Ticino
Ricambio generazionale per le banche: "Il 40% del personale andrà in pensione nei prossimi anni"
Redazione
7 mesi fa
Con Franco Citterio, Presidente dell'Associazione Bancaria Ticinese, analizziamo la sfida a cui è confrontato il settore bancario, ossia la partenza di molti over50. "Dobbiamo rendere il settore attraente per i giovani".

Nella sua conferenza stampa annuale, BPS Suisse ha elencato come sfida principale per il futuro quella del ricambio generazionale delle banche, dovuto al pensionamento di un’ampia fetta della forza lavoro e l’arrivo delle tecnologie come l’intelligenza artificiale. Abbiamo interpellato il Presidente dell’Associazione Bancaria Ticinese Franco Citterio per capire quanto è ampia questa problematica e come si prepara il settore per il futuro.

Il problema del ricambio generazionale è sentito in tutto il settore in Ticino?

“Da un nostro sondaggio emerge che una parte consistente del personale ha più di 50 anni, si tratta di circa il 40% del personale. Prevediamo quindi nei prossimi 10-15 anni un forte ricambio generazionale. Un’intera generazione di impiegati di banca, quella del baby-boom, uscirà dal circuito. E quindi è importante che il nostro settore sappia rinnovarsi e creare una nuova generazione”.

Quali sono le mosse che potrebbero fare le banche e gli istituti per provare a ovviare questo problema?

“Ce lo stiamo chiedendo come settore; evidentemente ogni istituto ha le sue specifiche e i suoi motivi per attirare personale dalla sua parte. Noi come associazione siamo chiamati a rispondere in due maniere: da un punto di vista di immagine dobbiamo fare emergere un settore che si sta svecchiando. Si tratta di passare da un settore tradizionale, visto un po’ come un settore di attività monotone, in grado di reinventarsi e di presentare una serie di professioni e mestieri allettanti per i giovani. Dall’altro abbiamo l’aspetto della formazione e dell’aggiornamento professionale: al nostro interno abbiamo un centro di studi bancari che sta offrendo nuove offerte per personale che vuole entrare nel circuito bancario. Speriamo che nei prossimi anni ci sia questo ricambio e che il settore sappia ripresentarsi sotto veste nuova”.

Notate che i giovani hanno questa percezione di un lavoro un po’ monotono, un po’ noioso per quanto riguarda la banca?

“Credo che in generale la materia bancaria e finanziaria sia ancora in interessante e attrattiva proprio perché offre un contesto molto internazionale. Sono aspetti che interessano ai giovani. Forse rispetto ad altre società finanziarie, la banca è vista un po’ come un blocco sottoposto a delle regole, a delle regolamentazioni interne piuttosto rigide che non lasciano abbastanza flessibilità ai giovani di muoversi, di poter fare telelavoro, di poter avere opportunità interne più interessanti. Sta a noi ripresentare questo settore soprattutto con nuovi profili e nuove professionalità”.

Secondo lei anche il contesto nazionale e internazionale di incertezza, soprattutto legato alle guerre e al caso Credit Suisse, potrebbe influenzare quello che pensano i giovani futuri impiegati di banca?

“Credo che sia più una percezione del settore. Di fatto il settore bancario ha sempre attraversato dei momenti difficili a livello internazionale, purtroppo di guerre e di momenti di crisi internazionale ne abbiamo visti tanti nei decenni. Le ultime sono state particolarmente difficili ed è proprio in questi momenti che le banche hanno saputo – per esempio durante il Covid – aiutare la popolazione e le imprese a superare questi momenti. Negli ultimi anni ho notato che c’è stato un cambiamento di orientamento, un cambiamento di immagine; anche la sostenibilità dell’attività finanziaria è molto importante e le banche stanno sempre di più spingendo gli investimenti e quindi anche la clientela verso nuove forme d’investimento. Anche questo credo aiuta a migliorare l’immagine del nostro settore”.

Gli sviluppi tecnologici, ad esempio l’Intelligenza Artificiale, potrebbero assistere le banche di fronte alle difficoltà di trovare manodopera?

“L’Intelligenza Artificiale o altre innovazioni tecnologiche sono importanti e non credo che andranno a snaturare l’essenza delle attività. Cambieranno le offerte a livello di prodotti e di servizi. Sappiamo che gli sportelli tenderanno a sparire, mentre il rapporto del cliente con la banca rimarrà. Io auspico che anche la nuova forma di consulente dovrà tener conto di queste evoluzioni. Il consulente sarà portato a offrire qualcosa in più rispetto all’Intelligenza artificiale, che è ancora tutto sommato abbastanza limitata. Il consulente di nuova generazione dovrà quindi, da un lato, essere in grado di gestire queste nuove tecnologie e, dall’altro, di mantenere il rapporto personale".