Per cercare di capirne di più sugli incendi che hanno colpito alcuni stabili del luganese recentemente, verosimilmente dolosi, TeleTicino ha deciso di interpellare lo psichiatra Carlo Calanchini. 

"Ci sono gli incendiari e, più raramente, i piromani. L’incendio doloso per frode assicurativa non ha nulla a che fare con la patologia psichiatrica, è un reato e basta - ha spiegato Calanchini-. Poi nel piromane o in chi dovesse appiccare un incendio per cause psicopatologiche bisogna anche stabilire quale psicopatologia c’è. Il piromane accende incendi per il piacere di vedere il fuoco e spesso anche per il piacere di contribuire a spegnerlo. Ci sono anche pompieri piromani".

Di qui la necessità di una diagnosi approfondita che, nei casi dubbi, la Magistratura affida a uno o più esperti. "La causa è difficile da trovare ma sta proprio nella mancanza di controllo dell’impulso - ha spiegato Calanchini -. La piromania si innesta in una personalità un po’ infantile, magari anche un lieve ritardo mentale ed eventualmente anche circostanze di vita sfavorevoli".

Piromania, delirio, o qualsivoglia disturbo psichiatrico. In caso di condanna, il piromane viene generalmente sottoposto a una terapia. "Il detenuto condannato affetto da un disturbo psichiatrico di questo genere viene curato quasi interamente all’interno delle strutture carcerarie dove c’è un servizio di psichiatria forense che fa quello che può - ha sottolineato Calanchini -. Forse non è sufficientemente dotato di personale e capacità per affrontare tutti i casi. Va detto però che questi disturbi non costituiscono una massa critica per cui formare delle équipe specializzate".

Un tema decisamente complesso e che solleva non poche domande. Prima fra tutte, fino a che punto è possibile imputare una scemata responsabilità. "È difficile stabilire quando inizia il disturbo mentale vero e proprio. Qualche spunto patologico ci può essere anche in chi commette reati finanziari. Questo non vuol dire che siano degli irresponsabili o che abbiano diritto a uno sconto di pena" ha concluso Calanchini.

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