Ticino
“Unitas e scatole cinesi per incassare più sussidi pubblici”
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Redazione
un anno fa
Il Movimento per il socialismo chiede lumi al Consiglio di Stato circa gli oltre 7 milioni trasferiti da Unitas alle sue due fondazioni. “Ci possono essere rilevanze penali in questo modo di procedere?”

L’Mps torna ad occuparsi di Unitas e lo fa puntando il dito su alcuni aspetti economici riguardanti la Fondazione. In un’interrogazione inoltrata al Consiglio di Stato, i deputati del Movimento per il socialismo affermano che nel 2016 Unitas ha trasferito alle due sue fondazioni, Fondazione Unitas e Fondazione Emma ed Ernesto Rulfo, rispettivamente 4'290'600 franchi (immobili da reddito) e 3'247'500 franchi (liquidi). Il reddito di questi immobili in base al confronto dei dati 2015 e 2016 è quantificabile in 348'000 franchi, il reddito dei mezzi liquidi a 65'000 franchi (2% di interesse).

Perché due Fondazioni?

Per rispondere alla domanda sul perché l’associazione abbia costituito due fondazioni (rispettivamente nel 2000 e nel 2015) e vi abbia trasferito oltre 7 milioni di franchi, l’Mps cita un verbale dell’assemblea Unitas del 23 maggio 2015, nel quale vengono fornite due ragioni: la prima, gli scopi dell’associazione non prevedono la gestione vera e propria di immobili di questo tipo per sostenere tutte le sue attività. In secondo luogo, a partire dal 2015 l’Ufficio Federale delle Assicurazioni Sociali tiene conto anche del patrimonio immobiliare dei diversi enti che beneficiano di sussidi federali. In altre parole, più un ente è in buona salute economicamente, più ci sono pericoli che gli vengano decurtati i sussidi. La Commissione economica, chinatasi sulla questione, ha individuato la soluzione di trasferire gli immobili alla Fondazione Unitas in memoria di Tarcisio Bisi e Anita Gaggini.

Le richieste

I granconsiglieri Mps chiedono dunque al Governo da chi era compsota nel 2015 la commissione economica di Unitas e quale influenza ha avuto in termine di contributo annuo da parte dell’autorità cantonale la sottrazione dai conti di Unitas di questi 7 milioni. Viene inoltre domandato se l’autorità cantonale si è accorta di questa “sottrazione di capitali” dai conti Unitas per attribuirli alle fondazioni “e della funzione che essa aveva per aggirare le disposizioni relative ai sussidi cantonali e federali”, e se sì, se ha informato l’autorità federale UFAS. Infine, il Consiglio di Stato “ritiene che vi possano essere rilevanze penali in questo modo di procedere?”

 

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