Comunicazione
"La Chiesa deve recuperare la sua autorevolezza"
Daniele Coroneo
2 anni fa
Si è parlato di comunicazione nella Chiesa durante l'incontro con i giornalisti organizzato dalla Diocesi di Lugano. Per il professor Daniel Arasa, anche su questo fronte la prima sfida è rappresentata dagli scandali sugli abusi sessuali.

Sebbene la Diocesi di Lugano non disponga più del suo quotidiano cartaceo, la Chiesa ticinese trova ancora spazio su riviste, portali e programmi TV. La comunicazione è un lavoro delicato per ogni istituzione e la Chiesa di Lugano e quella mondiale non fanno eccezione. Il tema è stato al centro di un incontro con i giornalisti organizzato mercoledì dalla Diocesi di Lugano, in cui l'ospite d'onore era il professor Daniel Arasa, decano di Comunicazione sociale istituzionale alla Pontificia Università della Santa Croce di Roma e consultore del Dicastero per la comunicazione vaticana.

Fra social e professionalizzazione

"La Chiesa cattolica è molto vasta e sul piano della comunicazione si può trovare di tutto, sia cose fatte molto bene sia altre che lo sono meno", commenta il professore spagnolo ai nostri microfoni. "Con le reti sociali, di recente c'è stata un'esplosione di iniziative evangelizzatrici da parte di prelati influencer, youtuber e tiktoker. Alcuni di questi fanno un lavoro interessante, ma non si può affermare lo stesso per tutti". La comunicazione sulle piattaforme social non cancella comunque quella più "istituzionale", che si rivolge in primo luogo alla stampa. Anche su questo fronte, per Arasa, la Chiesa ha dovuto necessariamente adattarsi: "Negli ultimi 20 anni diocesi e congregazioni hanno creato uffici di comunicazione, che in molti casi prima non c'erano". La professionalizzazione della comunicazione non raggiunge tuttavia ancora tutti gli anfratti della Chiesa e secondo Arasa il compito viene ancora troppo spesso svolto in maniera amatoriale.

Al di là degli scandali

Se è vero che la predicazione del XXI secolo passa anche dalla leggerezza dei social media, la Chiesa è però spesso chiamata dalla stampa a rispondere di scandali che ne danneggiano l’immagine. Per Daniel Arasa è proprio questa la prima sfida per la Chiesa nel suo rapporto con i media. "La Chiesa deve recuperare l'autorevolezza che ha in parte perso a causa degli scandali legati agli abusi sessuali. Penso che si stiano facendo passi avanti molto seri e papa Francesco ne è un esempio". La strada, tuttavia, pare tutt'altro che in discesa. "Per ricostituire questa autorevolezza dobbiamo comunicare chi veramente siamo", osserva Arasa. "La Chiesa infatti non può essere rappresentata unicamente da chi ha commesso questi crimini".

I libri che hanno destato scalpore

Quello degli abusi non è però l'unico tema controverso a trovare spazio sui giornali. Nelle scorse settimane due pubblicazioni hanno destato un certo scalpore: l’ultimo libro di Benedetto XVI, pubblicato postumo su richiesta dello stesso Ratzinger, e le memorie del suo segretario personale, padre Georg Gänswein. Anche questo libro è stato pubblicato poco dopo la morte di Benedetto XVI, in contemporanea ad alcune uscite pubbliche di padre Georg, nelle quali non risparmiava le critiche a papa Francesco. Entrambe le pubblicazioni sono state da alcuni interpretate come l'espressione di uno scontro nella Chiesa fra una presunta corrente "conservatrice" e una "progressista". "Le controversie sono comuni nella Chiesa e tutte le discussioni al suo interno sono a mio parere molto trasparenti, vista l'alta attenzione mediatica su di esse". Per il professore di comunicazione lo scalpore attorno ai due libri, specialmente quello di padre Georg, è stato in parte gonfiato: "La tempistica ha giocato un ruolo. Se il libro di padre Georg fosse stato pubblicato fra un anno, la polemica sarebbe stata molto minore".