
Si dovrà accertare se esistono “presupposti di reati di natura penale con riferimento a possibili attività di riciclaggio e ricettazione - attraverso una piccola fonderia e un ufficio cambi” dopo “perquisizioni, interrogatori e sequestri di materiale, oro, gioielli e denaro” svolti lo scorso venerdì negli “uffici di alcune società con sede nel Mendrisiotto”, ma anche in abitazioni del Luganese e del Locarnese.
Ne danno notizia il Ministero pubblico e la Polizia cantonale, “nell’ambito di un’articolata inchiesta partita nell’autunno 2021 e svolta in collaborazione con i Carabinieri di Asti”. Coinvolti nell’operazione anche alcuni agenti dell’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (ex Amministrazione federale delle dogane).
Forse ricettazione di refurtiva
“Gli accertamenti sono finalizzati a comprendere se sussistano i presupposti di reati di natura penale con riferimento a possibili attività di riciclaggio e ricettazione - attraverso una piccola fonderia e un ufficio cambi - del provento di innumerevoli furti con scasso (metalli preziosi e gioielli) avvenuti prevalentemente in Piemonte, Lombardia e Liguria. Il dispositivo ha già permesso di evidenziare diverse possibili anomalie che saranno ora oggetto di approfondimenti. Ulteriori atti istruttori verranno valutati nei prossimi giorni in base anche all’esito delle verifiche in corso”.
Confermati tre arresti
“Al vaglio vi è in particolare la posizione di tre persone, che sono state poste in stato di arresto provvisorio. Si tratta di un 61enne e di un 31enne, entrambi cittadini italiani, rispettivamente dimoranti nel Mendrisiotto e nel Locarnese, nonché di un 38enne cittadino svizzero, residente nel Luganese. Nelle scorse ore, la misura restrittiva della libertà nei loro confronti è stata confermata dal Giudice dei provvedimenti coercitivi (GPC). Le ipotesi di reato sono quelle di riciclaggio aggravato, ricettazione aggravata e falsità in documenti. L’inchiesta è coordinata dalla Procuratrice pubblica Margherita Lanzillo”.
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