Ticino
Mascherina a scuola, “Chi la teme non ha argomenti”
Immagine Ticinonews
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Daniele Coroneo
2 anni fa
Il farmacista cantonale risponde così al coro di critiche giunto dopo la decisione dell’obbligo di mascherina dalla prima elementare. Sulla vaccinazione: “Berna incoerente, doveva assumersi i costi dei sierologici”

“Chi nutre timori per la salute psicofisica dei bambini non ha argomenti solidi su cui potersi fondare”. È lapidario il giudizio del farmacista cantonale Giovan Maria Zanini in merito alle critiche giunte nei confronti dell’obbligo di mascherina nelle scuole a partire dalla prima elementare. “È una misura antipatica perché costituisce un fastidio. Ne avremmo tutti fatto volentieri a meno. In questo momento, però, è necessaria”.

Una petizione
Dopo la decisione che istituisce l’obbligo della protezione facciale alle elementari da lunedì, si è levato un coro di proteste. Sulla piattaforma “Change.org” ieri sera è stata lanciata una petizione online contro la misura, al momento firmata da oltre 3000 persone (sebbene fra i firmatari che hanno lasciato dei commenti compaiano pure persone non residenti in Ticino). Inoltre, mercoledì il dottor Roberto Ostinelli di Mendrisio ha preparato per i genitori contrari alla misura una richiesta di assunzione “totale di responsabilità” “con accettazione totale dei rischi e delle conseguenze” del porto della mascherina da inviare, per essere firmata, alle direzioni degli istituti scolastici. Nelle sue motivazioni, il medico richiama il ricorso da lui presentato contro l’obbligo alle scuole medie, nel quale cita in particolare i rischi rappresentati da un’eccessiva esposizione alla CO2 che risulterebbe dall’utilizzo della protezione.

“Argomenti artificiosi”
Il farmacista cantonale, in diretta a Ticinonews, risponde proprio a questo elemento, che considera una delle ragioni più spesso evocate dai contrari alla mascherina per i bambini: “Si continua a dire: ‘La mascherina riduce la quantità di ossigeno e fa aumentare quella di anidride carbonica che una persona respira’. Se questo fosse vero, chi è in sala operatoria da una vita con la mascherina non riuscirebbe a lavorare. Sono argomenti artificiosi”. Si potrebbe tuttavia obiettare che un bambino non è paragonabile a un medico o a un infermiere adulto, ma Zanini spiega che “l’organismo non è molto diverso”.

Mascherina problematica per relazioni
In ogni caso, secondo il funzionario del Dss, “non appena possibile, questa misura sarà abrogata per permettere ai bambini di avere relazioni migliori”. A essere compromessa è in particolare la mimica facciale: “Vedere le espressioni del viso aiuta molto nei rapporti ed è un aspetto importante a scuola”.

Vaccinazioni fra i bambini, “Berna avrebbe dovuto pagare i sierologici”
C’è però un altro tema di stretta attualità legato ai bambini e alla pandemia e che pure fa discutere: dal prossimo lunedì partono infatti le vaccinazioni Covid per la fascia d’età 5-11 anni. Oltre a suscitare dibattito intorno all’opportunità stessa di vaccinare o meno i bambini, questo tema vede consumarsi un piccolo scontro fra Bellinzona e Berna. Poiché in questo gruppo della popolazione la vaccinazione non è raccomandata se si è entrati in contatto con il coronavirus, secondo alcuni medici e le autorità sanitarie cantonali sarebbe utile sottomettere i bambini a un test sierologico preventivo: “Questo però la Confederazione non l’ha chiesto”, denuncia Zanini. “Abbiamo rilevato questa incoerenza durante le consultazioni, con la richiesta che la Confederazione prendesse a carico il costo dei test sierologici”. In assenza di Berna, il Cantone ha anche valutato di assumersi i costi dei sierologici, tuttavia sarebbero emersi “diversi ostacoli, fra i quali quello finanziario: la misura ci costerebbe infatti fra 1 e 2 milioni”.

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