Ticino
Il Gran Consiglio si mobilita per le due donne afghane
©Gabriele Putzu
©Gabriele Putzu
Redazione
un anno fa
La maggioranza dei deputati si è espressa contro il loro rimpatrio, approvando una risoluzione interpartitica che chiede alla Sem di concedere il permesso di dimora per caso di rigore. Contraria la Lega.

Ampio sostegno del Gran Consiglio sul caso delle due donne afghane - una mamma di 32 anni e sua figlia di 8 anni – che la Segreteria di Stato della Migrazione (SEM) vorrebbe rispedire in Slovenia (lo Stato che per primo le ha accolte). La maggioranza dei deputati (54 si, 16 no e 4 astenuti) si è espressa a favore della risoluzione interpartitica, primo firmatario Fabrizio Sirica (PS), che chiede alla Sem di concedere il permesso di dimora per caso di rigore e al Consiglio di Stato di scrivere alla SEM per chiedere il riesame della domanda, facendo valere la clausola di sovranità.

Procedura bloccata

Sulla vicenda, ricordiamo, si era mobilitata l'intera comunità verzaschese che in pochi giorni aveva raccolto oltre 2'700 firme in favore della loro permanenza nel nostro Cantone. Una petizione grazie alla quale il Tribunale amministrativo federale (TAF) aveva riconosciuto l’assenza di urgenza riguardo il loro allontanamento dalla Svizzera voluto dalla Sem, bloccando la procedura.  

Il dibattito in aula

“Dietro un decreto ci sono delle vite”, ha sottolineato Sirica. “Dando un chiaro segnale politico alla Sem, il Consiglio di Stato può dare un segnale decisivo contro la decisione di allontanamento. La Sem non può non considerare la vulnerabilità accresciuta della situazione e non considerare la sovranità cantonale. Approvando la risoluzione non daremo solo un sostegno a questa madre e a sua figlia, ma diremo qualcosa di importante anche ai bambini. Quei bambini che avevano i fogli in mano a sostegno delle due donne. Dobbiamo fare tutto ciò che è nelle nostre possibilità”. Tra i contrari si è espressa la Lega, secondo cui la politica non deve interferire con i tribunali. “Il Consiglio di Stato ha già fatto quello che richiede la risoluzione (Governo ha già nel frattempo scritto alla Sem, ndr.). Quindi cosa stiamo votando?” ha esordito il deputato Omar Balli. “È la terza volta che discutiamo di casi del genere: le altre due volte ci siamo astenuti, questa volta voteremo no. Non perché abbiamo qualcosa di personale contro le due donne. I motivi sono altri. Vige la separazione dei poteri. È giusto che la politica faccia pressione sul potere giudiziario? Con che criteri lo facciamo? Solo per i casi segnalati o quelli che raccolgono un certo numero di firme? Ci sono legali che sono specialisti in questo esercizio. In uno Stato di diritto, le decisioni possono essere impugnate”.