Preventivo 2026
L'UDC Ticino contro il Consiglio di Stato: "Ignora la volontà popolare"
©Chiara Zocchetti
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Redazione
2 ore fa
Nel mirino dei democentristi la decisione dell'Esecutivo di non applicare l’aumento delle deduzioni per le spese professionali. "Il Governo cancella un beneficio votato dai cittadini e costringe lavoratori e famiglie a pagare circa 8 milioni di franchi in più all’anno".

L’UDC Ticino denuncia "con fermezza" la decisione del Consiglio di Stato contenuta nel Preventivo 2026 di non applicare l’aumento delle deduzioni per le spese professionali da 3'000 a 3'500 franchi, misura approvata dai ticinesi nella votazione del giugno 2024. Così facendo, il Governo “cancella un beneficio votato dai cittadini e costringe lavoratori e famiglie a pagare circa 8 milioni di franchi in più all’anno fra imposte cantonali e comunali”, si legge in un comunicato. Un comportamento “grave, che mina la fiducia nelle istituzioni e colpisce ancora una volta il ceto medio”.

"L'Esecutivo ignora il voto popolare"

Invece di presentare un piano serio per risanare le finanze pubbliche, il Consiglio di Stato “ricorre a espedienti opachi e subdoli: ignora il voto popolare e recupera qualche milione togliendolo direttamente dalle tasche dei contribuenti. È l’ennesima prova dell’inerzia di un Governo che naviga a vista e non ha alcuna idea di come uscire da una situazione nella quale esso stesso si è cacciato”. E intanto “incombe la ‘super stangata’ potenziale sulle stime immobiliari”. L'Esecutivo “non esclude infatti aumenti dei valori di stima degli immobili che, se portati al massimo del margine di manovra, potrebbero generare oltre 400 milioni di franchi all’anno di ulteriore peso fiscale complessivo per Cantone e Comuni”. Il tutto “quando è pendente un’iniziativa popolare lanciata dall’UDC assieme ad altri partiti borghesi”.

Le richieste

In conclusione, l'UDC Ticino chiede l’immediata applicazione della deduzione a 3'500 franchi; la garanzia che la revisione delle stime "non diventi un aumento mascherato delle imposte"; un piano di risanamento vero, "basato sui tagli agli sprechi e non su nuove tasse camuffate".