Il ricordo
John Noseda? "Non aveva paura di nessuno"
© Ticinonews
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Redazione
un anno fa
L'avvocato Paolo Bernasconi, già collega di Noseda, ricorda l'ex procuratore generale, deceduto ieri sera. Pietro Martinelli: "Che un magistrato nominato dal Partito conservatore entrasse come indipendente in una lista di un partito di opposizione come il PSA sollevò un grande scandalo".

"John Noseda era un grande indagatore, faceva delle ottime inchieste e, come è importante dire, non aveva paura di nessuno. Era un'epoca in cui la Procura aveva iniziato ad arrestare banchieri, avvocati, ingegneri, architetti, e lui faceva parte della squadra". Così Paolo Bernasconi, già procuratore pubblico e collega di John Noseda, ricorda a Ticinonews l'ex magistrato, scomparso ieri sera a causa del peggioramento di un male che lo affliggeva da mesi.

Nelle interviste John Noseda si divertiva a ricordare come a quei tempi vi chiamassero la Procura rossa.

"La Procura era talmente rossa che siamo stati l'unica Procura in tutta la Svizzera a condurre indagini e a fare arrestare membri delle Brigate rosse, membri di gruppuscoli armati di estrema sinistra, oltre a qualcuno di estrema destra".

Lei ha lavorato con John Noseda sia come avvocato ma si è confrontato con lui anche come procuratore generale, che giurista era?

"Era un giurista consapevole del principio secondo cui se non conosci i fatti, non puoi fare il diritto. E quindi come Magistrato faceva molte inchieste. Ha portato in Procura una grande esperienza di inchieste difficili (sapeva interrogare bene!) sapendo che senza i fatti non puoi portare in Tribunale nessuno".

John Noseda uomo invece? Quando ha interrotto la sua carriera come Procuratore generale è venuto a lavorare nel suo ufficio. Lei e Noseda vi conoscevate da tanto tempo. Chi era il John Noseda uomo?

"Era un buono. Io sono un po' più aggressivo (e ho anche dei nemici), ma lui di nemici ne aveva pochi, era un buono. Era una persona generosa, oltre che combattente, ma se dovessi descriverlo con un solo aggettivo, sceglierei 'buono'".

Il ricordo di Pietro Martinelli

John Noseda ha militato anche nella politica cantonale. Compagno di diverse battaglie politiche è stato Pietro Martinelli. "Credo che Noseda sia stato prima di tutto una persona che aveva una grande coscienza del diritto e una grande coscienza dello stato di diritto. John Noseda è entrato nel PSA nel '79 e lo ha fatto quando era sostituto Procuratore pubblico sottocenerino, con Procuratore pubblico Paolo Bernasconi, malgrado fosse Magistrato di nomina conservatrice. E il fatto che un Magistrato nominato dal Partito conservatore accettasse di entrare in lista come indipendente nella lista di un partito di opposizione come il PSA sollevò un grande scandalo", racconta Martinelli a Ticinonews. "E lui lo fece con una dichiarazione dove denunciò l'incapacità della giustizia di perseguire i veri criminali mentre in realtà si dedicava soprattutto a colpire i piccoli criminali, intendendo come grandi criminali, soprattutto a quei tempi, i criminali finanziari. Lui trovava intollerabile che lo Stato di diritto fosse uno stato di piccolo diritto e funzionasse solo per le piccole colpe, mentre le colpe che toccavano potenti della finanza non venissero sufficientemente perseguite".

Siete stati anche amici.

"Certo, non poteva essere diversamente dopo anni di lavoro in comune. Con John Noseda non ho mai avuto scontri, sicuramente delle divergenze di opinione ma mai delle vere controversie politiche. Era bellissimo, in Gran Consiglio avevamo il posto uno accanto all'altro per cui parlavamo anche tra di noi durante i dibattimenti, di quello che veniva detto, di come si sarebbe dovuto reagire. Sono stati anni di intensa collaborazione".

Quando è stata l'ultima volta che lo ha visto?

"John Noseda abitava qui a pochi passi da dove abito io, ogni tanto lo incontravo con sua moglie Anna Berta. L'ultima volta l'ho incontrato alla Coop in centro a Lugano con sua moglie, 15 giorni fa e gli ho chiesto come andava, mi ha detto che era un po' peggiorato ma aveva un aspetto sereno e tranquillo che ho ammirato molto. Malgrado credo si preparasse a quanto poi è capitato non mostrava nessuna angoscia, anzi mostrava uno spirito che non definirei di accettazione, ma di consapevolezza che la morte fa parte della vita. Ce l'ho in mente come un incontro bello".