Il caso
"Possibile ingerenza nella politica estera da parte di UNIA?"
©Chiara Zocchetti
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Redazione
2 giorni fa
In un'interrogazione interpartitica vengono poste una serie di domande circa presunte raccomandazioni di voto del sindacato per l'appuntamento alle urne dell'8 e 9 giugno in Italia. "Tale attività è compatibile con i principi di neutralità e non ingerenza che devono guidare l’azione di enti elvetici?"

Il sindacato svizzero UNIA “avrebbe inviato ai propri iscritti (in larga parte cittadini italiani residenti in Svizzera o frontalieri) comunicazioni con indicazioni di voto riferite alle prossime elezioni e referendum previsti in Italia l’8 e 9 giugno 2025”. Il fatto, segnalato a diversi membri del Parlamento ticinese, è finito ora al centro di un’interrogazione interpartitica (primo firmatario il liberale radicale Luca Renzetti). Tali comunicazioni, si legge nell’atto parlamentare, “contengono raccomandazioni di voto chiaramente orientate a favore di una parte politica ben precisa – quella della sinistra italiana – con richiami diretti a determinate forze”.

“Una forma di ingerenza politica estera?”

Una simile attività, se confermata, “si configurerebbe come una forma di ingerenza politica estera da parte di un'organizzazione svizzera, che eccede di gran lunga i compiti sindacali statutari legati alla tutela dei lavoratori attivi nel nostro paese”. Ciò “appare ancor più problematico se si considera che UNIA, come altri sindacati, riceve risorse pubbliche elvetiche dirette o indirette, destinate al perseguimento di finalità connesse al mercato del lavoro e alla coesione sociale in Svizzera, e non certo ad attività di influenza politica al di fuori dei confini nazionali”. È lecito domandarsi se tali iniziative “siano compatibili con l'ordinamento giuridico elvetico e con le condizioni poste per l’eventuale attribuzione di sostegni pubblici al sindacato UNIA”.

Le domande

Si chiede quindi al Consiglio di Stato se è a conoscenza delle comunicazioni diffuse da UNIA relative al voto in Italia previsto per l’8 e 9 giugno 2025 e se ritiene tali comunicazioni compatibili con il mandato istituzionale e statutario di un sindacato svizzero. L’attività descritta “è compatibile con i principi di neutralità e non ingerenza che devono guidare l’azione di enti elvetici, soprattutto quando questi ricevono fondi pubblici?” Non finisce qui: gli interroganti vogliono anche sapere se UNIA riceve o ha ricevuto contributi pubblici cantonali o federali, direttamente o indirettamente, e se sì in quale misura e per quali finalità. Infine, si domanda all’Esecutivo cantonale se intende approfondire la questione con gli organi federali competenti, e quali misure intende adottare qualora si ravvisassero elementi di criticità rispetto all’uso di fondi pubblici o alla violazione del principio di neutralità.

 

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