
A Castel San Pietro c’è un mezzo milione di franchi che sta facendo discutere. Si tratta di un credito, avvallato dal Consiglio comunale, che si vuole usare per mettere in atto dei lavori di ristrutturazione all’Osteria Cuntitt – ristorante stellato affittuario del comune. Il progetto prevede principalmente di ristrutturare la cucina, riorganizzare gli spazi interni e realizzare una bussola d'ingresso all'Osteria.
"Un progetto esagerato"
Non è il caso di procedere con questi lavori secondo un gruppo interpartitico che ha lanciato un referendum. Il rappresentante Corrado Motta spiega che “la cucina ha 7 anni, quindi, non vediamo la necessità di sostituirla. Su alcune migliorie possiamo essere d’accordo, ma il complesso ci sembra esagerato”. Non ha la stessa impressione la sindaca Alessia Ponti che difende il progetto. “Di fatto, noi andiamo a risolvere dei problemi che oggi ha la cucina e che aveva anche 5 e 10 anni fa. Poi si aggiunge una bussola d’ingresso che mancava nel progetto originale: è responsabilità del comune sistemare il suo edificio”.
"Una spesa sostenibile"
Ma c’è anche una questione di coerenza per i referendisti, che ricordano le recenti decisioni in materia finanziaria. “Sono tanti soldi che vanno contro a recenti decisioni, come l’aumento del moltiplicatore”, afferma Motta. Secondo lui, inoltre, si dovranno attuare altri tagli perché “il periodo delle vacche grasse è finito e bisogna ritirare i remi in barca”. La sindaca, tuttavia, ritiene questa spesa sia sostenibile anche perché al ristorante verrebbe alzato l’affitto dagli attuali 1'800 franchi a 3’000 franchi al mese con un contratto vincolato a 10 anni. “Più della metà di questi 490'000 franchi verrebbero pagati tramite l’aumento del canone di locazione dell’attuale gerente del ristorante. Dunque – prosegue Alessia Ponti - si tratterebbe di una spesa amministrativa di 14'000 franchi all’anno. Non la ritengo eccessiva”. A questo, però, replica il promotore del referendum Corrado Motta: “I 10 anni previsti da contratto, che io sappia, non prevedono alcuna penale in caso di scioglimento. Inoltre, per una SAGL è relativamente facile sganciarsi da questi vincoli”. Ora il comitato che ha lanciato il referendum ha circa un mese di tempo per raccogliere le 500 firme necessarie.