Carceri ticinesi
"Sono urgenti degli interventi strutturali per evitare il collasso del sistema"
©Gabriele Putzu
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Redazione
2 giorni fa
Sono diverse le criticità del sistema penitenziario cantonale evidenziate dal rapporto 2024/25 della Commissione di sorveglianza delle condizioni di detenzione (CSCD) del Cantone Ticino. Le principali riguardano il sovraffollamento, la carenza di personale, l'insufficienza di risorse sanitarie e infrastrutture inadeguate.

Sovraffollamento delle strutture carcerarie, carenza di personale e condizioni lavorative difficili, aumento dei detenuti con disturbi psichiatrici. Sono le principali criticità del sistema penitenziario cantonale evidenziate nel rapporto 2024/25 della Commissione di sorveglianza delle condizioni di detenzione (CSCD) del Cantone Ticino. Un documento che si riferisce al periodo maggio 2024-2025 firmato da Patrick Rusconi (relatore), Giulia Petralli, Josef Savary, Giovanni Berardi, Lara Filippini, Maruska Ortelli e Fabio Schnellmann che finirà sui banchi del Gran Consiglio durante la prossima seduta di metà giugno.

"Occupazione delle strutture al 100.69%"

Partendo dal sovraffollamento delle strutture carceraria, "purtroppo sia la Farera, sia la Stampa hanno ancora adesso, a parte qualche settimana nel periodo maggio 2024 - maggio 2025, seri problemi di sovraffollamento", si legge nel rapporto in cui risalata un dato, quell'aumento "dei detenuti, attualmente al 100.69% della capacità". Per ovviare alla mancanza di celle ordinarie, continua il relatore, "i detenuti in attesa di essere trasferiti sono stati collocati in quelle di sicurezza (per al massimo un giorno). Niente di estremo - è bene sottolinearlo - ma questa soluzione temporanea ben spiega il problema con cui sono state confrontate le Strutture carcerarie cantonali (SCC), soprattutto gli agenti di custodia che hanno lavorato incessantemente per garantire ai prevenuti e ai detenuti un trattamento rispettoso del regolamento del carcere". 

Carenza di personale e condizioni lavorative difficili

Come scritto, dal rapporto emergono anche altre criticità. Tra queste il fatto che "il personale penitenziario è invariato dal 2006, nonostante l’aumento dei detenuti". Questo "ha causato livelli di stress altissimi, turnazioni scoperte soprattutto nelle ore notturne e una difficile gestione delle ferie". A questo si aggiunge il fatto che "gli stipendi inferiori rispetto ad altri Cantoni e l'obbligo di avere la residenza all'interno del Cantone rendono la professione poco attrattiva, causando difficoltà nel reclutamento di nuovo personale".

Sempre più detenuti con disturbi psichiatrici

Un altro aspetto riguarda la "crescente presenza di persone con forti disturbi psichici, difficili da gestire". Questo anche perché "i servizi psichiatrici sono nettamente sottodimensionati, con una sola psichiatra all’80% e una psicologa al 50% per tutte le strutture". Inoltre, evidenzia il rapporto, "il sistema medico penitenziario è apparso non attrezzato per gestire casi psichiatrici gravi, con una spesa significativa (fino a 1’000 franchi al giorno per i casi gestiti fuori Cantone), e una mancanza generale di continuità terapeutica dopo la detenzione". Da qui l'ipotesi avanzata dalla Commissione di "realizzare un centro peritale cantonale e di usare strutture come il “Naravazz” di Torricella Taverne o Villa Argentina per ospitare i casi più complessi".

Le altre criticità

A quanto scritto finora, si aggiunge il fatto che, come spiegato alla Commissione dalla responsabile dei laboratori, "le attività lavorative non riescono più a coinvolgere tutti i detenuti e che alcune persone non sono adatte al regime carcerario, ma necessiterebbero di strutture terapeutiche". Inoltre, "i laboratori sono troppo pochi per offrire attività a tutti i detenuti, ma non diciamo nulla di nuovo per una struttura del 1968 dove si sta già facendo l’impossibile".

"Bisogna evitare il collasso del sistema"

Vista la fotografia scattata dal rapporto, per la CSCD "senza interventi strutturali, il sistema penitenziario rischia un progressivo collasso". Per questo è necessario "un intervento urgente e strutturale per affrontare l’ormai cronico e persistente sovraffollamento delle strutture carcerarie cantonali. Tale situazione incide in modo significativo sia sulla qualità della vita detentiva, sia sull’equilibrio complessivo delle attività di sorveglianza e, più in generale, sull’operatività del personale impiegato. In questo contesto, pur nella consapevolezza delle attuali limitazioni finanziarie, è indispensabile adeguare le risorse umane e materiali alle reali esigenze del sistema: i detenuti ci sono e da qualche parte devono pur essere accolti, in condizioni che rispettino legalità e dignità. Non si tratta soltanto di una responsabilità dello Stato, ma anche del Parlamento, chiamato a sostenere concretamente ogni sforzo volto a riequilibrare un sistema che presenta evidenti criticità. È altrettanto urgente migliorare le condizioni lavorative del personale che opera quotidianamente nelle strutture penitenziarie. Infine, va garantito un supporto più incisivo alla medicina penitenziaria, attualmente in sofferenza, affinché sia in grado di rispondere in modo adeguato ai bisogni sanitari all’interno delle carceri ticinesi".