Ticino
Lastminute.com sotto inchiesta, 7 fermi
Redazione
2 anni fa
L’azienda specializzata in viaggi è sospettata per frode nell’ambito di indennità di lavoro a tempo ridotto. Perquisizioni e interrogatori sono avvenuti ieri nelle sedi nel Mendrisiotto

Il Ministero pubblico ticinese ha aperto un’inchiesta contro le filiali ticinesi Lastminute.com, azienda attiva nel settore dei viaggi, sospettata di aver commesso una frode in relazione alla richiesta e al ricevimento di indennità di lavoro a tempo ridotto durante la pandemia Covid-19. Sette persone sono state fermate e una serie di perquisizioni sono state effettuate nelle sedi dell’azienda nel Mendrisiotto.

Le perquisizioni
Come riferiscono la Polizia cantonale e il Ministero pubblico in una nota, una serie di perquisizioni, interrogatori e sequestri di materiale è avvenuta ieri nelle sedi del gruppo nel Mendrisiotto. “Gli accertamenti sono finalizzati a comprendere se sussistano i presupposti di reati di natura penale nell'ambito dell'ottenimento di indennità per lavoro ridotto”, spiegano gli inquirenti. Il dispositivo è scattato dopo un’attività investigativa sviluppatasi nel corso degli ultimi mesi. All’operazione hanno partecipato, oltre alla Polizia cantonale, gli agenti delle Polizie comunali di Chiasso, Mendrisio, Lugano, Ceresio Nord, Torre di Redde e Bellinzona. Il copioso materiale raccolto sarà ora oggetto di approfondimenti da parte degli inquirenti.

7 fermi
Nella giornata di ieri sono state fermate anche sette persone - cittadini italiani tra i 33 e i 57 anni - la cui posizione è attualmente al vaglio degli inquirenti. I reati ipotizzati sono quelli di truffa e, in subordine, ottenimento illecito di prestazioni di un'assicurazione sociale o dell'aiuto sociale. L'inchiesta è coordinata dal Procuratore pubblico Claudio Luraschi. Ulteriori atti istruttori verranno valutati nei prossimi giorni in base anche all'esito delle verifiche in corso.

Importi di oltre 28 milioni di franchi
Gli importi ricevuti dalle filiali svizzere nel periodo da marzo 2020 a febbraio 2022 per i loro 500 dipendenti ammontano a 28,5 milioni di franchi. Lo ha reso noto lo stesso gruppo in una nota odierna. Le persone oggetto dell’indagine “sono alcuni attuali ed ex dirigenti e membri degli organi delle società controllate”. L’azienda assicura piena collaborazione all’indagine in corso e confida nel fatto di non aver commesso illeciti sui casi oggetto di indagine. “Siamo fiduciosi che la direzione si sia comportata in modo rispettoso nei confronti delle istituzioni e dei dipendenti durante le circostanze drammatiche e senza precedenti della pandemia”, commenta il Ceo dell’azienda Laurent Foata.

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