Ticino
Imam di Lugano: “Condanniamo ogni violenza”
Foto © CdT/Gabriele Putzu
Foto © CdT/Gabriele Putzu
Keystone-ats
3 anni fa
L’imam Samir Jelassi ha espresso inoltre la sua solidarietà alla vittima dell’attacco alla Manor di Lugano. Anche il Consiglio centrale islamico svizzero si condanna l’atto, ma mette anche in guardia da conclusioni premature. Nel frattempo Sommaruga ha chiamato Gobbi

Arrivano le prime reazioni del mondo musulmano svizzero all’aggressione con un coltello, avvenuta ieri alla Manor di Lugano, ad opera di una 28enne collegata con il mondo del radicalismo islamico: "Condanniamo ogni forma di violenza gratuita, a prescindere da chi la commetta", ha dichiarato l'imam di Lugano, Samir Jelassi, ai microfoni di Radio3i: "Esprimiamo la nostra totale solidarietà alla vittima insieme ai nostri auguri per una pronta e piena guarigione". "Confidiamo - ha proseguito - nelle autorità preposte per una corretta valutazione dei fatti e per un giudizio su quanto avvenuto. Non siamo al corrente dell'identità o delle motivazioni dell'aggressore, e non possiamo quindi aggiungere altro". Anche l’imam del Centro Imam Ali di Lugano “condanna fermamente gli atti e gli attacchi violenti e barbari contro persone innocenti”. “La promozione dell’ondata di terrore e intimidazione è contraria agli insegnamenti religiosi e ai valori umani, contenuti nel Corano, che fondano l’Islam. Esprimiamo la nostra simpatia e solidarietà alle famiglie delle vittime”, conclude Seyed Ali Hosseini.

Condanna anche dal CCIS
L’azione è stata anche condannata in mattinata dal Consiglio centrale islamico della Svizzera (CCIS), che esprime la sua solidarietà alle vittime. Il CCIS mette però anche in guardia da conclusioni premature e da un eccesso di reazione. Il CCIS “osserva con grande preoccupazione la nuova fiammata di violenza dello Stato Islamico in Europa”, si legge in un comunicato diramato stamani. Saranno comunque le indagini a dover stabilire se l’attentato di ieri a Lugano abbia motivazioni terroristiche.

Malattie mentali e affinità all’Isis
Secondo il CCIS va peraltro sottolineato che le malattie mentali non sono meno comuni tra i sospetti musulmani - anche o soprattutto se aderiscono a una visione del mondo che si basa sull’Isis - di quanto non lo siano tra tutte le altre persone. È quindi del tutto possibile che nel caso in esame non sia stata in definitiva la sospetta affinità all’Isis a spingere la donna a commettere il reato, ma una malattia mentale acuta o latente, oppure un altro movente come l’avidità, l’odio o la gelosia. Indipendentemente da ciò il CCIS si appella alla ragione per affrontare una situazione che potrebbe continuare a deteriorarsi in tutta Europa. Dal 2014 il Consiglio ha costantemente e ripetutamente messo in guardia dal pericolo rappresentato dall’Isis. Purtroppo la Svizzera non è immune dagli attacchi dei lupi solitari.

L’approccio per contrastare il “barbaro piano dell’Isis”
Secondo il Consiglio centrale islamico per contrastare efficacemente il “barbaro piano dell’Isis” bisogna però prima riconoscere che esso non è - come spesso si sostiene - di natura fanatica o irrazionale. L’obiettivo è piuttosto quello di creare un clima di paura e di odio in Europa attraverso attacchi facili da compiere e difficili, se non impossibili, da prevenire. L’effetto sperato di questo clima sono reazioni politicamente poco riflessive: più sorveglianza statale, lo smantellamento dei diritti civili e nuove leggi percepite dai musulmani come discriminatorie. Per il CCIS l’approccio sensato a tali attacchi è cercare di spezzare la spirale dell’escalation, evitando di cadere nella trappola dell’Isis. In termini concreti, gli autori di violenza non dovrebbero ricevere l’attenzione dei media. Le breaking news virali e diffuse a livello internazionale incoraggiano chi vuole emulare le gesta degli attentatori e trasmettono una sensazione di potere e di influenza a chi compie le aggressioni.

Non si vince la lotta smantellando i diritti civili o discriminando i musulmani
Al mondo politico - che deve essere consapevole dell’impossibilità di prevenire completamente tali atti - il CCIS consiglia di rendere attenta la popolazione che non si vincerà la lotta smantellando i diritti civili o discriminando i musulmani, ma solo perseguendo in modo coerente e mirato i colpevoli. A causa delle sue posizioni integraliste il CCIS è un’organizzazione controversa che ha avuto molta risonanza sui media negli ultimi anni. Critiche al suo operato sono state espresse anche da ambienti musulmani.

Due dirigenti del CCIS condannati per radicalismo
Va comunque sottolineato come a ottobre due membri importanti proprio del Consiglio centrale islamico, Nicolas Blancho e Qaasim Illi, sono stati condannati rispettivamente a 15 e 18 mesi di detenzione con la condizionale dal Tribunale penale federale di Bellinzona, per propaganda illegale in favore di Al Qaida e altre organizzazioni estremiste.. Entrambi non si sono presentati in aula al momento della lettura della sentenza e per questo motivo sono stati multati per 1500 franchi ciascuno.

Sommaruga ha chiamato Gobbi
Intanto, la presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga ha telefonato al presidente del governo ticinese Norman Gobbi per esprimere la sua vicinanza con le donne ferite e con il popolo ticinese, nonché per assicurare il sostegno della Confederazione, hanno indicato i suoi servizi all’agenzia Keystone-ATS. Su twitter, anche il cancelliere austriaco Sebastian Kurz ha condannato ieri “l’attacco terroristico islamista di Lugano”. I suoi pensieri sono con le vittime, ha detto Kurz, assicurando alla Svizzera il suo sostegno “in questi tempi difficili”. Contrasteremo insieme in Europa il terrorismo islamista e difenderemo i nostri valori”, ha aggiunto il cancelliere austriaco.

© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata