Ticino
Mps: “Ci minacciano e tutto tace”
Foto CdT/Gabriele Putzu
Foto CdT/Gabriele Putzu
Filippo Suessli
3 anni fa
Il Movimento per il socialismo denuncia il silenzio del resto della politica di fronte alle minacce ricevute in relazione al referendum contro il Pse

Insulti, minacce fisiche, promesse di impedire la posa di bancarelle per raccogliere le firme. È quanto denuncia di ricevere negli ultimi tempi il Movimento per il socialismo in relazione all’annunciato referendum contro il Polo sportivo e degli eventi (Pse) di Lugano. “Naturalmente non ci lasciamo impressionare dalle minacce di simili personaggi”, scrive l’Mps in una nota, che sottolinea il silenzio del resto della politica. “Ma siccome in discussione vi è una scelta politica di fondo che coinvolge i partiti politici e le istituzioni politiche, non possiamo non prendere atto di come questi partiti (tutti di fatto) non solo non siano finora intervenuti a difesa del diritto democratico di lanciare un referendum (malgrado queste minacce siano ormai note a tutti e oggetto anche di articoli sui giornali), ma di fatto – magari solo per omissione o indirettamente – sostengano tali atteggiamenti”.

“Siccome tali minacce (o il sostegno esplicito ad esse da parte di altri) sono di dominio pubblico ci si sarebbe potuti attendere interventi che stigmatizzassero tali atteggiamenti”, continua la nota. L’Mps punta il dito in particolare contro il sindaco Marco Borradori. “Egli, di fatto, soffia sul fuoco quando dichiara, come ha fatto alla RSI pochi giorni fa, che ‘ci opporremo con tutti i mezzi al referendum’. Che cosa possono significare simili dichiarazioni sulle menti di esagitati come gli autori di queste minacce? L’unico mezzo democratico per opporsi al lancio di un referendum è non firmarlo e invitare a non firmarlo”.

Poi l’Mps solleva anche il caso di un candidato Ppd al Consiglio comunale, che avrebbe cliccato “mi piace” ad alcune minacce esplicite pubblicate su Facebook. E qui, il dito viene puntato contro il Ppd e il suo candidato di primo piano al Municipio, Filippo Lombardi, accusati di far “finta di niente”.

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