Ticino
Il polo di Tarchini
Foto CdT/Gabriele Putzu
Foto CdT/Gabriele Putzu
Redazione
4 anni fa
Silvio Tarchini ha presentato ieri il progetto per il polo sportivo, scartato dalla Città perché non rispettava il bando

Niente torri con uffici, solo stadio e palazzetto dello sport. Questo in sintesi il progetto per il nuovo polo sportivo della cordata capitanata da Silvio Tarchini. Usciti perdenti dal concorso della Città di Lugano, gli investitori si sono presentati ieri al pubblico, un’uscita di scena che sembra più una discesa in campo.

“Il progetto così com’è presentato ha degli errori di base molto molto gravi”, ha detto Silvio Tarchini ai microfoni di Teleticino, parlando della proposta della cordata Hrs di cui fa parte il patron del Lugano Angelo Renzetti. “Le palestre dove si allenano gli atleti di ping pong, arti marziali e scherma sono a 11 metri sotto il terreno, nessuna finestra, problemi di ventilazione. Non è immaginabile nel 2020 pensare di costruire una palestra sottoterra. Sempre pensando che il terreno è di 66mila metri quadrati, dunque ci sarebbe stato lo spazio per costruire un palazzetto dello sport di 3mila metri quadrati su due piani, però tutto fuori terra”.

In più Tarchini dice che a preoccuparlo sono i costi per la Città. Diretti, stima la differenza in affitti da pagare in 153 milioni di franchi in 25 anni. “A noi sembra una cifra spropositata”. L’imprenditore che ha creato il Fox Town suggerisce a Lugano di fare una pausa e riguardare la situazione. E ci sono anche i costi indiretti, quelli dovuti alla decisione di svuotare il centro storico di molti uffici amministrativi.

Ma più che al Municipio, che ha già difeso la sua scelta e non sembra intenzionato a fare un passo indietro, Tarchini si rivolge al Consiglio comunale: “Se è saggio deciderà di rivedere il bando di concorso. In questa situazione di coronavirus e con le ricadute negative che ci saranno negli anni prossimi, porteranno anche a delle minori entrate per la città. Quindi Lugano dovrebbe pensarci molto molto da vicino”.

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