Guerra in Ucraina
Le scuole ticinesi pronte ad accogliere i rifugiati
Teleticino
2 anni fa
“Normalmente i ragazzi vengono integrati nelle classi per poi venir seguiti dapprima in maniera importante, poi sempre meno fino all'integrazione totale”, ha spiegato Bertoli.

Manca sempre meno alla ripresa delle lezioni, quest’anno il 29 agosto. I banchi che durante la stagione estiva erano vuoti torneranno ad accogliere gli allievi ticinesi, ma anche chi, nel nostro Cantone, ci è arrivato a causa della guerra. Un arrivo repentino che nei mesi finali dello scorso anno scolastico aveva richiesto uno sforzo notevole per la loro collocazione ma anche per gli appelli a chi, pur essendo in età scolastica, non si era annunciato. Ma in quanti calcheranno le aule scolastiche? I colleghi di Ticinonews lo hanno chiesto al direttore del DECS, Manuele Bertoli.

Obbligo di frequenza

“Oggi abbiamo ancora i dati di fine anno scolastico con circa 600 bambini e ragazzi scolarizzati e 200 che ci risultano essere presenti ma non scolarizzati”, ha spiegato Bertoli. Nel frattempo, tuttavia, le cose potrebbero cambiare e devono cambiare “perché sono state contattate le famiglie che non si erano ancora fatte vive, e lo saranno in queste settimane”. Per questo motivo i dati definitivi arriveranno con l’inizio dell’anno scolastico. “Se all’inizio, quindi verso la fine dell’anno scolastico, per noi era più ragionevole non insistere troppo con la frequenza scolastica, perché le famiglie e i bambini e i ragazzi stessi venivano da una situazione tragica vissuta sulla loro pelle, per l’inizio del nuovo anno scolastico – visto che la guerra purtroppo sembra continuare – i dati dovranno cambiare e qui naturalmente entra in gioco l’obbligo scolastico che vige per tutti quelli che risiedono in questo cantone, profughi ucraini compresi”.

Questione integrazione

Proprio oggi termina inoltre il progetto di integrazione di lingue e sport a cui hanno partecipato circa trecento ragazzi ucraini, un numero soddisfacente ci ha detto ieri Bertoli ma l’accompagnamento linguistico continuerà anche a scuola. “Normalmente i ragazzi vengono integrati nelle classi per poi venir seguiti dapprima in maniera importante”, spiega sempre Bertoli. Col passare del tempo i ragazzi verranno seguiti sempre meno fino all’integrazione totale. A seguirli saranno i docenti di lingue e integrazione nei corsi cosiddetti alloglotti, “in modo che un po’ con l’italiano e un po’ con l’integrazione scolastiche le cose poi si assestano con integrazione completa”.

Assunti altri insegnanti

Docenti di lingua e integrazione che prima dell’avvento della guerra erano 65 per le scuole elementari e 30 per le scuole medie mentre, per far fronte all’importante aumento di allievi provenienti dall’Ucraina sono stati assunti rispettivamente altri 20 per le scuole elementari e 30 per medie. Un numero che con ogni probabilità crescerà in vista dell’anno scolastico. Un anno che inizierà anche con una maggiore attenzione all’equa distribuzione degli allievi ucraini nelle sedi scolastiche. “All’inizio tantissimi di quelli che sono venuti si sono in qualche modo radunati attorno a delle persone che già conoscevano e quindi hanno fatto dei nuclei, anche importanti, in qualche Comune. Il che era ragionevole e immaginabile”. Poi con i nuovi afflussi le cose si sono un po’ più distribuite: “io avevo segnato da subito il tema della distribuzione proprio perché la gestione da parte della scuola era possibile, visti i grandi numeri, solo se questa distribuzione potesse essere fatta in maniera corretta. Cosa che grosso modo adesso è avvenuta, quindi penso che l’anno scolastico che comincia il 29 agosto può beneficiare di questa distribuzione, magari non perfetta, ma sicuramente migliore di quella iniziale”, ha concluso il direttore del DECS.