Ticino
L'UDC non molla l'osso sulle finanze cantonali
Samuele Quadri
2 giorni fa
L'UDC ticinese ha indetto questa mattina una conferenza stampa per ribadire la sua posizione sulle finanze cantonali. Un tema ricorrente tra i democentristi che torna a cadenza regolare come "il Natale". "Il problema è che in canton Ticino si dice si voler fare, ma quando si arriva al dunque emergono le scuse", sostiene il presidente di partito Piero Marchesi.

"La conferenza stampa serve a ribadire la posizione dell'UDC sulle finanze cantonali. Le facciamo a cadenza regolare. Purtroppo, rispetto a sei, quattro e due anni fa, quando abbiamo fatto le ultime conferenze stampa sulle finanze cantonali, la situazione non è migliorata". Così Piero Ma rchesi, presidente dell’UDC Ticino, dà nuova linfa al tema delle finanze cantonali. “Si grida al lupo al lupo ma poi nessuno corre a chiudere il cancello del recinto”, dice il presidente udicino in conferenza stampa. Nulla di nuovo, insomma, in casa democentrista.

"Non abbiamo visto nulla in 10 anni"

Aspre le critiche nella gestione finanziaria del Consiglio di Stato e il partito si auspica un’inversione di rotta supportata dalle proprie iniziative parlamentari. L'UDC è il primo della classe nel depositare iniziative parlamentari proprio per correggere questa tendenza disastrata nelle finanze cantonali", afferma il capogruppo dell’UDC In Gran Consiglio Sergio Morisoli. "Vorremmo finalmente -non necessariamente le nostre misure- avere delle contromisure. Nell'arco di una decina d'anni non abbiamo mai visto nulla né da parte del Governo né da parte delle altre forze politiche". sostiene Morisoli. 

L'iniziativa contro le spese dei dipendenti statali

Finanze del Cantone che nel Consuntivo 2024 mostravano, ricordiamo, un deficit di 72 milioni al netto di 4’422 milioni di spese. Il 27% delle spese pubbliche, ovvero 1'188 milioni, sono da attribuire al costo dei dipendenti statali. Una cifra troppo alta per l’UDC contestata nell’iniziativa “Stop all’aumento dei dipendenti cantonali”, una delle soluzioni del gruppo: "Proponiamo anche le nostre ricette che cerchiamo di mettere sul tavolo. Ricette a livello parlamentare come le iniziative parlamentare che sono pendenti (alcune) da più di 10 annie questo spiega anche la nostra frustrazione. Un'altra ricetta l'iniziativa popolare "Stop all’aumento dei dipendenti cantonali" lanciata dal fronte borghese assieme alla Lega, a rappresentati del PLR, del Centro e delle associazioni economiche. È un po' come un mastino che si attacca alla zampa: noi non molliamo questo tema perché credo che sia negli interessi dei cittadini ticinesi", dice Marchesi.

La concordanza partitica

Una richiesta, quella dei democentristi, che cerca appoggio anche nelle altre forze politiche. "Volessimo riuscire da soli, potremmo smettere già oggi di avanzare qualsiasi proposta", spiega Morisoli. "Abbiamo bisogno a poco a poco di coinvolgere gli altri gruppi. Noi siamo diventati una forza politica propositiva e non solo che 'dice no'. Possiamo vedere che le nostre proposte iniziano a prendere piede negli altri partiti. Questo è il metodo svizzero di lavorare: quello della concordanza. Noi partiamo con un'idea forte poi agganciamo qualcuno e smussiamo gli angoli. Questo è il nostro metodo". 

Imparare da Berna

Marchesi getta poi l’occhio a Berna analizzando lo studio Gaillard, uno studio esterno che tratta la materia finanziaria della Confederazione. Il presidente udicino si augura una misura simile anche in Ticino. "Questa è la dimostrazione che se si vuole si può. Il problema è che in canton Ticino si dice si voler fare, ma quando si arriva al dunque emergono le scuse. Si cerca sempre di buttare la palla oltre l'ostacolo: questa non è una politica responsabile", conclude Piero Marchesi.