Ticino
Il Ticino scrive di nuovo a Berna: “C’è stanchezza”
Redazione
3 anni fa
Il presidente del Governo Norman Gobbi: “È importante la prudenza, ma anche evitare situazioni di stop & go”

Il Consiglio di Stato ticinese ha scritto nuovamente a Berna, segnalando che la popolazione ticinese comincia a essere stanca delle restrizioni e ha chiesto una strategia di uscita dalla crisi. “Questa stanchezza si percepisce su più fronti”, spiega il presidente del Governo Norman Gobbi, intervenuto al Tg di Teleticino. “Nell’ambito del programma che metteranno in consultazione settimana prossima presso i Cantoni abbiamo chiesto all’autorità federale di considerare questa stanchezza. Il pensiero vai ai giovani, che hanno bisogno di valvole di sfogo (sport, tempo libero, cultura), ma anche a quelle attività che potranno essere riammesse visto che in Svizzera c’è un’evoluzione favorevole, anche se non in tutti i Cantoni. Per questo abbiamo chiesto di considerare anche l’aspetto regionale”.

Il paragone con l’Italia
Gobbi ha poi paragonato la situazione ticinese con quella della vicina Italia: “Lombardia e Piemonte hanno una situazione epidemiologica simile a quella del Ticino, ma godono di maggiore libertà, con bar, ristoranti e negozi aperti”, ha rimarcato Gobbi. “È la prima volta che si riscontra questa differenza a favore delle province italiane”.

Berna risponde o no?
Non è la prima volta che il Consiglio di Stato scrive a Berna. Ma l’autorità federale risponde agli appelli ticinesi o restano lettera morta? “Spesso si fa orecchie da mercante. Uno degli elementi evidenti è che ci sono barriere linguistiche e geografiche. Purtroppo abbiamo più relazioni a sud che a nord. Questo impone comunque di guardare una relazione e una situazione che deve essere confortata. Se i ticinesi hanno fatto bene dal punto di vista dei contagi, alla fine gli sforzi devono essere premiati”.

La preoccupazione delle varianti
Gli esperti della Confederazione sono prudenti e hanno messo in guardia sugli allentamenti. C’è infatti preoccupazione per le varianti. La scelta è politica di fronte a queste previsioni? Bisogna dare retta ai medici o rischiare? “È importante la prudenza” risponde il consigliere di Stato. “Non possiamo permetterci di richiudere dopo eventuali allentamenti. Quello che abbiamo segnalato anche alla Confederazione è che dobbiamo evitare una situazione di “stop & go”, che sono logoranti. Se le misure non sono più supportate e sopportate dalla popolazione diventa difficile applicarle”.

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