È stato un pomeriggio abbastanza complicato per Il Centro: dopo un lungo tira e molla, il partito è rimasto con un solo seggio in Consiglio Nazionale, cedendo una poltrona all’Udc. Un risultato “che ci condanna, ma l’analisi non è così negativa, perché rispetto a quattro anni fa siamo leggermente cresciuti”, analizza il deputato centrista Fabio Regazzi, ospite a La Domenica del Corriere in onda su TeleTicino. “Abbiamo perso il seggio per 2-300 voti. Fa male. Nel 2019 lo avevamo salvato, per poche schede, grazie a delle congiunzioni. Stavolta il risultato si è ribaltato, ma eravamo soli”. Il rammarico “è grande e ripensando a questa strategia per le elezioni, forse un ragionamento al centro, non in senso partitico, andava fatto. È un peccato aver di fatto regalato un seggio all’Udc”.
“Chiesa? Un divario difficile da colmare”
Venendo alla corsa per il seggio al Consiglio degli Stati, Regazzi ha chiuso la giornata di oggi al secondo posto, alle spalle del democentrista Marco Chiesa e davanti al liberale Alex Farinelli. “Chiesa ha un vantaggio piuttosto importante (oltre 10'000 voti, ndr), difficilmente raggiungibile. Personalmente, mi presenterò con la convinzione di potercela fare”, afferma Regazzi. Essendo arrivato secondo “sarebbe sbagliato non crederci. Anzi, sono forse ancora più motivato, dato che idealmente mi vedevo in terza posizione, magari non troppo staccato”.
“Convinto di potermi giocare le mie carte”
E per finire, alla domanda su chi preferirebbe trovarsi a fianco nella Camera Alta in caso di elezione, il deputato centrista non si sbilancia. “Lo decideranno gli elettori. Ognuno farà la sua corsa e il 19 novembre vedremo cosa succederà. Come ho detto, sono convinto di potermi giocare le mie carte, forse ancora di più rispetto all’inizio di questa campagna”.