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Caro benzina, tutti i nostri vicini agiscono
Immagine CdT
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Lara Sargenti
2 anni fa
Anche la Germania ha deciso di tagliare le tasse sui carburanti. Ora la Svizzera è circondata da paesi che hanno messo in atto misure per contrastare l’aumento dei prezzi per fare il pieno

Sempre più paesi stanno adottando misure per alleviare il carico dei costi della benzina sulla popolazione. Dopo Italia, Francia e Austria, anche la Germania ha deciso di abbassare le tasse sul carburante a partire dal 1° giugno. La Svizzera è così circondata da paesi che hanno implementato misure per contrastare l’aumento dei prezzi. Ecco una panoramica dei provvedimenti adottati nei paesi limitrofi, partendo dalle ultime notizie che giungono da oltre Reno.

Riduzione delle tasse dal primo giugno in Germania
Il Governo tedesco ha deciso di abbassare la tassa sui carburanti dal 1° giugno per una durata di tre mesi. Il risparmio totale (compresa anche l’Iva) sarebbe di 35 centesimi al litro di benzina e di 16,7 centesimi per il diesel. In questo modo i prezzi scenderebbero di nuovo al di sotto della soglia dei 2 euro per litro. Con questa misura verranno a mancare circa 3 miliardi di euro nelle casse dello Stato.

Non ci sarà un’immediata riduzione dei prezzi
Stando ai giornali tedeschi il cambiamento potrebbe tuttavia non essere immediato per i consumatori. Le stazioni di servizio sono ancora piene di carburante che è stato consegnato a maggio alle vecchie aliquote fiscali. È quindi prevedibile che da mercoledì non ci sarà una brusca riduzione dei prezzi, ha affermato il ministro federale delle finanze tedesco Christian Lindner. Inoltre, la tassa sull’energia non si paga quando si fa il pieno, ma si applica nelle raffinerie e nei depositi di carburante. Le compagnie petrolifere dovrebbero ridurre i prezzi ai clienti, ma non sono obbligate a farlo. “Presumiamo che la riduzione della tassa sull’energia verrà applicata a causa dell’intensa concorrenza tra le stazioni di servizio”, ha dichiarato Christian Küchen, direttore generale dell’associazione petrolifera Fuels and Energy al quotidiano Rheinische Post. Ma non è detto che andrà così. Se le compagnie dovessero tuttavia intascare per intero l’agevolazione fiscale, sarà l’Ufficio federale dei cartelli a dover intervenire, ha precisato il ministro delle finanze Christian Lindner.

Si prevede carenza di carburante e lunghe file ai distributori
Sempre secondo Küchen la forte riduzione delle tasse sull’energia metterà gli operatori delle stazioni di servizio di fronte a una doppia sfida. Da un lato cercheranno di ridurre drasticamente le loro scorte entro il 1° giugno per rivendere meno carburante acquistato a caro prezzo. Dall’altro c’è da aspettarsi che gli automobilisti si recheranno in massa alle pompe di benzina per riempire i serbatoi vuoti. Questo anche in vista del lungo weekend di Pentecoste. “Non si possono escludere del tutto strozzature temporanee nelle stazioni”, ha affermato Küche. Il ministro dell’economia Robert Habeck ha pure messo in guardia sul fatto che i prezzi potrebbero addirittura salire. Nel caso in cui tutti dovessero andare al distributore, la domanda sarebbe maggiore dell’offerta e la benzina diventerebbe “improvvisamente un bene ancora più prezioso”.

Cosa significa la decisione per la Svizzera?
La decisione della Germania sta avendo eco sulle colonne dei giornali svizzero-tedeschi. Si teme soprattutto un possibile assalto da parte di automobilisti svizzeri nelle stazioni di benzina tedesche. Ramon Werner, capo di Oel-Pool AG, che gestisce circa 700 distributori di benzina in Svizzera, tra cui BP e Ruedi Rüssel, si aspetta un turismo della benzina, come avvenuto in Ticino, dove l’azienda ha perso circa il 35% dei suoi clienti. “Questo accadrà anche al confine con la Germania”, ha affermato Werner a 20 Minuten.

L’esempio italiano
In queste settimane sono infatti numerosi gli automobilisti ticinesi che si recano in Italia, dove ormai fare il pieno è decisamente più economico. Lo scorso 22 marzo, ricordiamo, il Governo presieduto da Mario Draghi aveva ordinato un drastico taglio delle accise sulla benzina, progressivamente esteso fino all’8 luglio, che tocca quota 25 centesimi per diesel e benzina e 8,5 centesimi per il Gpl. Tenendo conto dell’Iva, ovvero accise più materia prima industriale, il risparmio per il consumatore finale può raggiungere i 30,5 centesimi al litro al distributore per diesel e benzina e i 10,4 centesimi per il Gpl.

La “remise carburant” francese
Soluzioni simili sono state adottate anche dalla Francia. Dal 1° aprile scorso al 31 luglio, Parigi applica una “remise carburant” di 15 centesimi al litro, Iva esclusa. Per un pieno da 50 litri, gli automobilisti francesi potranno risparmiare anche 9 euro. Come nel caso tedesco, lo sconto sarà applicato dai grossisti che distribuiscono il carburante alle stazioni di servizio e lo Stato francese pagherà loro un sussidio in base ai volumi consegnati.

In Austria la concorrenza abbassa i prezzi...
Nelle ultime settimane lo sguardo della politica federale, su tutti quelli del consigliere nazionale del Centro Marco Romano, si è più volte rivolto ai nostri vicini orientali. Per provare a contenere il prezzo della benzina, il parlamentare ticinese, partendo da una proposta del Mister Prezzi svizzero Stefan Meierhans, aveva chiesto al Consiglio federale di porre le basi di un “calcolatore dei prezzi” della benzina sul modello austriaco. Lo Stato austriaco gestisce infatti una piattaforma online, accessibile a tutti, che permette di confrontare i prezzi del carburante delle stazioni di rifornimento di una regione. L’istituzione di questo strumento nel 2011 avrebbe determinato una sensibile riduzione dei prezzi, data dalla concorrenza fra le stazioni. Un rapido giro sulla piattaforma mostra come un litro di benzina in Austria si aggiri oggi attorno agli 1,80€.

...ma sono destinati ad aumentare
Non è però tutto oro ciò che luccica: dal 1° luglio l’introduzione di una tassa sul CO2 potrebbe determinare un aumento del costo del carburante in Austria fino a dieci centesimi al litro. Nelle scorse settimane numerosi automobilisti austriaci hanno approfittato dei prezzi più bassi della benzina nella confinante Ungheria, dove il premier Orban aveva pure ordinato un taglio delle accise, prima di decidere, da venerdì scorso, di applicare lo sconto solo agli ungheresi.

E la Svizzera che fa?
Se i paesi confinati hanno intrapreso misure, la Svizzera per ora resta ferma al palo. Il Consiglio federale a metà maggio si è infatti espresso contro una serie di misure che chiedevano di intervenire sulle imposte sulla benzina. “Non abbiamo soldi”, ha dichiarato il consigliere federale Ueli Mauer, riferendosi a misure per sgravare le economie domestiche in relazione all’aumento dei prezzi dell’energia. Per il ministro delle finanze, l’attuale prezzo della benzina “è sopportabile nella ricca Svizzera”, ha aggiunto. Il suo partito, l’UDC, però non è d’accordo e da settimane martella sulla necessità di sostegni e riduzione delle tasse sugli olil combustibili. E ci riproverà di nuovo. Sul tema ha già chiesto una sessione straordinaria alle Camere a giugno. Che la decisione della Germania possa smuovere le acque?

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