
La sessione di Gran Consiglio si è aperta oggi con il dibattito sul consuntivo 2024, che chiude con un disavanzo di 72 milioni di franchi. Un'approvazione tutt’altro che scontata: se da un lato il rapporto di maggioranza firmato da PLR, Centro e Lega sostiene il Governo, dall’altro non mancano le riserve. Tra le richieste avanzate figura, ad esempio, l’introduzione di un sistema di controllo più rigoroso sui sussidi. A rendere l’esito ancora più incerto è la posizione della Lega, che pur avendo sottoscritto il rapporto di maggioranza, potrebbe decidere di astenersi in aula. Il fronte rossoverde e l’UDC, invece, annunciano opposizione netta, seppur per ragioni opposte: la sinistra contesta i tagli e gli sgravi fiscali, mentre i democentristi tornano a premere per una riduzione più decisa della spesa pubblica. Insomma, anche stavolta, nulla di nuovo sotto il sole.
Dadò: "Disavanzo entro limiti accettabili"
Il relatore di maggioranza Fiorenzo Dadò si è espresso sui conti cantonali 2024 a nome di Centro, PLR e Lega, ma ha approfittato dell’occasione per scagliarsi contro l’arrocco tra i ministri leghisti. “Molto prima delle strategie salvaministri, ci siamo chiesti se l’attuale assetto dipartimentale non avesse fatto il suo corso e non fosse giunto il momento di rivederne l’organizzazione. Allora fummo derisi. Le parole pronunciate da Zali sulla volontà di occuparsi della circonvallazione Agno-Bioggio anche dopo il passaggio al DI è la bandiera issata sull’Everest della confusione”. Il deputato centrista denuncia azioni che generano sfiducia nei confronti delle istituzioni, in un momento nel quale servirebbe un’analisi della spesa coraggiosa, benché si sia di fronte a “un disavanzo entro limiti accettabili”.
Durisch: "Tagli all'assistenza? Non è una rendita"
Partendo da Servio Tullio e dall’introduzione di un abbozzo di tassazione progressiva nella Roma del VI secolo a.C., Ivo Durisch (PS) ha denunciato la politica cantonale di risparmi degli ultimi anni, a nome della minoranza rossoverde. “Adesso che produciamo un disavanzo dopo l’altro, c’è chi si permette di invocare il buon padre di famiglia che deve tirare la cinghia e pensare alle uscite, senza mai soffermarsi sulle entrate”, ha osservato. “Tagliare oggi su dei servizi e non riconoscere i bisogni significa aggravare i problemi di domani”. Durisch non ha poi nascosto - dopo i vari interventi dei partiti - che non è accettabile sentire parlare di soldi della socialità 'spesi per andare in vacanza'. "Come faccio a stare tranquillo quando sento dire che l'unica soluzione per ridurre i costi sanitari è diminuire le prestazioni base della LAMal, proposta che va contro i principi della Sinistra. Significherebbe una sanità per i ricchi e una per chi invece non può permetterselo. E questo vorrebbe dire che lo stato sociale non è riconosciuto come stato di bisogno, ma come una rendita. Ma l'assistenza non è una rendita. Perciò, finché non riusciamo a metterci d'accordo su certi aspetti base io chiedo che si presti molta attenzione alle parole che si dicono".
Critiche da Lega e UDC
Diametralmente opposto il no dell’UDC al consuntivo. Per bocca di Roberta Soldati, seconda relatrice di minoranza, i democentristi hanno lamentato l’assenza “di elementi che fanno pensare a un contenimento della spesa e a una strategia di rilancio economico”. Anche l’UDC ha criticato l’eccessivo “dipartimentalismo, che emerge sempre più granitico anche nel consuntivo 2024”. Gli interventi che si sono susseguiti si sono concentrati più sulla politica finanziaria del Cantone che non sul consuntivo. “Mi scuserà il presidente se andrò fuori tema e parlerò delle cifre del consuntivo 2024”, ha ironizzato il capogruppo leghista Boris Bignasca. La Lega doveva ancora sciogliere le riserve sul suo voto. “Il nostro gruppo ha deciso di orientarsi verso l’astensione”, ha riferito Bignasca. “Ci siamo chiesti: ‘I soldi dei contribuenti sono stati spesi con parsimonia?’ Non sempre. Questo non è accettabile, a maggior ragione in un cantone con capitale proprio negativo”.
Noi: "Il Governo ha bisogno del nostro sostegno"
Dal canto loro, i Verdi rimproverano al Consiglio di Stato il fatto che fa fatica a prendere in mano con decisione questa situazione. “Noi vogliamo un Governo come quello che si è presentato durante la crisi Covid, che ha preso in mano la situazione dicendo ‘noi ci siamo, non importa cosa decidano a Berna’, e lo si è percepito", ha affermato Marco Noi. "Christian Vitta era radioattivo da quanto si sentiva investito da questa forza, sia qui che oltralpe. Vale la pena lavorare per fare in modo che il Governo ticinese possa essere come in quell’occasione, ma ha bisogno del nostro sostengo. Dobbiamo smetterla di fare o esasperare la concorrenza interpartitica, perché se noi la esasperiamo è chiaro che ci disuniamo. Vogliamo uno Stato solidale. Nelle esercitazioni militari di sezione il tempo non lo si misura sul primo, ma sull’ultimo, si guarda il punto di rottura e quello è il limite del nostro punto di forza. Le nostre riflessioni vanno contemplate e dobbiamo finire di autoflagellarci, perché quando ci dicono che siamo la Repubblica delle banane dovete pensare (riferito alla Lega, ndr.) che avete due esponenti alla guida della stessa”.
Sergi: "Cifre che vogliono solo spaventare chi non è competente"
A prendere poi parola per l'MPS c'è stato Giuseppe "Pino" Sergi, il quale ha voluto dapprima precisare che "un consuntivo non è solo la verifica contabile di una politica, è il risultato di scelte fatte in sede di preventivo". Il giudizio sul consuntivo "deve quindi essere sul come queste scelte politiche sono state realizzate". Sergi faceva riferimento ai tagli fatti a scuola, amministrazione, servizi e istituti sociali. "Tutti servizi che hanno accusato pesantemente questa politica dei tagli. Motivo per cui il giudizio sul consuntivo non può che essere negativo e noi voteremo contro". Tema di fondo resta la discussione sospesa del debito pubblico sulle entrate. "Citare cifre assolute (un debito di oltre 2,5 miliardi) serve solo a impressionare i cittadini, che non sono magari molto competenti in materia". Per il deputato è infatti più interessante riflettere su debito pubblico e ricchezza prodotta: "è l’unico criterio valido per stabilire il peso del debito, che è decisamente sopportabile. Anche se aggiungessimo il debito cantonale nei confronti della cassa pensione ecco che non cambierebbe comunque di molto". Non preoccupa nemmeno il peso finanziario del debito: "se le spese finanziarie sono in aumento rispetto al consuntivo dell’anno precedente (da 30 a 47 milioni), è anche vero che i ricavi sono passati da 78 a 104 milioni di franchi". Ciò significa che il debito pesa la metà di quanto renda il patrimonio del Cantone, "che potrebbe rendere meglio e non è stato valorizzato negli ultimi 15 anni". Questo per dire che il debito pubblico "viene sempre assunto in maniera negativa, dimenticando però che il sistema in cui viviamo, che è capitalista, vive sul debito". Gli imprenditori, che ultimamente hanno detto che le spese sono insopportabili, "dovrebbero ricordarsi che è sul ricorso al debito che costruiscono la loro attività, senza il quale non esisterebbe". Per Sergi, la partita delle finanza non va giocata solo in difesa, "ma in attacco tramite un aumento delle entrate". In particolare, continua il deputato, un aumento delle imposte "per coloro che negli ultimi anni hanno visto aumentare redditi e patrimoni in modo importante, sia aziende che privati".
Vitta: "Venga almeno riconosciuto il miglioramento"
Dopo i vari interventi da parte dei diversi partiti, a prendere parola c'è stato il consigliere di Stato e direttore del DFE Christian Vitta che ha voluto precisare come il preventivo 2024 era arrivato in Parlamento con circa 90 milioni di franchi di disavanzo. "Dopo il dibattito parlamentare abbiamo approvato un preventivo con circa 130 milioni di disavanzo. Ma oggi vi ritrovate un consuntivo con un disavanzo di 70 milioni. Sicuramente cifra che preoccupa, ma se vogliamo guardare con spirito positivo si tratta di un disavanzo inferiore al preventivo, quindi significa che qualcosa di buono è stato fatto". Le critiche - continua Vitta - sono legittime, "ma chiediamoci cosa sarebbe stato in questo dibattito se il consuntivo avesse chiuso addirittura peggio". Nei prossimi giorni verrà presentato il pre-consuntivo 2025 con cifre ancora preoccupanti, ma in miglioramento rispetto al preventivo votato. "Venga almeno riconosciuto il fatto che il consuntivo è comunque migliore del preventivo approvato dal Gran Consiglio, il quale ci ha dato obiettivi da raggiungere". Il consuntivo dice chiaramente che la situazione è fragile, ma se si guardano gli ultimi 20-25 anni della storia ticinese "abbiamo avuto chiusure con 200-300 milioni di disavanzo, con aumenti del debito pubblico ben maggiori rispetto agli attuali. Ricordiamoci che solo 12 anni fa il capitale proprio negativo di questo cantone raggiungeva quasi il mezzo miliardo. Sono dati che vanno ricordati". È chiaro che c’è molta preoccupazione per il futuro, anche a causa di diversi fattori combinati fra loro. "Marco Noi ha fatto l’analogia col periodo Covid: è tutto vero, ma ricordiamoci anche che in quel periodo c’era una forte spinta sia dal Parlamento che dal popolo. E questo ci ha rafforzato molto anche nelle richieste verso Berna, quindi l’appello che vorrei fare oggi è che c’è bisogno di quell’unità e di quella spinta che aiutano anche il Governo nelle richieste, e che potrà quindi ottenere di più. Penso quindi che sia davvero importante, e il Governo ne ha estremamente bisogno, di segnali di fiducia da parte delle forze politiche, partendo anche da visioni diverse dalle nostre, che ci dicano che il preventivo non piace ma che comunque chiude meglio del previsto. Oggi è importante che si riescano a dare segnali di fiducia, perché interfacciandoci anche con colleghi di altri cantoni tutti quanti vivono situazioni difficili. È normale che certe misure dividano, ma sono necessarie. Nessuno 5 anni fa si immaginava che i premi cassa malati sarebbero aumentati per 3 anni consecutivi di circa il 10% all’anno". Sono fattori nuovi e imprevisti, che evidentemente incidono molto sui risultati che abbiamo di fronte. "Il Covid ha cambiato tante dinamiche, molte delle quali toccano sia il Ticino che l’intera Confederazione, a sua volta in difficoltà per la prima volta, e quindi costretta a chiedere aiuto ai Cantoni". Il Governo - sottolinea Vitta - vuole portare avanti le sue battaglie, e vuole farlo con il Parlamento. "Ma c’è bisogno di unità su temi quali la perequazione: il fatto che riceviamo meno dalla Confederazione non vuole essere un alibi, noi dobbiamo farcela da soli. È però un dato di fatto che ci siano enormi disparità, motivo per cui ci siamo recati a Berna più volte per fare battaglie che riusciamo a vincere solo se c’è dietro tutto il cantone". Un Governo che riesce a presentarsi con segnali chiari "può ottenere qualcosa, come durante il Covid. Ma se ci presentiamo come Cantone che fa di ogni preventivo e consuntivo uno psicodramma veniamo visti come un Cantone indebolito". Il consigliere di Stato ha quindi voluto fare l'esempio della Vallemaggia. "Ci siamo battuti partendo da una situazione che non sembrava darci alcuna chance per maggiori risorse, collaborando con la deputazione ticinese e avendo l’appoggio del Gran Consiglio. E qualcosa lo si è ottenuto, anche se poco".
I prossimi anni
La visione che guida il Consiglio di Stato per i prossimi anni "vuole evitare un eccessivo indebolimento sul fronte delle entrate, cerchiamo di contenere le uscite in certi ambiti e ci stiamo adoperando affinché, laddove abbiamo rapporti esterni al Cantone, si riesca a ottenere qualcosa per riequilibrare i conti". I prossimi anni non saranno facili, anche a causa delle tensioni internazionali, "quindi abbiamo bisogno di vedere una volontà di costruire, e non mettere solo bandierine di natura politica o partitica su ogni iniziativa, perché ora c’è bisogno unità, che non significa consenso allargato – perché impossibile – ma almeno segnali di fiducia. Un Ticino unito può ottenere di più, e oggi siamo chiamati tutti quanti a costruire soluzioni che permettano di far avanzare il paese in un contesto complicato. Un consuntivo bocciato sarà fonte di altre polemiche, un preventivo paralizzato sarà fonte di paralisi nel Paese. Dobbiamo spendere il giusto, frutto di un equilibrio che va trovato all’interno delle forze politiche, perché è l’unica via da seguire. Non abbiamo soluzioni facili o formule magiche, ma siamo attrezzati come istituzioni per affrontare questi momenti difficili, ma solo se c’è la volontà di costruire e limitare il confronto, perché quello fine a se stesso non ci farà uscire da questa situazione difficile, che interessa molti Cantoni oltre al nostro", ha concluso Vitta.