Matrioska
Lo sciopero che infiamma
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Redazione
3 mesi fa
Ospiti di Marco Bazzi, il segretario del sindacato VPOD Raoul Ghisletta, il deputato dell’MPS Matteo Pronzini, il capogruppo dell’UDC Sergio Morisoli, il vice coordinatore della Lega Daniele Piccaluga, il presidente dell’Unione svizzera arti e mestieri Fabio Regazzi e il capogruppo dei Verdi Matteo Buzzi.

Giovedì 29 febbraio i dipendenti pubblici incroceranno le braccia. Lo sciopero, indetto dalla Rete per la difesa delle pensioni (ErreDiPi) è sostenuto dai principali sindacati e dalla sinistra. Al centro della protesta c’è soprattutto il mancato riconoscimento del rincaro per gli statali e per i lavoratori dei servizi parapubblici, ma ci sono anche tagli e provvedimenti che, come scrive il Movimento per il socialismo, “peggiorano le condizioni di lavoro e la qualità del servizio offerto agli utenti di servizi pubblici di primaria importanza”. Il Ticino,  fa notare il portavoce dell’ErreDiPi, Enrico Quaresmini, è l’unico cantone che non riconosce il rincaro: “Il rincaro non è un premio. È semplicemente mantenere il salari a pari di quello che sono attualmente”. La proposta del Governo di 400 franchi una tantum e due giorni e mezzo di vacanza ai dipendenti per compensare il mancato rincaro non è bastata a scongiurare la protesta.

Lo sciopero divide politica e opinione pubblica

Lo sciopero degli statali divide politica e opinione pubblica. E rischia di spaccare il mondo del lavoro tra privato e pubblico. “A sempre più cittadini verrà una ‘voglia matta’ di indire uno sciopero fiscale. Poi vediamo con quali soldi verranno pagati gli stipendi dei signori ErreDiPi”, ha scritto Lorenzo Quadri sul Mattino della domenica. E Sergio Morisoli su Facebook: “Il salario mediano di chi non lavora per lo Stato è di 63’000 franchi all’anno; quello di chi lavora per lo Stato di quasi 100’000. Attenzione, gli oltre 200’000 lavoratori del privato potrebbero non reagire troppo bene in caso di iniziative e voto su temi legati al personale dello Stato…”. Già, perché sullo sfondo c’è anche (Tribunale federale permettendo) la votazione sul referendum finanziario obbligatorio sui circa 300 milioni stanziati dal Gran Consiglio per risanare la Cassa pensioni, che tocca ben 17'000 affiliati, non solo dipendenti del Cantone.

Gli ospiti della puntata

“Lo sciopero che infiamma” è il titolo di Matrioska. Ospiti di Marco Bazzi, il segretario del sindacato VPOD Raoul Ghisletta, il deputato dell’MPS Matteo Pronzini, il capogruppo dell’UDC Sergio Morisoli, il vice coordinatore della Lega Daniele Piccaluga, il presidente dell’Unione svizzera arti e mestieri Fabio Regazzi e il capogruppo dei Verdi Matteo Buzzi.

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