
Il consigliere nazionale Lorenzo Quadri torna sulla questione dell’aumento dei prezzi della benzina e lo fa criticando “l’immobilismo” del Consiglio federale. Dopo Francia e Italia, infatti, anche la Germania ha deciso di introdurre degli sconti sulla benzina: si parla di circa 30 centesimi al litro. Secondo Quadri, questo “genererà anche nella Svizzera tedesca le dinamiche negative che già si vedono in Ticino con l’Italia e in Romandia con la Francia”. Ovvero, “turismo del pieno verso l’estero e commercio di confine in Svizzera in grosse difficoltà, con rischio di chiusure di attività economiche e conseguenti licenziamenti”. Inoltre, le ultime sanzioni decise dall’Ue sul petrolio russo “spingeranno ulteriormente al rialzo il prezzo del carburante anche nel nostro Paese, sebbene il mercato elvetico non sia rifornito dal petrolio russo”. Questo a seguito “del calo della disponibilità del prodotto sul mercato europeo”.
Critiche al gruppo interdipartimentale
Recentemente il Consiglio federale ha fatto sapere che, per decidere su eventuali sconti fiscali sul carburante, è stato istituito un gruppo di lavoro interdipartimentale che riunisce il Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (Datec), il Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca (Defr) e il Dipartimento federale delle finanze (Dff). Per Quadri “è assai difficile immaginare che il Datec, che fa politica di sinistra contro gli automobilisti, e il Dff, preoccupato di incassare le accise, saranno mai favorevoli a una riduzione delle accise sulla benzina per sostenere il potere d’acquisto dei cittadini, in particolare di quelli del ceto medio e basso”.
Le domande
Alla luce di quanto detto, il consigliere nazionale leghista chiede al Governo se intende modificare la propria posizione contraria agli sconti fiscali sulla benzina o se pensa di rimanere “inattivo” davanti alla “continua impennata del costo della vita provocata dalla guerra in Ucraina e dall’effetto boomerang delle sanzioni contro la Russia”. Quadri domanda inoltre al Consiglio federale se non reputa che gli sconti che le nazioni limitrofe hanno introdotto sul carburante, provocheranno anch’essi “un calo sostanzioso del gettito svizzero delle accise sul carburante”. In particolare in Ticino, l’importante differenza di prezzo alla pompa, vicina ai 50 centesimi al litro, tra i distributori ticinesi e quelli della vicina Penisola, ha “azzerato” l’arrivo di automobilisti italiani che facevano il pieno in Svizzera, pagando pertanto le imposte elvetiche sul carburante: “con quali minori entrate per la Confederazione?” In conclusione, Quadri chiede al Governo se non ritiene che, a conti fatti, “l’immobilismo potrebbe risultare altrettanto costoso alle casse federali di un taglio sulle accise?”
© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata