ha detto che "con la revisione della LAMal entrata in vigore nel 2012 non c'è più una differenza tra cliniche pubbliche e private". Per Camponovo oggi "bisogna parlare di strutture che hanno un mandato di interesse pubblico perché la pianificazione ospedaliera deve garantire una copertura dei bisogni concreti della popolazione in termini di salute e cure". Sull'eventualità di un ospedale unico, il direttore della Clinica Luganese Moncucco pensa che "in futuro una certa concentrazione delle cure ci sarà", ma si dice "perplesso per l'obiettivo della pianificazione ospedaliera di andare verso un ospedale cantonale senza sapere cosa questa scelta significhi".