Ticino
Nasce un comitato per le scuole delle arti sceniche ticinesi
La scuola di danza Ashkenazy. Foto Gabriele Putzu
La scuola di danza Ashkenazy. Foto Gabriele Putzu
Lara Sargenti
4 anni fa
Le scuole artistiche sono confrontate con importanti difficoltà e alcune sono a rischio chiusura. Il comitato chiede al Governo misure per garantire la “sopravvivenza di tutte le scuole”

È nato a fine dicembre il comitato SAT (Scuole delle Arti sceniche ticinesi), un comitato che ha come scopo principale di farsi portavoce di un gran numero di scuole artistiche legate alle arti sceniche presenti in Ticino, realtà che “troppo spesso” sono “poco considerate da parte delle Autorità cantonali e comunali”. Ad aderire al progetto, ideato dal direttore del Centro Artistico MAT di Lugano Mirko D’Urso, una quarantina di scuole del territorio. A far parte del comitato, oltre a D’Urso, anche Alessandra Ashkenazy (Ashkenazy Ballet Center di Pura), Mi Jung Manfrini-Capra (Area Danza di Bellinzona), Paolo Meneguzzi (Pop Music School di Mendrisio), Luca Spadaro (Teatro d’Emergenza di Lugano) e Martin Wüthrich (New Style Dance di Massagno). L’obiettivo del gruppo di lavoro, si legge nella nota diffusa dal comitato, non è solo quello di trovare modalità e strategie per riuscire a superare questo momento difficile per il settore artistico, ma anche quello di “creare una sinergia tra le varie scuole (che fino ad oggi è in parte mancata) con la speranza che possano nascere a breve anche nuove collaborazioni all’interno del panorama artistico-didattico ticinese”.

I numeri delle scuole in Ticino
In Ticino esistono all’incirca una settantina di realtà legate alla formazione delle Arti Sceniche: alcune sono piccole, altre hanno un importante numero di allievi; alcune sono nate da poco, mentre altre sono presenti da anni sul territorio; alcune si dedicano alla formazione pre professionale, altre si concentrano invece sulla parte più ludica e legata al tempo libero. Si stima che siano circa 4000 gli allievi che frequentano una formazione artistica in queste strutture (senza calcolare quelli delle scuole di musica del Cantone) e che siano circa 250 i professionisti coinvolti a tempo indeterminato in questa categoria.

Le difficoltà delle scuole artistiche
In questi mesi di chiusura, obbligata durante il primo lockdown e parziale in queste ultime settimane, le difficoltà che le scuole artistiche stanno affrontando “sono molte”, sottolinea il comitato. Le più colpite, precisa, sono sicuramente quelle che hanno per lo più allievi over 15 anni visto che le

attuali direttive non permettono, se non i piccoli gruppi, il proseguimento della loro attività didattica, “ma tutte quante hanno subito un significativa diminuzione delle iscrizioni per l’anno 20-21 e le prospettive per l’anno 21-22 sono ancora meno rosee”. Inoltre, dallo scorso mese di marzo, i direttori delle strutture ritengono che è spesso emerso “un senso o di confusione e di smarrimento” in merito alle direttive emanate a livello cantonale o federale. Questo perché non è quasi mai chiaro in quale categoria deve essere collocata la propria attività (Palestre? Sport? Strutture per il tempo libero? Attività culturali?) per rispettare tali ordinanze.

Le richieste del comitato
La situazione nelle ultime settimane, ribadisce il comitato, “ci sembra leggermente migliorata anche se diversi punti sono ancora piuttosto confusi”. In una lettera inviata al Consiglio di Stato il comitato vuole quindi sensibilizzare l’autorità cantonale sull’importanza dell’attività delle arti sceniche (danza, teatro, musical) sul territorio, sia a livello formativo-educativo, sia a livello aggregativo-sociale ed economico, che per il benessere psicofisico. “Anche la chiusura di una sola scuola artistica dovuta a questa situazione pandemica, sarebbe una sconfitta per tutti, ma il timore è che, senza aiuti concreti da parte dello Stato, le realtà che dovranno chiudere definitivamente (e a breve) potrebbero essere davvero molte, con tutte le conseguenze del caso” mette in guardia il comitato, che chiede una maggiore attenzione nei confronti del settore e delle misure concrete che “possano garantire la sopravvivenza di tutte le scuole delle arti sceniche ticinesi”.

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