Geopolitica
Lucio Caracciolo: “La Svizzera è un modello irriproducibile”
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Redazione
4 mesi fa
Ticinonews ha incontrato Lucio Caracciolo, fondatore e direttore della rivista di geopolitica italiana Limes, per parlare del nostro paese, oggetto dell'ultima pubblicazione della rivista.

“La Svizzera è un Paese di grande importanza, per lo più a noi molto vicino, ma di cui sappiamo davvero poco”.  Parole del fondatore e direttore di Limes Lucio Caracciolo che a Ticinonews ha parlato del nuovo volume della rinomata rivista geopolitica, intitolato “Svizzera, la potenza nascosta”. Il libro è dedicato, come suggerisce il suo nome, al nostro Paese e al ruolo che può svolgere in un contesto di grandi cambiamenti e di difesa di una propria identità. La pubblicazione è stata l’occasione per parlare quindi di pragmatismo, neutralità, rapporti tra Roma e Berna ma anche di Wef di prospettive future. 

“Un calcolo pragmatico dei propri interessi”

“Potenza nascosta”, ma come mai? “Che la Svizzera sia una potenza lo dicono tutte le classifiche, da quelle finanziarie, a quelle tecnologiche, industriali e universitarie. È un titolo che vuole fare riferimento anche alla capacità svizzera di avere un ruolo internazionale, in particolare nelle mediazioni”. Caracciolo ha poi spiegato che la Svizzera “è un Paese neutrale molto particolare: è di cultura e postura strategica assolutamente europea, ma non vuole assolutamente sentire parlare di entrare a far parte dell’Unione Europea”. Un Paese europeo che rifiuta l’Europa: una sorta di opportunismo? “No, è un calcolo pragmatico dei propri interessi: se c’è una cosa che distingue la geopolitica svizzera è proprio il pragmatismo. Quindi, niente ideologie e nessun’utopia, bensì una gestione dell’esistente con una capacità di meccanica fine che distingue la Svizzera dalle altre potenze”. Una capacità che per Caracciolo è riconducibile al regime interno, quindi alla democrazia dal basso, “che richiede di guardare i problemi e le questioni con gli stessi occhi della gente”.

“Ci sono tanti modi di essere neutrali”

La Svizzera viene spesso citata come modello di democrazia, venendo anche definita un’Europa in miniatura. Ma ad oggi è ancora così? O è un concetto che risulta in qualche modo sorpassato? “È una retorica prettamente elvetica, perché non ho mai sentito dire da un altro europeo di voler diventare come voi. Il fatto è che non si tratta di un modello, ma di un caso specifico praticamente irriproducibile: dalla leggenda di Guglielmo Tell fino ad oggi”. Svizzera in occidente, ma – come detto – neutrale. E la sua neutralità è stata più volte messa in discussione negli ultimi anni, in particolare con l’adozione delle sanzioni Ue verso la Russia. Un Paese poco coerente? “Ci sono tanti modi di essere neutrali: la Svezia, ad esempio, si fa i fatti suoi in tutto e per tutto; poi c’è l’Austria, che è un Paese neutralizzato a seguito della sconfitta subita dalla Germania; la Svizzera è neutrale da ben prima e ha costruito una neutralità attiva per i suoi interessi, lasciando un’impronta in questo senso a livello mondiale”.

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