
“Al momento non ci sono elementi concreti per affermare che la vicenda venuta alla luce di recente possa avere delle conseguenze dirette sulla qualità delle prestazioni e dei servizi erogati all’utenza”. Così il Consiglio di Stato, rispondendo a un’interpellanza inoltrata dal deputato Marco Noi e altri 13 granconsiglieri, ha preso posizione sulla questione delle presunte molestie avvenute all’interno di Unitas, l’associazione ciechi e ipovedenti della Svizzera italiana.
Si attende l’esito del mandato
Il Governo ha aggiunto che valuterà l’adozione di eventuali provvedimenti a seconda dell’esito del mandato d’inchiesta indipendente commissionato dalla Divisione dell’azione sociale e delle famiglie (Dasf). Mandato che era stato inizialmente conferito dal Comitato dell’Associazione Unitas; la Dasf, però, aveva giudicato la scelta “non opportuna”, dato che anche l’operato dello stesso Comitato sarebbe dovuto essere valutato. La Divisione ha quindi chiesto di “interrompere quanto avviato, di adeguare i contenuti e di assumere il conferimento”.
“Dimissioni? Se ne occuperà l’Assemblea dell’Associazione”
Ricordiamo che 30 persone tra soci, utenti e volontari dell’associazione avevano chiesto, tramite una lettera, le dimissioni dei membri del comitato di Unitas. Il Consiglio di Stato ha detto di aver preso atto della richiesta formulata e di ritenere che “la stessa debba essere valutata dall’Assemblea dell’Associazione”.
Le cifre dei contributi
Il Consiglio di Stato ha fornito anche qualche dettaglio sui contributi a Unitas: quello cantonale previsto per il 2022 ammonta a circa 2,5 milioni di franchi e finanzia attività svolte dalla struttura per anziani Casa Tarcisio, dal Centro diurno Casa Andreina e dal Servizio tiflologico. Da oltre 20 anni, inoltre, Swisslos eroga a favore dell’associazione 50'000 franchi annui per i soggiorni di vacanza delle persone cieche e ipovedenti, e per il sostegno alla gestione della Biblioteca Braille e del libro parlato.
Controlli per assicurare la qualità delle cure
Il Governo, infine, ha precisato che la tutela degli utenti e dei dipendenti delle strutture e dei servizi finanziati dall’ente pubblico è assicurata attraverso diversi strumenti, quali i controlli effettuati dal Servizio vigilanza e qualità dell’Ufficio del medico cantonale, oppure tramite sopralluoghi destinati alla verifica di provvedimenti decisi a seguito di ispezioni o segnalazioni. Questi controlli servono a verificare in particolare la qualità delle cure, la cartella sanitaria e la verifica delle professionalità e dei piani di formazione continua.
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