Ticino
Morto di Covid l’architetto Luigi Snozzi
Foto CdT/Archivio
Foto CdT/Archivio
Marco Jäggli
3 anni fa
Considerato il capofila della nuova scuola ticinese, Snozzi si è spento a 88 anni a causa del virus. Celebri le sue case unifamiliari e la sua riqualifica del convento di Monte Carasso

Si è spento oggi, all’età di 88 anni, l’architetto ticinese Luigi Snozzi, deceduto a causa del Covid-19. Lo comunica la Rsi. Nato a Mendrisio il 25 luglio 1932, Snozzi ha studiato alla Scuola politecnica federale di Zurigo; lavorando in seguito presso i propri studi di architettura a Locarno, Zurigo e Losanna, tra il 1962 e il 1971 in associazione con l’architetto Livio Vacchini. Ritenuto il capofila degli architetti della nuova scuola ticinese (che comprende Mario Botta, Tita Carloni, Aurelio Galfetti e Livio Vacchini), è stato più volte sollecitato a livello mondiale per partecipare a progetti urbani, anche se resta più famoso per le sue case unifamiliari, come casa Snider a Verscio (1965-66), casa Kalmann a Brione sopra Minusio (1974-76) e Casa Bianchetti a Locarno (1975-77). Tra i suoi lavori più celebri la riqualifica della zona del convento di Monte Carasso, per la quale ha vinto i premi “Beton”, “Wakker” e il “Prince of Wales”.

Storicamente molto vicino alle tematiche di sinistra, sulle quali ha orientato parte del suo lavoro, Snozzi ha insegnato al Politecnico di Losanna (1985-97) oltre che a quello di Zurigo (negli anni ‘70 e nel 2003-2004), collaborando inoltre con diverse università e scuole di architettura sia in patria che all’estero. Numerose le mostre e i seminari a lui dedicati a livello internazionale.

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