
Non si placano le discussioni sul Polo Sportivo e degli Eventi (PSE). Ad accendere la miccia, lo ricordiamo, la proposta del municipale Raoul Ghisletta di valutare una possibile vendita dell’Arena sportiva di Cornaredo al patron del FC Lugano Joe Mansueto. Una possibilità non contemplata dalla società bianconera, che ha precisato di non avere nessun interesse nell'acquisto dell'Ail Arena. Lo stesso municipale aveva poi rilanciato con un comunicato in cui si diceva "scandalizzato dall'inganno sul finanziamento del PSE e dai suoi effetti sulla Città". Ultimo, in ordine di tempo, a esprimersi sulla vicenda è ora il Movimento per il socialismo secondo cui, politicamente, quanto accaduto con il PSE – e più recentemente con il Preventivo 2025 e le misure di risparmio – "impone una riflessione sul ruolo subordinato delle forze di sinistra negli esecutivi comunali, soprattutto nelle grandi città. Una ricerca costante di concertazione e consenso ha spesso portato ad accettare progetti che si sono rivelati deludenti e dannosi per altre possibili alternative". Anche sul fronte dell’alloggio a pigione moderata, “ci si può chiedere se il controprogetto approvato come alternativa all’iniziativa popolare del PS del 2012 sia stata una scelta tatticamente e strategicamente efficace”. Gli sviluppi degli ultimi dieci anni “sembrano suggerire il contrario. Ancora peggio, la Città ha dismesso un patrimonio immobiliare strategico per una politica abitativa sociale”.
"La Città aumenti l'affitto richiesto al FCL"
Oggi, trovare soluzioni alternative per gli impianti sportivi in costruzione “appare complesso. È ormai evidente che la proprietà del club bianconero non ha alcun interesse economico a rilevare uno stadio sovradimensionato e costruito con una concezione tradizionale, poco adatta a usi multifunzionali". Il patron del FCL "si trova in una posizione di forza, costruita grazie alla complicità delle autorità politiche luganesi, che negli anni hanno concesso numerose facilitazioni. Emblematica la decisione di ridurre la capienza (da 10'000 a 8'250 posti) voluta dalla società per applicare il suo piano 'FC Lugano 2029', ovvero un investimento da 16,42 milioni per modificare parte dell’Arena Sportiva nella speranza di rendere fruttifera questa infrastruttura". Secondo l'Mps "è auspicabile che la Città aumenti l’affitto richiesto al Lugano, ma i rapporti di complicità e le sponsorizzazioni (come quella dell’AIL, di proprietà comunale) riducono il margine reale di vantaggio per l’ente pubblico". I servizi comunali "sono spesso utilizzati gratuitamente, come già segnalato".
Come intervenire
A questo punto, si legge ancora, “appare più realistica la prospettiva di intervenire sulla parte del progetto del PSE che ha attirato il maggior numero di critiche e che rappresenta la componente più smaccatamente speculativa. Facciamo riferimento ai cosiddetti ‘contenuti pubblici’, il Blocco Servizi presso il quale si accaserà la Polizia comunale di Lugano e la Torre Est nella quale verranno infilati e concentrati tutti gli uffici e servizi comunali, oggi sparsi per la città”. Si ricorda che l’accordo di Partenariato Pubblico Privato prevede che la Città pagherà a UBS 2'054'200 milioni di franchi per l’affitto della Torre Est (al quale si aggiungono 233'280 franchi di parcheggi) e 1'111'700 .- di affitto per il Blocco Servizi. Un totale "di almeno 3,399 milioni all’anno, per 25 anni". Ma come intervenire in questo ambito? Nei fatti "si tratterebbe di operare una rottura 'politica' rispetto alla logica che ha sottointeso tutta la conduzione del progetto PSE". HRS e UBS, "grazie alla complicità dei partiti che governano la città, hanno già fatto il pieno di milioni di franchi. Non c’è ragione che continuino a farlo. Rompere con la logica fin qui dominante implica la cancellazione dei contratti di locazione già firmati dal Municipio con UBS". Certo, "ci sarebbe un prezzo da pagare, sicuramente inferiore a quello previsto dal rispetto degli interessi privati". Questa soluzione "permetterebbe anche di evitare la svendita degli immobili che ancora oggi sono occupati dall’amministrazione comunale".
"Un primo passo per una vera opposizione"
In definitiva, rivedere radicalmente le fondamenta del PSE – andando oltre i soli impianti sportivi – "è forse l’unica via per dare sostanza alla lotta contro l’inganno sul finanziamento del PSE' e rappresenterebbe un primo passo fondamentale per la costruzione di una vera opposizione sociale e politica. Unica alternativa credibile a un Municipio sempre più avviato verso un disastro economico, ambientale e sociale".