
Lo scorso 20 maggio FFS Cargo ha comunicato la propria decisione di interrompere le relazioni del traffico combinato interno svizzero che fanno anche capo ai piazzali di carico di Cadenazzo e di Lugano-Vedeggio. Tempo prima aveva già deciso di non rinnovare l’accordo di cooperazione con DB Cargo: questo significa che ulteriori macchinisti e personale di terra di FFS Cargo resteranno senza lavoro. Secondo le intenzioni di FFS Cargo, complessivamente circa 40 posti di lavoro verranno cancellati a fine anno in Ticino. Definitivamente. "Questo perché l’attuale strategia della direzione di FFS Cargo crea in Ticino di fatto una tabula rasa", sottolinea il Sindacato del personale dei trasporti (SEV).
Prezzi alle stelle e licenziamenti continui
Nella presa di posizione del SEV viene data particolare attenzione al fatto che i clienti "vengono allontanati con un aumento alle stelle dei prezzi, il personale resta senza lavoro e, nella migliore delle ipotesi, gli viene offerto un posto internamente alle FFS in Ticino, altrimenti Oltralpe". Tuttavia il personale con le necessarie competenze, per il conseguimento delle quali sono necessari anni, "andrà definitivamente perso e quando la domanda di trasporto aumenterà, FFS Cargo non sarà in grado di offrire prestazioni ai clienti, né potrà più riprendersi, men che meno crescere".
Ricaduta dannosa sui ferrovieri ticinesi
A preoccupare il sindacato c'è inoltre la questione relativa alle ripercussioni negative in cui si imbatteranno i ferrovieri e i clienti commerciali. "Oltre al censurabile approccio che FFS Cargo ha dimostrato verso i ferrovieri ticinesi, vi è pure un’ulteriore ricaduta particolarmente dannosa per il nostro Cantone. I clienti faranno trasportare le loro merci sulle nostre strade, andando a complicare ulteriormente la già non fluida situazione viaria. Codesti camion andranno a sommarsi a quelli che, sempre alla fine di quest’anno, passeranno dalla ferrovia alla strada per via della soppressione del servizio dell’autostrada viaggiante (RoLa) tra Novara e Friborgo in Brisgovia e che certamente circoleranno passando dal San Gottardo", prosegue il testo. "Pertanto non solo il Ticino rischia di perdere per sempre decine di posti di lavoro, i succitati 40 e le successive decine che sono previste dalle prossime riorganizzazioni messe in agenda da FFS Cargo, ma si ritroverà pure una mole di camion in più all’anno sulle proprie strade, nell’ordine di almeno 100'000 unità". Il Sindacato SEV ha pertanto scritto al Consiglio di Stato e ai Municipi dei Comuni ticinesi invitandoli ad intervenire presso il Dipartimento federale dei trasporti per bloccare questa deriva tossica per il nostro Cantone.