
“Il Consiglio di Stato ha dimostrato una chiara e inaccettabile reticenza nel rispondere alle domande poste dall’MPS in merito ai dettagli dell’investimento fallimentare nella centrale di Lünen e delle precisazioni circa l’eventuale procedura di dismissione”. È quanto deplorano i deputati del Movimento per il socialismo Giuseppe Sergi e Matteo Pronzini, precisando che nell’atto parlamentare venivano chieste anche informazioni precise in merito al contratto siglato con l’Energie de France (EDF), “altra fonte d’ingenti perdite per AET”. Infine, si rivendicava un bilancio dell’operazione Renewable Energy Investments SPC (REI), “chiusasi con una liquidazione della società in questione, dopo anni di consistenti perdite per AET”.
Le richieste
I due granconsiglieri sono dunque tornati alla carica con una nuova interrogazione. “Nell’interpellanza avevamo chiesto, tra le altre cose, che venissero prodotti la pubblicazione del contratto di prelievo di energia in vigore tra AET e la società TKL, e il contratto di approvvigionamento di energia tra AET ed EDF". AET, per il tramite del Consiglio di Stato, "si è rifiutata di rilasciare queste informazioni al Parlamento, adducendo quale pretesto il fatto che 'il contratto di prelievo di energia è vincolato da clausole di riservatezza sottoscritte da tutti i partner della TKL. Tali clausole impediscono la pubblicazione del contratto'". "Le richieste di fede vanno bene in ambito religioso, ma non nell’amministrazione della cosa pubblica", precisano gli interroganti.
"Le informazioni confermano le perdite"
Le poche informazioni "confermano che le perdite nell’operazione Lünen superano i 200 milioni di franchi", si legge ancora. "La reticenza nel fornire dati precisi e dettagliati non ha permesso però all'Esecutivo di nascondere il fatto che l’operazione Lünen sia stata un colossale fallimento, ambientale e finanziario". Il contratto di prelievo relativo al 15,8% della capacità di produzione della centrale "ha registrato delle perdite pari a 191 milioni di franchi tra il 2014 e il 2024, cioè 17,4 milioni in media all’anno. E il contratto di prelievo della produzione resterà in vigore fino al 30 giugno 2035. C’è ancora parecchio tempo per accumulare nuove perdite". Venendo al contratto con EDF, questo "è addirittura più blindato di quello con la centrale di Lünen. Il Governo si rifiuta di trasmettere al Parlamento non solo il contratto in questione, ma addirittura di comunicare il costo di acquisto dell’energia proveniente da EDF. Siamo all’indecenza pura".
Di seguito le domande poste al Consiglio di Stato:
