
“Il dato oggettivo emerso è che quest’anno, così come in quelli passati, almeno la metà delle predazioni ha riguardato animali che potevano essere protetti con le misure ufficiali, ma di fatto non lo erano”. Così si è espresso ai microfoni di Ticinonews il capo dell’Ufficio della caccia e della pesca, Tiziano Putelli, ribadendo quanto già scritto dal Dipartimento del territorio in un comunicato diramato oggi. Comunicato che ha provocato la reazione delle associazioni che si battono per il contenimento del lupo in Ticino. “Le autorità cantonali mettono i puntini sulle ‘i’ in merito ai dati su predazioni e capi predati che abbiamo presentato”, ha dichiarato il segretario dell’Unione contadini ticinesi Sem Genini, da noi raggiunto. Ciò che emerge però dai numeri comunicati oggi “è come la situazione sia fuori controllo e che una reazione è urgente”.
Marchesi: "Si cerca di minimizzare l’impatto devastante del lupo"
Un'altra voce critica levatasi oggi è quella del presidente dell’Udc Ticino Piero Marchesi, secondo cui il DT “cerca di minimizzare l’impatto devastante del lupo sulle nostre montagne, scaricando ogni responsabilità sugli alpigiani. Un copione vecchio, ripetuto per mascherare anni di inerzia e una linea politica che ha sistematicamente anteposto l’ideologia ambientalista agli interessi concreti del territorio e di chi ci lavora”. Nel mirino di Marchesi anche il direttore del dipartimento, Claudio Zali. “Sotto la sua guida, il DT si è schierato apertamente a favore della protezione del lupo, sacrificando le attività agricole, gli equilibri sociali e la sicurezza degli allevatori”. Per il democentrista il problema non è solo politico. "Troppi funzionari del DT, chiusi nei loro comodi uffici di Bellinzona, si permettono di giudicare e biasimare chi ogni giorno si spacca la schiena in alpeggio. Da dietro una scrivania si pretenderebbe di spiegare a chi vive la montagna come si conduce un gregge o si difende un pascolo. È semplicemente ridicolo".