
Il municipale di Cevio Romano Dadò non intende affatto dimettersi. La richiesta gli era giunta da parte del movimento con il quale era stato eletto in Municipio nell'aprile 2016, "Paese che sarà", ma che aveva abbandonato pochi mesi dopo.
Alla fine dello scorso mese di dicembre gli altri membri del movimento politico avevano quindi recapitato a tutti i fuochi una presa di posizione con la quale si spiegava la situazione, parlando di "vicenda di malcostume politico", e si chiedeva a Dadò di farsi da parte, in modo che quella poltrona potesse essere occupata da qualcuno che si riconoscesse nel programma presentato in campagna elettorale da "Paese che sarà".
La risposta di Dadò la si può trovare oggi sul Corriere del Ticino ed è chiarissima già dal titolo: "Ecco perché non darò le dimissioni dal Municipio di Cevio".
Romano Dadò spiega che a convincerlo a correre per il Municipio era stato Martino Giovanettina, il quale gli aveva però posto una condizione. "Non mi aspettavo di essere eletto, ma lui ha subito precisato che, nel caso, avrei dovuto lasciargli il posto" scrive Dadò. "Così, ingenuamente, accettai e, con lo scarto di soli tre voti in più di lui, sono stato eletto in Municipio per il gruppo Paese che sarà".
Dadò scrive poi che, per coerenza, dopo le elezioni offrì il suo posto a Giovanettina, ma "quest'ultimo, con mia sorpresa, lo rifiutò."
Egli ha quindi iniziato a lavorare in Municipio, ma dopo tre mesi in cui è stato "bersagliato di critiche", ha comunicato al suo gruppo di essere pronto a farsi da parte.
Solo che per la sua sostituzione, a detta di Dadò, "il capogruppo ha proposto un nome esterno agli altri due candidati ufficiali, dimostrando per una seconda volta di defilarsi dalle sue responsabilità."
Dadò, "visto il modo di fare del gruppetto, soprattutto di uno", ha quindi deciso di lasciare "Paese che sarà" e continuare a lavorare come indipendente.
Ciò che intende a fare fino al 2020, ovvero fino al termine del mandato che i cittadini gli hanno affidato.
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