
La Deputazione ticinese alle Camere federali ha scritto oggi al Consiglio federale perché preoccupata per il numero di richiedenti l'asilo nel sud del Ticino. La lettera è partita dopo un incontro con le autorità di Chiasso, durante il quale sono stati messi in evidenza i problemi di ordine pubblico. Una situazione di disagio descritta ai microfoni di Ticinonews anche dal sindaco di Chiasso Bruno Arrigoni, che ha parlato di una convivenza sempre più complicata con i migranti, che crea malcontento nella popolazione e fra i commercianti. Il sindaco ha inoltre sottolineato che il numero di richiedenti l'asilo è ben al di sopra di quello concordato con le autorità federali: "Ci era stato comunicato che al massimo ci sarebbero state 350 persone richiedenti l'asilo. Siamo arrivati a superare le 600 unità". Abbiamo quindi inoltrato una serie di domande alla Segreteria di Stato della migrazione per fare il punto della situazione.
Siete a conoscenza del malcontento fra popolazione e commercianti di Chiasso?
"Sì, ne siamo a conoscenza e per ogni incidente specifico che ci viene segnalato prendiamo provvedimenti immediati o conduciamo un'indagine. Quelli che costituiscono un reato penale vengono sistematicamente denunciati alla polizia".
Una delle critiche più frequenti è che i reati commessi rimangono impuniti. Cosa rispondete?
"I richiedenti l'asilo sono tenuti a rispettare gli orari d'entrata e di uscita, ma i centri federali sono alloggi, non prigioni. Solo polizia e ministero pubblico possono ordinare fermi o detenzioni. La SEM garantisce la sicurezza interna dei centri federali per l'asilo e negli ultimi mesi è stato aumentato il numero di agenti di sicurezza, in particolare proprio a Chiasso. La sicurezza esterna è invece responsabilità esclusiva della Polizia cantonale, con la Confederazione che per questo compito versa una somma forfettaria ai Cantoni".
Un'altra critica sollevata è che i richiedenti l'asilo non vengono occupati in alcun modo. Non è possibile trovar loro un impiego?
"I richiedenti l'asilo rimangono nei centri federali per un periodo di tempo relativamente breve. Durante questa fase, devono innanzitutto affrontare le varie fasi della procedura di asilo. Inoltre sono tenuti a collaborare nei lavori di pulizia dei centri o nella distribuzione dei pasti. Vengono anche proposte numerose attività quotidiane e programmi d'occupazione a beneficio della collettività, la cui partecipazione è tuttavia volontaria. Va infine ricordato che nei tre mesi successivi alla domanda d’asilo, i richiedenti non sono autorizzati a svolgere un’attività lucrativa".
Le autorità di Chiasso hanno dichiarato che Berna aveva promesso un massimo di 350 asilanti, ora sono circa 600. È vero?
"C'è forse un po' di confusione con i 350 posti che saranno disponibili nel nuovo Centro federale d'asilo di Balerna-Novazzano, che sostituirà le strutture di Via Motta 1b (134 posti) e l'attuale centro Pasture (220 posti). A questi 350 posti va infatti aggiunto il sito di Via Motta 7-11, un'infrastruttura di emergenza da 240 posti, che possono essere aumentati fino a 300 come previsto dall'accordo politico firmato con il Cantone e il Comune. In sintesi, la capacità totale è 134 + 220 + 300 = 654 posti, politicamente concordati e sempre rispettati dalla SEM".
È possibile che in futuro ci sia un ulteriore aumento degli ospiti e/o delle strutture d’accoglienza?
"L'obiettivo non è aumentare la capacità, ma conservare la riserva di emergenza della Confederazione di 300 posti al confine meridionale della Svizzera, nell'interesse del Cantone e proprio per evitare di sovraccaricare i Comuni".
È possibile che in futuro ci sia un ulteriore aumento degli ospiti e/o delle strutture d’accoglienza?
"L’obiettivo non è aumentare la capacità, ma conservare la riserva di emergenza della Confederazione di 300 posti al confine meridionale della Svizzera, nell’interesse del Cantone e proprio per evitare di sovraccaricare i Comuni".