
"Abbiamo scritto a Berna chiedendo di verificare se il contributo di compartecipazione alla spesa sanitaria italiana sia in conflitto o meno con le disposizioni del nuovo accordo tra Svizzera e Italia sulla fiscalità dei frontalieri". Così Stefano Modenini, direttore dell'associazione delle industrie ticinesi (AITI) spiega al Corriere del Ticino il motivo che ha spinto l'associazione a inviare la lettera indirizzata al capo del Dipartimento delle finanze Karin Keller-Sutter e al capo del Dipartimento federale degli affari esteri Ignazio Cassis. Aiti è infatti preoccupata per questo nuovo balzello a carico dei vecchi frontalieri (coloro che lavorano in Svizzera prima del 17 luglio 2023), deciso dal Parlamento italiano a fine dicembre con la legge di bilancio 2024, con lo scopo di aumentare gli stipendi di medici e infermieri in Italia e quindi impedire la fuga di camici bianchi oltreconfine. "Riteniamo che si tratti di una vera e propria imposta e che, come tale, non possa essere introdotta in Italia, visto che il regime fiscale è definito nel nuovo accordo sui lavoratori frontalieri", sottolinea Modenini, secondo cui possono esserci conseguenze negative dal punto di vista della competitività delle aziende. "Quest'ultime faticano sempre più a trovare manodopera qualificata, complice anche l'evoluzione demografica negativa".
Lettera anche a Roma
Negli scorsi giorni anche le organizzazioni sindacali italiane (CGIL, CISL e UIL), con il sostegno di UNIA e OCST, hanno scritto a Roma chiedendo di verificare la costituzionalità del provvedimento e lo stralcio della legge. "La legge è deleteria", spiega al CdT Andrea Puglia, responsabile frontalieri di OCST. "È contraria all’accordo che la stessa Italia ha siglato con la Svizzera sulla tassazione dei frontalieri". L’accordo prevede infatti che il «vecchio » frontaliere sia tassato solo in Svizzera. "Se si voleva introdurre un contributo del genere, andava inserito a tempo debito nell’accordo". Inoltre "la norma è stata fatta senza coinvolgere le parti sociali e introduce importi spropositati".