
Ha venduto la pistola, ma non sapeva che sarebbe stata utilizzata per uccidere un uomo. È quanto ha affermato durante un recente interrogatorio con gli inquirenti l'imprenditore arrestato nelle scorse settimane, accusato -al pari del 42enne che uccise il custode del centro scolastico Ai Ronchini di Aurigeno- di assassinio. Lo riporta il Correre del Ticino. Ricordiamo che l'uomo resterà in carcere almeno fino alla fine di settembre, come deciso da Ares Bernasconi, giudice dei provvedimenti coercitivi. A fare da intermediaria, come scritto negli scorsi giorni, sarebbe stata una 33enne che lavorava nel negozio di telefonia di proprietà dell'omicida. Nei confronti della donna le autorità ipotizzano il reato di complicità in assassinio, per questo nei suoi confronti è stata ordinata la carcerazione preventiva.