
“Siamo molto determinati nel voler ricostruire la pista di ghiaccio per il bene futuro della nostra comunità e delle generazioni che verranno. È questo che ci dà veramente la forza di lottare per poter andare avanti”. È la notte del 29 giugno. In Vallemaggia, come in altre regioni del Ticino, c’è il temporale. D’altronde nei mesi estivi succede spesso. Ma nessuno si immagina quello che sta per succedere. Il silenzio della valle è interrotto da un boato, quello della grossa frana che ha colpito in zona Fontana e che ha distrutto il ponte di Visletto, rendendo inaccessibile via terra le valli Bavona, di Campo e Lavizzara. In questo ultimo comune, nella frazione di Prato Sornico, l’alluvione ha spazzato via la pista di ghiaccio, un luogo molto importante e simbolico per tutta la regione. Oggi, a poco più di cinque mesi dal tragico evento e con le festività natalizie alle porte, un raggio di speranza illuminerà l’intera Vallemaggia: il Municipio di Lavizzara aprirà le porte al pubblico per inaugurare la pista di ghiaccio provvisoria, realizzata sul sedime del Centro Sportivo Lavizzara di Sornico. Un simbolo di rinascita “ma anche di svolta e di visione verso il futuro”. Parole di Gabriele Dazio, sindaco di Lavizzara, il quale non ha nascosto una certa emozione per questa importante ricostruzione. “Con il Municipio abbiamo voluto dare un segnale di continuità alla nostra gente, ma in particolare ai nostri ragazzi”. Quelli appena passati sono stati mesi duri e difficili, “mi fa molto male pensare che i nostri giovani devono vederla distrutta giorno dopo giorno, ritrovandosi conseguentemente costretti a dover andare fino ad Ascona o Biasca – se non più lontano – per potersi allenare. Questo non fa piacere”.
La pista provvisoria
Questa iniziativa nasce dal desiderio di offrire alla comunità della Lavizzara, ai giovani della Vallemaggia e a tutti gli appassionati uno spazio dove ritrovarsi, muoversi e vivere momenti di condivisione e crescita. La pista rappresenta così una risposta concreta alle difficoltà che la Lavizzara ha affrontato a seguito della devastante alluvione dello scorso giugno. È in questo senso un simbolo di rinascita per la valle, un luogo che ricorda quanto sia importante restare uniti e guardare al futuro con fiducia. “Inizialmente c’era la platea della pista danneggiata, ma con una parte del tetto ancora in piedi”, prosegue Dazio spiegandoci che dopo un’attenta analisi statica “è stato confermato che le quattro campate rimanenti del tetto erano ancora stabili. Da quel giorno abbiamo iniziato a lavorare per riuscire a concretizzare questo progetto entro il periodo di Natale”. Una pista provvisoria che servirà la popolazione fino alla fine di marzo, quando questa verrà smantellata. Per la pista vera e propria “abbiamo commissionato uno studio esterno per capire realmente come mettere in sicurezza sia la scuola che la pista, poi l’intera zona andrà ripianificata per capire se la pista di ghiaccio potrà venir posizionata nel luogo originale o se invece si renderà necessario dislocarla altrove. In ogni caso sempre nel Comune di Lavizzara”.
La giornata
La giornata prenderà il via alle 11 con la parte ufficiale, per poi proseguire con una maccheronata alle 12 e uno spettacolo dell’Artistica Vallemaggia in programma alle 14. Alle 16 i bambini potranno poi svolgere dei giochi sul ghiaccio e dalle 17 ci saranno dei momenti musicali fino a tarda sera. “Penso che l’affluenza sarà importante, perché in tutti questi mesi si è vista e sentita una grande sensibilità da parte non solo della nostra comunità, ma dell’intera Vallemaggia e di tutto il Locarnese”.
Questione costi
I costi per questa piccola pista – con tutti gli annessi – si aggirano attorno ai 200 mila franchi, “ma abbiamo avuto la fortuna che l’intero importo è stato supportato da enti pubblici, fonazioni e associazioni che si sono dimostrati molto generosi”. Una generosità che sembra essere venuta meno a Palazzo federale, motivo per cui il 28 novembre è stata inoltrata una lettera a Berna in cui si chiedeva maggiore solidarietà da parte della Confederazione, firmata anche dal Municipio di Cevio. “Ci siamo accorti che la Confederazione ci aiuta ma solo in maniera ordinaria. Da parte nostra ci saremmo aspettati fin da subito un contributo a fondo perso per far fronte almeno alle spese di sgombero e di rimessa in sicurezza”. Lavori che invece hanno dovuto sopportare i Comuni stessi. “L’aiuto, infatti, non è mai arrivato. Ma il Canton Ticino, unitamente ai Grigioni e al Vallese, hanno fatto delle richieste al Consiglio federale”. Richieste a cui il Governo ha risposto picche e che ha quindi spinto ancora una volta il Consiglio di Stato a inoltrare una nuova richiesta a Berna, la cui risposta deve ancora arrivare. “Come Comuni interessati abbiamo quindi pensato di fare noi stessi una richiesta chiara in supporto di quella del Governo ticinese. Perciò mi auguro che ora il Governo riveda le sue decisioni, anche perché quello che stiamo vivendo da giugno non saprei come definirlo se non una situazione di emergenza”. Dazio ci ha infatti spiegato che i danni per le due regioni si aggirano complessivamente attorno ai 100 milioni di franchi. “In parte questi verranno sussidiati per il 70% tra Cantone e Confederazione, ma rimane tuttavia il 30% a nostro carico. E per dei piccoli Comuni come i nostri significherebbe l’inizio della fine”. Se il Consiglio federale dovesse ribadire la sua decisione “bisognerà prima valutare la risposta nel suo insieme. Ma se dovessero rimanere fermi su quanto deciso allora dovremo trovare il modo di cavarcela a malincuore, e questo avrà delle conseguenze anche sugli interventi nel territorio”, ha concluso il sindaco di Lavizzara con un tono carico di speranza.