Ticino
Lupo in Ticino, in crescita predazioni e branchi
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Redazione
2 giorni fa
Per ora accertate 23 predazioni nel 2025, con 72 animali uccisi. Ma i numeri potrebbero salire visto che si attendono i risultati di altri 16 episodi. Sul territorio vivono attualmente cinque branchi, a cui si aggiungono sei coppie stabili, per un totale di 26-28 lupi adulti.

In un lungo comunicato, il Dipartimento del Territorio fornisce i dati sulla situazione del lupo in Ticino. Un aggiornamento "opportuno" anche in seguito ai diversi scritti apparsi negli ultimi giorni, sottolinea il Dipartimento in una nota. 

Presenti 5 branchi in Ticino

Nel 2025 in Ticino è accertata la presenza di cinque branchi: Onsernone (tre adulti), Val Colla (due o forse tre adulti), Carvina (due o forse tre adulti), Lepontino (tre adulti) e Gridone (quest’ultimo identificato ad inizio 2025, con quattro adulti). Ad eccezione del branco Lepontino si tratta di branchi transfrontalieri e di conseguenza non sono sempre presenti sul territorio ticinese. Sono inoltre presenti sei coppie stabili (tre in più rispetto al 2024), per un totale stimabile di circa 26-28 lupi adulti. Il numero complessivo sale però potenzialmente di una decina di lupi adulti "considerando anche alcuni individui nomadi o in dispersione dall’Italia o da Cantoni limitrofi, presenti in modo occasionale sul territorio cantonale e ardui da quantificare". Per quanto riguarda i cuccioli di lupo, questi nascono generalmente tra fine maggio ed inizio giugno e rimangono in tana o nei siti di “rendez-vous” per circa due o tre mesi. Per questa ragione, "al momento non è ancora possibile stabilire quali branchi e/o coppie si siano riprodotti quest’anno", precisa il DT.

I casi di predazione

Secondo i dati aggiornati al 15 luglio 2025, sono 23 i casi di predazione attribuiti con certezza al lupo, con ulteriori 16 episodi attualmente in fase di analisi, per un massimo possibile di 39 attacchi. Gli animali uccisi dall'inizio dell'anno sono 72, tra ovini e caprini. Numero che potrebbe salire a 122 qualora tutti i 16 casi in analisi venissero confermati come attacchi da lupo. Per confronto: nello stesso periodo erano 38 nel 2024, 42 nel 2023 e 103 nel 2022. "Il numero di capi predati nel 2025 supera di poco quelli del 2022, ma è maggiore rispetto al 2023 e al 2024", sottolinea il DT.

Metà delle predazioni riguarda animali non adeguatamente protetti

Il DT evidenzia che circa la metà delle predazioni del 2025 riguarda animali che erano proteggibili ma che di fatto non erano adeguatamente protetti, in particolare con recinzioni elettrificate. Un dato in linea con gli anni precedenti: nel 2024 e nel 2023 questa percentuale era sempre attorno al 50% con rispettivamente 9 casi su 19 e 5 casi su 11, mentre nel 2022 erano oltre il 50% con 11 casi su 17. Per quanto riguarda il numero di capi uccisi, nel 2025 quelli che erano proteggibili ma non adeguatamente protetti sono stati 33 su 72, potenzialmente 45 su 120 a dipendenza del riscontro sulla proteggibilità (nel 2024 erano 13 capi su 38, nel 2023 erano 25 capi su 42 e nel 2022 erano 55 su 103).

Animali da reddito

Gli animali da reddito predati in situazioni in cui la protezione era possibile, ma non è stata adeguatamente attuata, "non possono essere conteggiati né per il risarcimento dei danni né per il calcolo delle soglie di danno rilevante e necessarie a giustificare un’eventuale regolazione del lupo in applicazione dell’art 9b cpv 3 dell’Ordinanza sulla caccia (OCP)", precisa il DT. La necessità di proteggere in modo adeguato gli animali da reddito con le misure di protezione riconosciute dall’Ufficio federale dell’ambiente - come l’impiego di cani da protezione delle greggi e le recinzioni elettrificate - "diventa ancora più importante nelle aree prossime agli insediamenti, dove queste soluzioni tecniche sono più facilmente realizzabili", rileva il DT.

Nessuna rimozione di branchi in Ticino

Le predazioni avvenute su animali non proteggibili con misure di protezione ragionevolmente esigibili oppure proteggibili ma non adeguatamente protetti, rappresentano la ragione per cui, ad oggi — diversamente da Cantoni come Grigioni e Vallese — "in Ticino non si è ancora potuto entrare nel merito di una rimozione di uno o più branchi interi", precisa il DT. Il diritto federale prevede che "per valutare una rimozione di un branco è necessario che esso abbia predato e, dal febbraio 2025, in almeno due occasioni, animali (pecore o capre) adeguatamente protetti. Tali condizioni non si sono mai verificate in Ticino dall’entrata in vigore di questo dispositivo di legge (dal 2023 era sufficiente un unico evento). Considerando le dimensioni ridotte delle greggi, la conformazione del territorio, le misure di protezione adottate o adottabili a livello cantonale, il numero e il carattere transfrontaliero dei branchi accertati, non è comunque possibile effettuare dei confronti con altri Cantoni".

Regolazione proattiva di base

A oggi, il Cantone ha potuto attuare solo una regolazione proattiva di base, che consente l’abbattimento fino a un massimo di due terzi dei giovani dell’anno. Si tratta di "azioni tecnicamente complesse e vincolate a condizioni di tiro più severe rispetto ad una rimozione totale", precisa il DT. Il carattere transfrontaliero di quattro dei cinque branchi presenti in Ticino, "limita ulteriormente i margini di manovra ritenuto che qualsiasi azione su suolo italiano non è permessa e che la presenza degli animali su suolo cantonale non è costante". 

L'impegno dei guardiacaccia

Nel 2024, per due ordini di abbattimento di un singolo lupo e due ordini di regolazione proattiva di base di due branchi, i guardiacaccia hanno dedicato oltre mille ore tra monitoraggio, ronda e appostamenti. Nel 2025, finora, sono già state superate le 400 ore di lavoro. Attualmente sono due gli ordini di abbattimento attivi, mentre altri sono in fase di valutazione.

La gestione una sfida

Se la gestione della convivenza tra grandi predatori ed attività umane "è una sfida complessa", considerando il numero di branchi e di coppie stabili in aumento così come la difficoltà a mettere in atto le misure di protezione adeguate, "essa necessita ancora di più del giusto equilibrio tra il sostegno all’agricoltura e la tutela della biodiversità". A tal proposito il Dipartimento confida in futuro, anche grazie a una mozione pendente a livello federale, che venga concessa maggiore autonomia su questi temi ai Cantoni. "Il Cantone ribadisce la propria disponibilità al dialogo con tutti gli attori coinvolti affinché si possa continuamente migliorarne la gestione", conclude il comunicato.