Da 15 anni, dall’inizio del rilevamento condotto dall’Associazione consumatrici e consumatori della Svizzera italiana (ACSI), non c’era mai stato un simile aumento dei prezzi da un anno all’altro. La spesa nei sei principali supermercati ticinesi fra il 2022 e il 2023 è mediamente più cara del 9.6%. Come di consueto l’associazione ha preso in considerazione 45 prodotti che finirebbero nel carrello di chiunque: pane, riso, pasta, latte, uova, frutta e verdure, fino ai prodotti igienici e per la casa.
La classifica dei supermercati
Con una spesa di 108 franchi e 89 centesimi, dall’inchiesta di ACSI, è LIDL il dettagliante più a buon mercato del 2023. Segue da vicino Bennet, con un carrello da 111 franchi. Più staccati e con spese comprese fra 120 e 130 franchi ci sono, nell’ordine, Aldi, Coop, Migros, Denner e Coop Italia. Chiude la classifica Manor, con un carrello da 130.89 centesimi. Gli aumenti complessivi oscillano fra il 2.4% di Lidl e il 25.25% di Migros e Manor, da inserire però in una dinamica che in 15 anni ha visto scendere i prezzi in maniera importante.
I prezzi dei prodotti
Le notizie più amare vengono paradossalmente dallo zucchero, il prodotto che ha subito il rincaro maggiore: +44%. La carta da cucina costa il 22% in più, mentre il prezzo di acqua in bottiglia e uova è cresciuto di un quinto.
Il rincaro nei piatti
Facciamo qualche esempio concreto cucinando dei piatti con alcuni fra i 45 prodotti presi in considerazione da ACSI (nella realtà le quantità sarebbero inferiori a quelle indicate nell’inchiesta). Il prezzo a cui ci riferiamo è quello medio dei 6 supermercati ticinesi. Un piattone di spaghetti al pomodoro, con relativo soffritto di cipolla, spolverata di parmigiano e filo d’olio, quest’anno ci costa 13.86 franchi; l’anno scorso 12.89, il 7.5% in meno. Come secondo piatto cosce di pollo con patate accompagnate da un’insalata di finocchi e arance. Il prezzo nel 2022 è di 11.62 franchi. Quest’anno 12.05, il 3.7% in più.
Il trend in discesa si è bruscamente interrotto
Si tratta di un bell'incremento rispetto al precedente rilevamento di ACSI. Un aumento che ha leggermente stupito l’autore dello studio. "Il fatto che l'inflazione fosse a livelli elevati dall'inizio degli anni '90 era noto. Vederlo ora nero su bianco fa comunque un effetto", spiega Ivan Campari, giornalista della Borsa della Spesa, rivista che nei prossimi giorni pubblicherà lo studio. "Curiosando le varie azioni tra il 2008 e il 2023 notiamo che c'è stata una diminuzione dei prezzi in generale. Per esempio, Migros ha una variazione del 20% in meno, mentre Coop del 18% in meno. La variazione fra il 2022 e il 2023 ha rotto un trend in discesa o con lievi aumenti da quando facciamo questo confronto, ovvero dal 2008”.