Farmaceutica
Penuria di farmaci, scattano i primi obblighi di vendita sfusa
Redazione
un anno fa
Vendita di farmaci sfusi, da ieri è scattato l’obbligo per 8 principi attivi: 4 antibiotici e 4 oppiacei. La misura è stata introdotta in seguito alla persistente penuria di medicamenti che colpisce tutto il mondo. Ticinonews ne ha parlato con la farmacista Mathilda Leardo.

Da ieri è scattato l’obbligo per i professionisti della salute di somministrare alcuni medicamenti sfusi. Una misura presa dall’Ufficio dell’approvvigionamento economico per far fronte alla continua penuria di medicine. Approvvigionamento che ormai da mesi è confrontato con un rallentamento della produzione su scala globale. Nel dettaglio è stata stilata una lista con l’elenco degli otto principi attivi per la consegna parziale, con validità fino al 30 aprile 2023: amoxicillina, co-amoxicillina, cefuroxima, levofloxacina, morfina, idromorfone, ossicodone e ossicodone-naloxone. Ticinonews si è recato presso la Farmacia Internazionale di Melide per parlarne con la titolare e farmacista Mathilda Leardo.

Di che medicamenti parliamo?

Per quanto riguarda i primi quattro principi attivi "stiamo parlando di antibiotici che vengono prescritti per delle infezioni di carattere batterico”, ci spiega Leardo. Le altre quattro componenti  “sono invece antidolorifici oppiacei che vengono somministrati per dei dolori molto forti”. Principi attivi e relativi medicamenti che da oggi saranno, come detto, venduti sfusi. Ma se la situazione è critica per questi 8 principi attivi (4 antibiotici e 4 oppiacei), sono oltre un migliaio i farmaci le cui quantità destano preoccupazioni, ma per cui per il momento non è obbligatoria la vendita sfusa, che resta semplicemente raccomandata.

Come funzionerà la vendita sfusa?

In sostanza, il cliente si reca in farmacia con la ricetta, che viene poi controllata dai farmacisti. “Dopo averla visionata, calcoliamo il numero effettivo di pastiglie che servono per il trattamento e dispensiamo al paziente solo quel numero di pillole. La quantità restante rimane invece in farmacia”. La confezione già aperta è comunque rintracciabile grazie all’apporto di un’etichetta col nome del paziente unitamente alla data di scadenza e al numero di lotto. Se poi il paziente deve continuare la terapia "può recarsi nuovamente da noi per avere altri medicamenti sfusi”. Va tuttavia sottolineato che questa misura non si applicherà ai pazienti cronici.

E i prezzi?

Un dubbio sorto a seguito di questo obbligo riguarda in particolare i prezzi: in che modo inciderà? “Dipende dal numero di pastiglie che esistono in commercio e da quante ne ha bisogno effettivamente il paziente”, prosegue la farmacista. “Se il numero di pastiglie richieste è decisamente inferiore a quelle presenti nella confezione, allora il costo sarà minore, perché si paga la singola pastiglia. Se invece il numero si avvicina al numero totale allora il prezzo sarà uguale se non maggiore”.

Lavoro in più per i farmacisti?

Quel che è certo è che questa nuova situazione di penuria si riverbererà sul lavoro quotidiano delle farmacie, anche se Leardo vede il bicchiere mezzo pieno. “La situazione è interessante dal punto di vista del lavoro in farmacia, perché siamo maggiormente obbligati a informare di più il paziente sui medicamenti”. Informare, ad esempio, sul non-senso di fare scorte o sul non usare un certo medicamento in modo non consono alla prescrizione medica. Il lavoro è quindi sicuramente aumentato per i farmacisti, “anche perché dobbiamo controllare giornalmente se un principio attivo presente nella lista è in penuria o meno”.

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