
La scorsa settimana il Gran Consiglio ha accolto un emendamento per sostenere i produttori di latte, colpiti dalla chiusura lo scorso anno della LATI, in modo da coprire una parte dei costi sopportati per trasportarlo Oltralpe. Ieri un'interpellanza presentata da deputati di tutti i principali partiti presenti in Parlamento parla di "produttori sull'orlo del baratro".
Il latte trasportate Oltralpe
Dalla chiusura della Lati “una settantina di aziende agricole continuano a conferire il proprio latte alla Federazione dei trasportatori e dei produttori di latte, che lo porta a Lucerna”, evidenzia la prima firmataria Lea Ferrari (PC) a Ticinoenws. “Si tratta di circa 5 milioni di litri di latte, che oggi non hanno una trasformazione nel Canton Ticino”. Una mancata valorizzazione in Ticino, con evidenti conseguenze ambientali, ma anche finanziarie. “Tante famiglie di agricoltori vengono pagati meno di 50 centesimi al litro per tutto lo sforzo che mettono nel prodotto latte. Inoltre, si deve calcolare quasi un 20% in meno di questo prezzo è il costo per il trasporto Oltralpe”. E le difficoltà sono confermate anche dalla Federazione ticinese dei produttori di latte. "La situazione è molto delicata”, sottolinea il vicepresidente Andrea Bizzozero. “Con la chiusura della Lati ci siamo trovati a dover trasportare in Svizzera interna grossi quantitativi di latte e senza avere delle soluzioni reali in Ticino".
Il ricorso contro BlenioPlus
Una soluzione per trasformare localmente il latte ci sarebbe e porta il nome di BlenioPlus, un caseificio in Valle di Blenio, al momento bloccato dal ricorso interposto dalla stessa LATI (poco prima della chiusura) e dal Caseificio del Gottardo. Ricorso che Lea Ferrari condanna: “Il caseificio del Gottardo, in questo momento, mantiene una situazione di monopolio sul mercato, quindi una situazione poco sostenibile per tutti i fautori del mercato libero e anche contro la legge. Ci aspettiamo molta più solidarietà da parte del consiglio di amministrazione del caseificio nei confronti di una situazione disperata che stanno vivendo gli allevatori in tutto il cantone. Non si spiega in nessuna maniera questo ostacolo posto dal ricorso che blocca e toglie qualsiasi certezza nel futuro delle nostre valli e dei nostri produttori.
“Occorrono soluzioni regionali”
Più smussata e neutrale la posizione della Federazione ticinese dei produttori di latte, che vede di buon occhio un nuovo caseificio, purché non sia in contrasto con quelli già esistenti. Anche perché valorizzare più latte in Ticino - dove si produce tanto d'inverno e poco d'estate - è tutt'altro che semplice. “Dobbiamo trovare delle soluzioni regionali, che possano servire a smaltire questo latte invernale e primaverile in eccesso”, spiega ancora Bizzozero. “Piccoli caseifici potrebbero fare trasformazioni di questo tipo a misura di Ticino. Abbiamo fatto fare diversi studi, ma in Ticino dobbiamo fare molta attenzione. Siamo un Cantone piccolo e abbiamo una forte stagionalità con il latte. Non possiamo fare dei grossi contratti con la grande distribuzione per poi trovarci alla metà di giugno senza latte”.
Caseificio del Gottardo: "A rischio l'intera filiera del latte"
Nell'atto parlamentare e nelle parole di Lea Ferrari si accusa come detto il Caseificio del Gottardo di monopolizzare il mercato e di poca solidarietà nei confronti dei produttori. Il presidente del CdA Davide Mottis a questo proposito esprime stupore e perplessità. “Si tratta di un atto parlamentare la cui prima firmataria risulta essere personalmente coinvolta nel progetto BlenioPlus. Quindi usa il suo ruolo istituzionale di membro del Legislativo quasi per fare pressione su quello che è l’autorità giudicante in materia del ricorso da noi presentato”. Per Mottis questo si traduce in una certa ingerenza da parte del Legislativo sull’autorità giudicante sull’iniziativa in quanto tale. “Siamo oltremodo sorpresi perché non più tardi di settimana prossima era in programma un evento già organizzato da diverse settimane con la Sezione dell’agricoltura per valutare la questione ed esporre quelle che sono – a nostro modo di vedere – le ragioni che ci hanno spinto al ricorso, che sono dettate dalla forte preoccupazione sull’impatto di questo nuovo caseificio BlenioPlus avrà non solo su quello del Gottardo, ma su tutti i piccoli della Valle di Blenio. Ci chiediamo quindi se oggi il mercato sia tale da poter assorbire un ulteriore caseificio”. Una domanda la cui risposta è già ben conosciuta. “Il mercato non ha abbastanza capienza. Quindi tutto andrà a scapito del nuovo caseificio e di quelli esistenti, tra cui il nostro. Quindi metterà in difficoltà l’intera filiera del latte. Inoltre sarebbe sovvenzionato con soldi pubblici”, ha concluso Mottis.