Svizzera
Richiedenti l’asilo violenti, Marchesi: "Espulsione invece di strutture speciali”
©Gabriele Putzu
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Redazione
4 ore fa
Il consigliere nazionale democentrista chiede di rinunciare alla creazione e all’estensione di strutture speciali per richiedenti l’asilo violenti, "in particolare laddove tali soluzioni comportino un aumento dei costi per la collettività”.

“Adottare tutte le misure necessarie per dare priorità all’allontanamento dalla Svizzera dei richiedenti l’asilo che si rendono responsabili di atti violenti o di gravi violazioni delle regole nei centri federali (CFA)”. È la richiesta formulata in una mozione inoltrata al Consiglio federale dal consigliere nazionale democentrista Piero Marchesi, in cui si chiede anche di rinunciare alla creazione e all’estensione di strutture speciali per richiedenti l’asilo violenti, "in particolare laddove tali soluzioni comportino un aumento dei costi per la collettività”. Si chiede infine di garantire che i costi legati alla sicurezza e alla gestione dei CFA, inclusi eventuali progetti pilota come quello previsto al centro Pasture di Balerna-Novazzano, “non gravino ulteriormente sui contribuenti senza un chiaro miglioramento della sicurezza”.

Il contesto

Il Consiglio federale ha annunciato che la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) intende avviare, a partire dall’estate 2026, un progetto pilota per la gestione dei richiedenti l’asilo definiti “turbolenti”, che con comportamenti violenti o gravemente inappropriati compromettono il funzionamento dei CFA. Il progetto prevede l’alloggio di queste persone in ambienti separati e dotati di dispositivi di sicurezza ad hoc, anche presso il centro Pasture di Balerna-Novazzano. Secondo la SEM si tratterebbe di poche decine di individui, ma in grado di generare problemi sproporzionati in termini di sicurezza, gestione e costi. “Proprio per questo risulta incomprensibile l’approccio proposto”, rileva Marchesi. “Invece di agire alla radice del problema, procedendo all’allontanamento dalla Svizzera dei richiedenti l’asilo violenti o recidivi, si sceglie di creare strutture speciali, con un inevitabile aumento dei costi a carico dei contribuenti".

"Si rischia di trasmettere un segnale sbagliato"

Secondo il consigliere nazionale Udc, questa strategia "rischia di trasmettere un segnale profondamente sbagliato: chi viola gravemente le regole e mette a rischio la sicurezza del personale, degli altri richiedenti e della popolazione, non viene sanzionato in modo efficace, bensì mantenuto sul territorio svizzero in strutture dedicate e più costose". Inoltre, conclude, "regioni già fortemente sotto pressione come il Ticino si vedono imporre ulteriori oneri e rischi, senza aver voce in capitolo".

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