Formazione
La scuola ticinese "gode di buona salute, ma bisogna poter investire di più"
©Gabriele Putzu
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Redazione
7 mesi fa
Pubblicato dal Decs il rapporto "Scuola ticinese in cifre". La direttrice Marina Carobbio Guscetti: "Nonostante una limitata spesa pubblica per l’educazione, tra le più basse in Svizzera, la scuola ticinese ottiene risultati finali ragguardevoli nel confronto nazionale".

"Primo posto in Svizzera per quota complessiva di attestati di maturità liceali e professionali ottenuti entro i 25 anni; secondo posto per i diplomi nelle università e nei politecnici svizzeri". Ma ci sono anche alcuni aspetti su cui riflettere, come "la transizione dopo la scuola media e le risorse finanziarie pro capite investite a favore dell’educazione, oggi chiaramente inferiori rispetto alla media svizzera". È la pagella che emerge dal rapporto "Scuola ticinese in cifre", pubblicato dal Servizio di statistica scolastica del Dipartimento dell'educazione, della cultura e dello sport (Decs). "Il Canton Ticino", afferma la consigliera di Stato Marina Carobbio Guscetti, "conferma e consolida il proprio chiaro primato nazionale per quota complessiva di attestati di maturità conseguiti dalle proprie allieve e dai propri allievi entro i 25 anni d’età (58.5%). In questa importante graduatoria, Ginevra segue a distanza con il 53%, mentre gli altri 24 cantoni svizzeri ottengono risultati compresi tra il 29.6% e il 50.9%. Ciò significa che, mentre in buona parte dei cantoni svizzeri solo da 3 a 5 allievi su 10 ottengono un attestato di maturità entro i 25 anni, in Ticino si arriva quasi a 6 allievi su 10, un risultato ragguardevole.” Oltre a questo la direttrice del Decs evidenzia come il Ticino abbia raggiunto per la prima volta la soglia del 90.3% delle giovani e dei giovani scolarizzati in Ticino che conseguono entro i 25 anni d’età almeno una certificazione di grado secondario II. "Si tratta del miglior risultato tra i cantoni latini e di un dato incoraggiante che si avvicina sempre più al raggiungimento dell’obiettivo nazionale fissato al 95%. Gli sforzi profusi nell’ultimo decennio, soprattutto nell’ambito della formazione professionale, stanno dunque portando verso i frutti sperati, anche se il lavoro da fare in questo delicato ambito non manca.”  

I diplomi universitari

Per quanto riguarda l'eduzione di livello terziario, Marina Carobbio sottolinea, citata nella nota, come “con una quota del 20.8% di giovani ticinesi che ottengono diplomi nelle università e nei politecnici svizzeri (+0.7 rispetto al 2021), il Ticino sfiora Ginevra in testa alla classifica dei cantoni con il tasso più alto della Svizzera”. Un dato importante, considerato che gli altri cantoni ottengono tassi compresi tra il 17.5% e il 7.2%. Rilevanti in questo ambito sono stati sicuramente gli ingenti investimenti anche finanziari degli ultimi anni, che hanno consentito di passare da 5'850 a 8'550 studentesse e studenti iscritti all’Università della Svizzera italiana (USI) o alla Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI) tra il 2012 e il 2022 (+2'700), portando queste due istituzioni ad essere rispettivamente l’università e la scuola universitaria professionale più scelte dalle studentesse e dagli studenti domiciliati in Ticino prima dell’inizio degli studi.

Dalle medie alla formazione post-obbligatoria

La transizione dalla scuola dell’obbligo alle formazioni di grado secondario II, viene spiegato, si conferma essere uno snodo particolarmente difficoltoso del sistema, che necessita approfondimenti e misure sostanziali. Nell’anno scolastico 2022/2023, solo il 70% degli allievi che hanno iniziato la prima liceo sono stati promossi. Alla Scuola cantonale di commercio la selezione è stata ancora più massiccia: solo il 57% degli allievi di prima sono stati promossi. Sul fronte della formazione professionale, a fine 2021 in Ticino si registrava ancora il secondo peggiore tasso di scioglimento dei contratti di tirocinio a livello nazionale (36%).

"La grande maggioranza delle giovani e dei giovani ticinesi trova con il tempo la propria strada, magari anche dopo un riorientamento, ottenendo una certificazione entro i 25 anni", afferma Carobbio. "In questo ambito, è importante sottolineare il grande lavoro svolto dai servizi del DECS, tra i quali l’Ufficio dell’orientamento scolastico e professionale e l’Istituto della transizione e del sostegno della Divisione della formazione professionale. Ciononostante, bisogna fare il possibile per contenere percorsi inutilmente frammentati e non lineari, nell’interesse delle allieve, degli allievi e delle loro famiglie, oltre che del sistema nel suo insieme.  A tale scopo, è necessario un rafforzamento dell’orientamento scolastico e professionale, che può condurre a scelte iniziali più consapevoli e adeguate alle caratteristiche e agli interessi di ognuno, tramite un ampliamento dello spettro di offerta formativa nell’ambito della formazione professionale, così come tramite un adeguato accompagnamento di chi, per i motivi più disparati, incontra momenti di difficoltà. Si tratta di un investimento a beneficio del benessere psicologico e familiare di allieve, allievi, apprendiste e apprendisti, dell’efficacia dell’insegnamento e della qualità dell’apprendimento in generale”.

"Scarse risorse per l’educazione, specie nella scuola dell’obbligo"

La spesa pubblica complessiva per l’educazione del Cantone Ticino, viene spiegato, "rimane tuttora stabilmente di gran lunga tra le più contenute in Svizzera, sia rispetto alla spesa pubblica complessiva di Cantone e comuni (24%, 20° posto su 26 cantoni), sia rispetto al prodotto interno lordo cantonale (4%, 24° posto su 26 cantoni). L’importo medio pro capite destinato all’educazione delle giovani e dei giovani residenti in Ticino dai 4 ai 14 anni (14'900 franchi), ad esempio, è tra i più esigui a livello nazionale (24° posto su 26 cantoni). La Consigliera di Stato Carobbio Guscetti rileva che questa situazione è stata recentemente confermata anche da un’analisi comparativa indipendente della struttura delle spese del Cantone Ticino realizzata dall’ Institut de hautes études en administration publique (IDHEAP) di Losanna nel giugno 2023, che ha concluso che tra tutti i settori di spesa dello Stato, l’ambito della formazione è l’unico in cui la spesa per abitante in Ticino è inferiore alla media di quella degli altri Cantoni svizzeri (-9%).

740 allievi aiutati dalla pedagogia speciale

Per quanto attiene alle sfide dell’accessibilità e dell’inclusione poste ai sistemi educativi, "l’impostazione ticinese odierna è studiata come esempio positivo da diversi altri cantoni svizzeri". Al fine di fornire alcuni dati utili per meglio comprendere e interpretare le misure messe in atto in Ticino a seguito dell’adozione della Legge sulla pedagogia speciale da parte del Gran Consiglio nel 2011, nell’edizione 2024 di Scuola ticinese in cifre il Decs ha ritenuto utile presentare in modo più dettagliato alcune delle misure erogate. Per questo si è deciso di inserire in particolare una figura che permette di meglio comprendere quante allieve e allievi sono scolarizzati, in base all’ordine scolastico, in sezioni inclusive (ossia sezioni ordinarie in cui sono incluse o inclusi alcune o alcuni allievi con bisogni educativi particolari, con i necessari sostegni), sezioni a effettivo ridotto (ossia composte unicamente da allieve e allievi con bisogni educativi particolari) o in istituti privati per minorenni.

Oltre a queste misure, che riguardano 740 bambine, bambini, ragazze e ragazzi di età compresa tra i 3 e i 20 anni residenti in Ticino, la Legge sulla pedagogia speciale prevede il diritto a beneficiare anche di altre misure di pedagogia speciale finanziate dal Cantone, misure che spaziano dall’educazione precoce speciale, comprendente la consulenza, il sostegno e l’accompagnamento delle famiglie; alla logopedia e la psicomotricità; agli accompagnamenti e i mezzi necessari per sostenere l’integrazione nella scuola, assicurati ad esempio tramite la figura dell’operatore pedagogico per l’integrazione.

La pagella finale della scuola ticinese

Commentando quanto emerso dal rapporto, la direttrice del Decs ha spiegato come "complessivamente, la scuola ticinese gode di buona salute e ottiene risultati finali ragguardevoli nel confronto nazionale. E questo, nonostante una limitata spesa pubblica per l’educazione, tra le più basse in Svizzera. Se da un lato si può guardare positivamente all’efficienza e alla qualità del nostro sistema educativo inclusivo, dall’altra, per poter fare ulteriori passi avanti, anticipare i cambiamenti e rispondere ai nuovi bisogni di una società in rapido e continuo mutamento, bisogna poter investire maggiormente nella formazione. Sia per i giovani e le loro famiglie, che per sostenere le docenti e i docenti nel loro importante lavoro, che già oggi svolgono egregiamente e con impegno in un contesto non semplice, nell’interesse di tutta la società. Occorre continuare a progredire, perché fermarsi equivale a perdere terreno su un mondo che corre veloce e non aspetta nessuno.”