Ticino
Nuova pianificazione ospedaliera, ecco i contenuti
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Redazione
un anno fa
Il Governo ha licenziato il messaggio che identifica gli indirizzi strategici del nuovo assetto. L’obiettivo è garantire cure di qualità e attribuire i mandati secondo criteri oggettivi.

Una medicina di base su tutto il territorio ma concentrazione delle cure specialistiche. In estrema sintesi è questa l’essenza della nuova strategia di pianificazione ospedaliera approvata dal Governo che, pur non azzardandone ancora l’ubicazione, rispolvera anche il concetto di ospedale altamente specializzato. Il messaggio è stato presentato oggi in conferenza stampa e identifica gli indirizzi strategici per l’orizzonte 2024-2032. "Il sistema sanitario ticinese funziona bene e ha dato ottima prova di sé anche durante la pandemia", ha sottolineato il direttore del Dipartimento della sanità e socialità (DSS) Raffaele De Rosa. "Intendiamo rafforzare la qualità, un valore che va perseguito e rafforzato per il beneficio dei pazienti".

Come si è arrivati fino a qui

L’iter per arrivare alla nuova pianificazione ospedaliera, ricordiamo, è stato lungo e tortuoso. La precedente pianificazione era stata approvata dal Gran Consiglio nel 2015, ma in sostanza si è dovuto rifare i lavori. Prima era arrivato il no popolare ai progetti di collaborazione pubblico-privato (il 5 giugno 2016). A febbraio 2019 erano poi arrivate le sentenze del Tribunale amministrativo federale (TAF), che ha accolto i ricorsi presentati da due cliniche (Moncucco e Santa Chiara), sconfessando i criteri decisi dal Parlamento per l’attribuzione dei mandati ospedalieri, ritenuti poco oggettivi. Le sentenze avevano inoltre sollevato criticità per quanto riguarda i cosiddetti RAMI, i letti per le cure a minor intensità.

Il messaggio si basa su due rapporti

Il messaggio presentato oggi è stato elaborato sulla base di due documenti, per cui sono stati assegnati mandati esterni: uno studio sul fabbisogno elaborato dalla Gesundheitdirektion del Canton Zurigo e un rapporto sugli indirizzi elaborato dalla Supsi. I due rapporti sono stati discussi all'interno della commissione di pianificazione sanitaria, che rappresenta diversi attori sul territorio. Al termine della consultazione, il Consiglio di Stato ha proceduto all'allestimento del messaggio.

Importante invecchiamento della popolazione

Lo studio sul fabbisogno ha evidenziato il forte incremento della popolazione over 65. In particolare, la fascia degli over 80 segnerà un +46%. Ciò che si rifletterà sull’aumento del numero di pazienti nel somatico acuto (+4.8%) e, soprattutto, nell’ambito riabilitativo (+19.5%). Nel primo caso, però, grazie al passaggio all’ambulatoriale e allo sviluppo tecnologico, si andrà comunque verso una riduzione delle giornate di cura. Anche in base a queste cifre la pianificazione intende mantenere la medicina di base ad Acquarossa e a Faido. Si prevede inoltre di potenziare il numero di letti RAMI: almeno 30 in più. Il fabbisogno più rilevante, ha spiegato De Rosa, è nel Luganese, ma non è stato ancora individuato il luogo dove implementare l'offerta. Inizialmente visti con diffidenza, i letti RAMI si sono rivelati provvidenziali soprattutto durante la pandemia. Il messaggio prevede anche di fornire loro una base legale proponendo al Gran Consiglio tre varianti.

La suddivisione delle competenze

Dopo le sentenze del Taf e impedimenti a vari livelli, il Gran consiglio ha deciso di cambiare, tramite un'iniziativa parlamentare, le competenze pianificatorie, che sono state divise tra Esecutivo e Parlamento. Il Gran Consiglio si deve ora esprimere sugli obiettivi strategici mentre l’attribuzione tecnica dei mandati è di competenza del Consiglio di Stato. "Con il licenziamento del messaggio da parte del Governo, è stato raggiunto l'obiettivo della prima tappa entro fine legislatura", ha sottolinea De Rosa.